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Hamas è una creazione del Mossad

Publie le venerdì 26 marzo 2004 par Open-Publishing

Secondo Zeev Sternell, storico all’Università Ebraica di
Gerusalemme, "Israele ha ritenuto che fosse opportuno e astuto
spingere gli islamici contro l’organizzazione per la liberazione
dalla Palestina (OLP)".

Grazie al Mossad, "l’istituzione israeliana per l’Intelligence e le
operazioni speciali", è stato consentito ad Hamas di rinforzare la
sua presenza nei territori occupati. Nel frattempo il movimento di
Arafat per la liberazione della Palestina, Fatah, così come la
sinistra palestinese sono stati sottoposti alla più brutale forma di
repressione e intimidazione.

Non dimentichiamoci che fu Israele che, nei fatti, creò Hamas.
Secondo Zeev Sternell, storico all’Università Ebraica di
Gerusalemme "Israele ha ritenuto che fosse opportuno e astuto
spingere gli islamici contro l’organizzazione per la liberazione
dalla Palestina (OLP)".

Ahmed Yassin, la guida sprituale del movimento islamista palestinese,
di ritorno dal Cairo negli anni settanta, fondò un’associazione
islamica caritatevole. Il Primo Ministro israeliano, Golda Meir, vide
in ciò un’opportunità di controbilanciare l’ascesa del movimento
Fatah, di Arafat. Secondo il settimanale israeliano Koteret Rashit
(ottobre 1987), "le associazioni islamiche e le università erano
state sostenute e incoraggiate dall’autorità militare israeliana"
incaricata dell’amministrazione (civile) di Gaza e della West
Bank. "Esse (le associazioni islamiche e le università) erano state
autorizzate a ricevere finanziamenti in denaro dall’estero".

Gli Islamisti fondarono orfanotrofi, ospedali, una rete di scuole,
posti di lavoro anche per le donne e aiuti finanziari per i poveri.
Nel 1978 crearono "l’Università Islamica", a Gaza. "L’autorità
militare era convinta che queste attività avrebbero indebolito sia
l’Olp che le organizzazioni di sinistra, a Gaza". Alla fine del 1992
c’erano 600 moschee a Gaza. Grazie all’agenzia di intelligence
israeliana, Mossad, fu dato modo agli Islamisti di rinforzare la loro
presenza nei territori occupati. Nel frattempo i membri di Fatah
(Movimento per la Liberazione Nazionale della Palestina) e la
sinistra palestinese era oggetto della più brutale forma di
repressione.

Nel 1984 Ahmed Yassin venne arrestato e condannato a 12 anni di
prigione, dopo la scoperta di un nascondiglio di armi. Ma un anno
dopo fu liberato e riprese le sue attività. E quando l’Intifada
cominciò, nell’ottobre 1987, prendendo gli Islamisti di sorpresa, lo
Sceicco Yassin rispose creando Hamas (il Movimento di Resistenza
Islamico): "Dio è il nostro inizio, il profeta il nostro modello, il
Corano la nostra costituzione", proclama l’articolo 7 del documento
base dell’organizzazione.

E ancora, Ahmed Yassin era in prigione quando gli accordi di Oslo
(dichiarazione dei principi per un Auto-Governo ad interim) furono
firmati nel settembre 1993. Hamas aveva del tutto rifiutato quegli
accordi. Ma a quel tempo il 70% dei palestinesi condannavano gli
attacchi contro i civili israeliani. Yassin fece tutto quanto era in
suo potere per minare gli accordi di Oslo. E in questo, anche prima
della morte del primo ministro Rabin, aveva il sostegno del governo
israeliano. Quest’ultimo era infatti molto riluttante rispetto al
rettificare un accordo di pace.

Hamas lanciò dunque una ben pianificata e perfettamente cronometrata
campagna di attacchi contro civili: un giorno prima della riunione
tra i negoziatori palestinesi e israeliani allo scopo del
riconoscimento, da parte di Israele, dell’Autorità Nazionale
Palestinese. Questi eventi erano in gran parte strumentali alla
formazione di un’estrema destra di governo, in Israele, dopo le
elezioni del maggio 1996.

A quel punto, inaspettatamente, il Primo Ministro Netanyahu ordinò il
rilascio dello Sceicco Ahmed Yassin dalla prigione (per motivi
umanitari), dove stava scontando un ergastolo. Intanto Netanyahu,
insieme al Presidente Bill Clinton, facevano pressioni su Arafat
affinchè controllasse Hamas. In effetti Netanyahu sapeva che gli
Islamisti avrebbero potuto, ancora una volta, sabotare gli accordi di
Oslo. Quindi fece ancora di peggio: dopo aver espulso Yassin in
Giordania gli permise di tornare a Gasa, dove venne ricevuto in
trionfo, da eroe, nell’ottobre 1997.

Arafat rimase solo a fronteggiare questi eventi. Inoltre, a causa del
supporto che aveva manifestato nei confronti di Saddam Hussein
durante la Guerra del Golfo del 1991 (mentre Hamas si asteneva
cautamente dal prendere posizione), gli stati del Golfo decisero di
tagliare ogni finanziamento all’Autorità Palestinese. Tra il febbraio
e l’aprile del 1998, lo Sceicco Ahmad Yassin era, invece, in grado di
ottenere molte centinaia di milioni di dollari da quegli stessi
paesi. Il budget di Hamas diventava così superiore rispetto a quello
dell’Autorità Palestinese. Queste nuove fonti di finanziamenti
permisero agli Islamisti di svolgere efficacemente le varie attività
caritatevoli. Si stima che un palestinese su tre riceva aiuti
economici da Hamas. Riguardo a ciò Israele non ha mai fatto nulla,
nessun azione per porre freno all’afflusso di soldi ad Hamas, nei
territori occupati.

Hamas aveva costruito la sua forza tramite i vari atti di sabotaggio
al processo di pace, in modo perfettamente compatibile con gli
interessi del governo israeliano. In cambio, quest’ultimo otteneva di
impedire anche l’applicazione di quanto stablito a Oslo. In altre
parole, Hamas stava svolgendo le funzioni per le quali era stato
originariamente creato: prevenire la creazione di uno Stato
Palestinese. E a questo proposito Hamas e Ariel Sharon sono
esattamente sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda.

Traduzione a cura di Nuovi Mondi Media

Fonte: http://globalresearch.ca/articles/ZER403A.html