Home > G8, per la Diaz preliminari lunghissimi
Fissate 30 udienze dal gup
Genova Trenta giornate, già stabilite in un calendario interminabile che
arriverà alle soglie del 2005, per un’udienza preliminare. E’ quella che
vedrà, davanti al gip Daniela Faraggi, i poliziotti (dirigenti,
funzionari, agenti) sotto accusa per il blitz alla scuola Diaz. Trenta
udienze, a partire dalla fine di giugno, che danno la misura della
rilevanza del procedimento: 29 imputati, 94 parti lese, migliaia di
pagine, di fotogrammi, di immagini da visionare. «Un’udienza preliminare
dalla lunghezza abnorme - spiega l’avvocato Giuseppe Gallo, uno dei
difensori dell’attuale capo dell’antiterrorismo Francesco Gratteri - che
dimostra, in questo caso, l’estremo scrupolo con cui i magistrati
vogliono analizzare la questione».
Trenta giornate, solo per la vicenda Diaz. Mentre sono in arrivo le
richieste di rinvio a giudizio per le violenze nella caserma-carcere di
Bolzaneto (che slitteranno ancora di qualche giorno, dopo un nuovo
interrogatorio del generale della polizia penitenziaria Oronzo Doria) e
mentre si profila un processo bis per devastazione e saccheggio, oltre a
quello già in corso nell’aula bunker di palazzo di giustizia. Un’altra
cinquantina di manifestanti, infatti, finirà probabilmente alla sbarra.
Una serie di appuntamenti processuali che rischia di mandare alle corde
la "tenuta" delle strutture logistiche, ma anche delle risorse umane
della magistratura genovese.
L’udienza di ieri, nel processo contro i 25 presunti black bloc
italiani, è stata contrassegnata dalla consueta sequenza di schermaglie
procedurali, che hanno fatto slittare ancora la visione di un filmato di
tre ore e mezza sugli scontri nelle strade del luglio 2001. Eccezioni
degli avvocati, alcune davvero avventurose, che hanno fatto perdere la
pazienza al presidente del tribunale Marco Devoto: «Cari avvocati,
abbiamo discusso per tre ore di eccezioni improponibili, naturalmente
tutte respinte. E non mi fate aggiungere di più, potrei dire delle cose
non simpatiche».
Una curiosità. Una delle eccezioni sollevate, appellandosi a una
violazione costituzionale, è apparsa identica a quella mossa ai
magistrati milanesi nel processo Sme. «Effettivamente - ha commentato un
legale - è una vicenda analoga a quella del processo Previti». Un
fascicolo intestato a ignoti che ha dato origine a tutta l’inchiesta ma
che non è consultabile (proprio perché rimasto intestato a ignoti) dagli
avvocati difensori. Lì, spiegano, potrebbero esserci anche prove a
favore degli imputati, ma non è possibile saperlo. E’ la seconda volta
che, in un gioco processuale che sembra divenire un assurdo politico, il
processo ai no-global segue tracce parallele alle vicende giudiziarie
legate al presidente del Consiglio. In precedenza i legali del
manifestanti sotto accusa hanno giocato la carta della "Cirami", il
legittimo sospetto; richiesta sulla quale la Cassazione deve ancora
pronunciarsi.
il secolo xix