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Il fascino discreto del voto borghese...
par Francisco
Publie le mercoledì 27 febbraio 2013 par Francisco - Open-PublishingIl voto è borghese, noi lo rifiutiamo ma contraddittoriamente continueremo a credere che con esso si possa governare il cambiamento, finché lo sfruttano gli "altri", per governarci s’intende, se non altro per dover ammettere che con esso si domina. Nelle nostre nicchie antagoniste ci sediamo in poltrona a vederci questo film come d’abitudine, ci si lecca qualche ferita, i lividi passeranno e ogni tanto lanceremo un pensiero nostalgico ai compagni sequestrati dalle gendarmerie.
Gli assenti nel confronto politico e sociale da oggi in poi saranno tutti quelli che da sempre e in questi anni hanno vissuto in prima fila per i diritti sul lavoro, per la riduzione dell’orario, negli scioperi, sulle barricate, nella difesa della scuola pubblica, della sanità pubblica, del trasporto pubblico, delle pensioni, dei salari, delle strutture strategiche per il paese tutto, contro la Tav, dalMolin, muose, contro l’imperialismo coloniale, contro l’israeliana politica occupatrice di terre altrui in nome del loro dio (dio è trino come sempre: sciamano, ricco, oppressore), contro la troika e un capitalismo che ormai è una matrioska senza fondo con un numero infinito di tritacarne, una sorta di stomaco che riesce a fagocitare e digerire tutto ciò che lo combatte espellendolo sotto forma di merda. Il capitalismo ne esce sempre satollo e ben pettinato, guida insostituibile del nostro futuro, chissà per quanto ancora.
Poi ti arriva il condottiero che con la sola arma del megafono, megafono lucidato e ingrandito da chi governa i media, raduna folle rivoluzionarie e pur restando da sempre nelle retrovie (armiamoci e partite) raccoglie in un sol colpo la benevolenza del capitale (fuor di dubbio che lo "tollera"), dei razzisiti, xenofobi, antiAntiantifascisti e contemporaneamente di un larga fetta di quei famosi spettatori di cui sopra, suscitandone addirittura ammirazione, invidia e qualche speranza e consenso elettorale.
Da importanti media a noi "tutti" vicini s’è anche ventilata la speranza che una situazione così confusa (confusa?) e instabile ci aprirà uno spazio... saperne cosa fare sarebbe assai interessante però. Si legge così di chi confida nelle contraddizioni all’interno di quel soggetto di neoVincente politica sociale arrivando a "tifare rivolta" all’interno dello stesso.
A costoro che agiscono con la soddisfazione d’essersi levato qualche sassolino dalle scarpe causa insulsi vecchi rancori con gli ex compagni di viaggio mi vien da dire solo che "tiferanno merda".