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FASSINO: UN SAN SEBASTIANO CINICO, VIOLENTO E PROVOCATORE
Publie le venerdì 26 marzo 2004 par Open-PublishingNo, cari Ciotti, Strada, Zanotelli, non dovevate farlo. Vi lamentate delle “falsificazioni”, delle “calunnie” e degli “occultamenti” dei mass-media sul 20 marzo, e poi contribuite alle falsificazioni parlando di “stolta e volgare aggressione di alcuni individui a un dirigente politico, episodio per il quale esprimiamo la più severa condanna”. Eppure avete letto la ricostruzione dei fatti svolta da due testimoni non certo benevoli nei confronti dei disobbedienti o dei Cobas come Sullo e Sansonetti; ed eravate sotto il palco con noi ad ascoltare le testimonianze inorridite di membri del servizio d’ordine Cgil (non faccio i nomi perché non si giochino il posto) che avevano abbandonato i simil-Rambo(così li avevano chiamati) del servizio d’ordine DS andati arrogantemente all’assalto del corteo; e avete subito, almeno Gino Strada, l’aggressione del gruppo dirigente DS (cito per tutti “Il Riformista”:”Il punto non sono Casarini e i disobbedienti..il punto è il clima di giustificazione morale e politica per una contestazione a Fassino e alla lista unica. Quando Gino Strada, non Bernocchi, dice che i DS sono “delinquenti politici” chiunque è autorizzato a trattarli come tali”).
Pensate di scaricare il ruolo di capri espiatori ad altri, per placare l’ira di S. Sebastiano Fassino, vergine e martire? Con la responsabile esteri DS Marina Sereni che subito vi riammette tra i “buoni” dopo il vostro comunicato? Certo, state in buona compagnia. C’è l’ineffabile Rossanda che, dal chiuso delle sue stanze, pontifica sulla “rissa da cortile”: “Con un colpo magistrale un centinaio di sedicenti antagonisti e altrettanti dirigenti DS sono riusciti ad oscurare un milione o due di persone che hanno sfilato contro la guerra: Erano gli uni e gli altri infastiditi dall’evento che non avevano né organizzato né animato”. Rossanda non ha nemmeno letto l’articolo di un informato Cosimo Rossi che sullo stesso “Manifesto” spiega come “prima fu l’insipienza a far cadere nella contestazione ma poi è stata rapidamente trasformata in manovra politica dello stato maggiore diessino per affondare quel che resta dell’Ulivo e imporre la reductio ad unum rappresentata dalla linea unitaria prodiana”; e Rossi spiega come la decisione di entrare negli spezzoni più ostili alla linea fassiniana sia derivata dalla “paura di imbattersi nel loro stesso popolo e venire criticati”.
Altro che “volgari aggressioni”!. Nessuno ha fatto violenza ai dirigenti Ds. Cinicamente, Fassino ha deciso di entrare tra i Cobas e i disobbedienti, dove sapeva di poter subire il massimo di contestazione: e poi ha l’ha usata al massimo per ergersi a vero baluardo del riformismo liberista, per mettere all’angolo i partiti riottosi del centrosinistra, per distruggere la minoranza interna, per “fare il culo” alle attuali leadership della Cgil e dell’Arci. Sentite che scrive l’ideologo della sinistra liberista Galli della Loggia, uno dei tanti “pentiti” che hanno fatto carriera sputando sul proprio passato: ”Da domenica è Piero Fassino il capo dello schieramento riformista, non Rutelli o Veltroni o D’Alema… Fassino lo è diventato perché ha dimostrato di possedere ciò che in politica quasi sempre paga: il coraggio di mettersi in gioco personalmente”. Capito? Altro che “insipienza”!. Fassino ha provocato sapendo bene dove andava a parare. E in cambio non ha dovuto subire alcuna violenza.
Il paragone con il ’77 fa sghignazzare. Se il gruppo dirigente Pci dell’epoca avesse provato ad entrare di forza magari nel corteo del 12 marzo ’77, dopo l’assassinio di Lorusso, sarebbero rimaste sul terreno parecchie decine di persone: stavolta neanche un graffio a nessuno. Io per primo sono sbalordito di fronte al tasso di “pacificità” anche dei più antagonisti: è come se l’uso della forza, anche di fronte ai soprusi più ignobili, fosse oramai paralizzato dalla ossessionante campagna pacifista. E ciò malgrado, si demonizza una civilissima e fin troppo tollerante contestazione a chi della guerra è complice e fautore, a chi ti viene pure a sfottere nei tuoi spezzoni: contestazione operata non da questo o quel gruppo organizzato, non da disobbedienti o Cobas solo o soprattutto, ma da un popolo della sinistra sociale di tutte le aree, disgustato da ciò che persino un nostro nemico storico come Cossiga (cfr. l’articolo su Liberazione con lo pseudonimo di Mauro Franchi) ha chiamato “presuntuosa imprudenza e dannosa provocazione: la partecipazione indisturbata di Fassino, dopo che egli accanto ai postfascisti di An, ai berlusconiani e agli ambasciatori di Spagna aveva dimostrato a favore di Aznar, sarebbe stato un equivoco che avrebbe nuociuto non solo alla causa della pace ma allo stesso centrosinistra prodiano che dei voti dei pacifisti avrà bisogno: e Prodi l’ha capito e Fassino no.
Forse in questo caso una “mite violenza “ era non solo un diritto ma un dovere”. Perché cari Ciotti, Strada e Zanotelli, ciò che introduce e introdurrà tra noi continui elementi di divisione non è la violenza, incredibilmente assente anche da conflitti sociali durissimi; ma la ripresa “alla grande” dell’invadenza politicista di una sinistra liberista che non è meno guerrafondaia e padronale della destra ma che secondo molti di voi ha il ruolo dei “compagni che sbagliano”però pur sempre “nostri” alleati per cacciare il mostruoso Berlusconi. Voi che volete manifestazioni per la pace aperte a tutti, avreste accettato Berlusconi e i suoi nel corteo? E avreste condannato eventuali contestazioni? Certo che no: ma per voi Fassino e D’Alema sono ben altra cosa. Per noi sono quelli che hanno fatto la guerra alla Jugoslavia, che hanno applaudito a quella in Afghanistan, che oggi vogliono che le truppe restino in Iraq esattamente come Berlusconi. Se si fa finta di non vedere che ciò che ha oscurato i motivi della manifestazione del 20 è questa “sinistra” e non presunti “violenti” che non esistono (esistono tantissimi/e “indignati/e” che, come Gino Strada, chiamano “gentaglia” e “delinquenti politici” questi “sinistri” e non vogliono sfilare con loro come non lo farebbero con Berlusconi), si fa la figura delle star che si lamentano perché qualche altra star “violenta” ha rubato loro il palcoscenico! Ad maiora.
Piero Bernocchi