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GENOVA: LAVORATRICI E LAVORATORI DELLE COOPERATIVE SOCIALI VOTANO QUASI AD UNANIMITA’...

Publie le domenica 4 luglio 2004 par Open-Publishing

GENOVA: LAVORATRICI E LAVORATORI DELLE COOPERATIVE SOCIALI VOTANO
QUASI AD UNANIMITA’ CONTRO LA FIRMA DEFINITIVA DELLA BOZZA DI
ACCORDO PER IL RINNOVO DEL CCNL FIRMATO IL 26 MAGGIO SCORSO DA
CGIL, CISL E UIL E RICHIEDONO IL REFERENDUM TRA TUTTI
LAVORATORI.

Genova, 02 Luglio

Si è svolta questo pomeriggio la prima delle due assemblee di
consultazione dei lavoratori sull’ ipotesi di contratto firmato
il 26 Maggio scorso tra Cgil, Cisl, Uil e le Centrali
Cooperative.
Presenti un membro della Segreteria Nazionale Cisl ed esponenti
delle Segreterie Provinciali e Regionali dei sindacati
confederali, hanno partecipato alla consultazione oltre 50
lavoratori delle cooperative sociali genovesi.
E’ stata presentato da un gruppo di lavoratrici e lavoratori un
documento-mozione contrario alla firma dell’ Accordo e a favore
dell’ istituzione di un Referendum esteso a tutti i lavoratori
del settore. Il Documento (che si allega) è stato sottoscritto
dalla maggioranza dei presenti, anche da quanti non hanno potuto
presenziare al voto finale.
A questo hanno partecipato 36 votanti, 29 dei quali si sono
espressi contro l’ accordo e per il Referendum, 4 lo hanno
approvato e 3 si sono astenuti.
La seconda Assemblea di consultazione si svolgerà Lunedì 5 Luglio
p.v.

Nel 1992, anno a cui risale il primo contratto nazionale delle
cooperative sociali, il settore che veniva regolamentato
presentava un estrema varieta’di tipologie contrattuali e
condizioni molto differenti fra gli operatori per trattamento,
diritti e condizioni di lavoro: complessivamente un settore con
moltissime ombre in cui l’introduzione di un quadro normativo e
retibutivo omogeneo poteva costituire una significativa novita’ e
un primo passo per dare sistemazione definitiva e prospettive
meno incerte a un settore che vedeva crescere rapidamente il
numero degli addetti impegnati in servizi di pubblica
rilevanza.
Sono passati pochi anni da allora e si puo’ tranquillamente
affermare che le speranze di un miglioramento sono state
completamente disattese. Peggio: considerato il generale e
complessivo degrado delle condizioni economiche e il
deterioramento del quadro normativo riguardante il lavoro il
settore della cooperazione sociale puo’ essere definito senza
tema di smentita come uno dei piu’ esposti ai fenomeni di
precarizzazione, perdita di potere d’acquisto, contrazione dei
diritti e incertezza rispetto al futuro occupazionale (per tacere
di quello pensionistico).
I rinnovi contrattuali di questi anni hanno obbedito solo a
logiche di compatibilita’ economica imposti dalle centrali
cooperative e nullo e’ stato il miglioramento delle condizioni
economiche e normative per i lavoratori. A questa regola non
sfugge purtroppo l’ultimo accordo in via di definizione che
riesce anzi nell’impresa di peggiorare cio’ che sembrava il punto
piu’ basso mai raggiunto nella storia della contrattazione.

Un Contratto che, è bene ricordarlo, non rispetta da sempre
nemmeno le "regole" degli accordi del ’93, non rinnovando i
bienni economici ed essendo di fatto basato sul quadriennio.

Prima di esaminare in sintesi i termini di questo pessimo accordo
nei suoi aspetti piu’ negativi e’ necessaria una breve premessa
in ordine al metodo seguito nella definizione degli obbiettivi
rivendicativi e nel loro conseguiemento.

L’ accordo raggiunto disattende completamente la Piattaforma
rivendicativa presentata a suo tempo dalle OO.SS., non
raggiungendo alcuno degli obbiettivi proposti.
Questo complessivo cambiamento di rotta è avvenuto senza la
minima consultazione dei lavoratori, tenuti all’ oscuro della
trattativa in corso e mai chiamati, come consolidata consuetudine
del settore, ad alcuna forma di mobilitazione per sostenere le
proprie rivendicazioni.

Riteniamo gravissimo, ad esempio, che nessun tipo di battaglia,
tanto a livello nazionale che locale sia stata intrapresa per
contrastare le recenti modifiche alla legge 142 sulla figura del
socio lavoratore introdotte con la Legge 30, autentica mannaia
sui diritti dei lavoratori di cooperativa.

Entrando maggiormente nel dettaglio dell’ipotesi di accordo non
si puo’ non incominciare dalla parte relativa agli adeguamenti
salariali e al recupero degli arretrati.
Anche qui e’ necessaria una piccola premessa. Le oo.ss. vantano
di aver concluso un
accordo che prevede aumenti mediamente superiori a quanto sta
avvenendo per altri rinnovi e in grado di recuperare il potere
d’acquisto perduto. Da dove traggano gli elementi per giungere a
tali conclusioni non e’ dato sapere. In media infatti le
spettanze arretrate ammontavano a circa 2500 euro: ne arriveranno
la bellezza (si fa per dire) di poco più di 400. Ma non basta :
gli arretrati saranno diluiti in 18 tranches . E qui non si
puo’proprio tacere il contenuto umiliante per le lavoratrici ed i
lavoratori di questa trovata. Non e’ finita qui pero’. Oltre agli
arretrati andati in fumo anche gli aumenti vengono annacquati in
modo tale da renderli pressoche’ invisibili per le esangui tasche
dei lavoratori. I 120 euro (in media) di aumenti vengono infatti
suddivisi in tre scaglioni e andranno a regime giusto in tempo
per la scadenza di questo contratto. Cosi’ sommando arretrati
perduti e adeguamenti scaglionati la perdita per un 5° livello si
aggira sui 3000 euro. Considerati i nostri stipendi parliamo di
cifre da capogiro, altro che recupero di potere d’acquisto!

Non possiamo dimenticare che trattamento decisamente diverso era
stato riservato ai dirigenti delle associazioni cooperative: dopo
solo 3 mesi dalla scadenza del contratto, nell’ Aprile del 2002,
era stato loro rinnovato il biennio economico 2001/2002, con un
aumento mensile di 261 euro e 500 euro una tantum per i tre mesi
di arretrati...!!!

Passando dal quadro economico a quello normativo il panorama non
muta per niente. Innanzitutto, ricollegandosi alla questione
salariale, dobbiamo denunciare con forza che, se non bastassero
i soldi persi con i meccanismi sopra descritti, si e’ inserito
una clausola di gradualita’ che consente alle centrali
cooperative di non applicare gli aumenti retributivi fino al
31/12/2006 (!). In un settore dove i contratti son largamente
disattesi e abbonda nero e precariato il buon senso imponeva la
richiesta stringente di un applicazione effettiva e rapida dei
contratti e non il via libera alla disapplicazione su larga scala
seguendo il solito perverso realismo a senso unico.

Abbiamo gia’ detto di come questto accordo abbia totalmente
disatteso la stessa piattaforma presentata. Nessun riconoscimento
per il lavoro nei festivi, nessuna garanzia di mantenimento dell’
anzianità nei cambi di gestione, nessuna indennità a premiare i
sacrifici di quelle lavoratrici e lavoratori che hanno conseguito
la qualifica di OSS, nessun aumento per le varie indennità, solo
per citare alcune omissioni.
Ma appare gravissimo che si sia fatta sparire l’ indennità del
10% sul part time misto prevista dal vecchio contratto. Nei mesi
scorsi, in Toscana, molti educatori scolastici avevano vinto una
causa di lavoro proprio per vedersi riconosciuta l’ applicazione
di questa indennita’...!

L’apice pero’ lo si tocca con il recepimento della Legge 30.
Si puo’ tranquillamente affermare che si è inserito nel contratto
piu’ flessibilita’, arbitrio e squilibrio di rapporti in un
settore che gia’ vantava un triste primato in questi campi. Con
le norme sul part-time si apre la porta ad un aggravio delle
condizioni e dei tempi di lavoro nonche’ad un aumento del potere
ricattatorio delle cooperative, che gia’ hanno visto sancire con
la legge 30 la prevalenza del legame associativo su quello di
lavoro; con le norme sul contratto di inserimento, che , va
ricordato, riguarda una platea amplissima di soggetti, ci
troviamo di fronte al rischio concreto di disparita’ di
trattamento salariale su vasta scala nonche’ ad una norma in
grado di rendere ancora piu’ grave e marcato il fenomeno nefasto
delle gare al ribasso. Con le norme relative alle clausole
flessibili ed elastiche anche all’atto della firma del contratto
di assunzione lavoratore e cooperativa possono decidere di
inserire appunto delle “clausole”, che il lavoratore è tenuto a
rispettare e che possono riguardare maggiori prestazioni di
lavoro se richieste, variazione della organizzazione dell’orario,
delle giornate di lavoro.In questo settore ancor piu’ che in
altri quale lavoratore o lavoratrice si può permettere, all’atto
della firma, con il bisogno di lavorare e di un salario, di
rifiutare clausole anche pesanti? E’ vero che viene mantenuto,
contrariamente all’ impostazione originale della legge, il
diritto di recesso da parte del lavoratore dopo 6 mesi, ma
conosciamo bene, purtroppo, le condizioni di grande ricattabilità
cui spesso sono fatti oggetto soci e lavoratori.

Interventi peggiorativi si registrano anche sull’orario di
lavoro, recependo il Dlgs. 66/03 e intervenendo addirittura in
deroga su alcune norme dello stesso. Laddove la normativa
prevedeva 11 ore di riposo nelle 24 ore, che coincideva con il
far passare 11 ore tra un turno ed un altro, adesso questo tempo
viene ridotto ad 8 ore. Se con le 11 ore era possibile opporsi ai
pesanti turni Mattina/Notte, ora cio’ non e’ piu’ possibile. E
ancora, dalle otto ore previste per la durata massima dell’
orario di lavoro notturno si passa alle 12 ore.

Abbiamo qui elencato solo alcuni dei punti di maggiore dissenso
rispetto all’ipotesi di accordo che non esauriscono certo il
campo delle critiche possibili. E’ doveroso pero’ menzionare
ancora un punto che da’ bene la misura dell’inadeguatezza
dell’azione delle oo.ss. : parliamo del salario convenzionale. Ad
ogni rinnovo si proclamava la volonta’ di eliminarlo
definitivamente e puntualmente eccolo ricomparire in questo
accordo insieme ad un tortuoso meccanismo per superare "in un
congruo numero di anni" (testuale) questa vergogna. Non ci vuole
grande capacita’ previsionale per indovinare che lo trovereremo,
vivo e vegeto, anche nei futuri contratti.

In conclusione possiamo affermare che cio’ che ci spinge a
bocciare tale accordo, al di la’dei singoli punti, e’ il
misconoscimento delle reali problematiche del settore e la totale
assenza di volonta’ di cambiamento che traspare da questa bozza
di accordo e che fa presagire un futuro ancor peggiore del
presente (anche se cio’ sembra impossibile).

A fronte di quanto esposto e dei ben noti problemi legati alle
agibilita’ sindacali ed alla scarsa penetrazione delle OO.SS
chiediamo che l’ accordo venga sottoposto a Referendum tra tutti
i lavoratori del settore.

Non vorremmo, infine, a livello territoriale, rimanere
ulteriormente esclusi dalla contrattazione di secondo livello,
già attiva in altre regioni seppur con risultati non propriamente
"esaltanti" per i lavoratori.

A questo riguardo impegnamo fin d’ ora le OO.SS ad attivare tutte
le procedure previste nel rispetto dei tempi indicati dal CCNL.

Nella malaugurata ipotesi che questo Accordo venisse
definitivamente sottoscritto, chiediamo l’ impegno delle OO.SS di
attivarsi con le controparti a livello locale per stipulare,
quanto prima, intese decentrate con l’ obbiettivo di:

*Anticipare i tempi di pagamento delle tranches retributive;
*Individuare un’ indennita’ economica per le figure OSS;

Chiediamo infine di lavorare negli ambiti istituzionali locali
affinchè nel regolare le gare d’ appalto di pubblici servizi e
gli accreditamenti, siano salvaguardati in egual misura i diritti
di tutti i lavoratori, soci e dipendenti, nel rispetto della
contrattazione nazionale, per condizioni di lavoro stabili e non
precarie, assegnando punteggi significativi a quelle cooperative
che non faranno ricorso alle tipologie contrattuali previste
dalla Legge 30.