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L’AMOUR EN FUITE

Publie le domenica 5 dicembre 2004 par Open-Publishing

Dazibao Cinema-video - foto Enrico Campofreda


di Enrico Campofreda

Sorprendente, stralunato, fantasioso, egocentrico Doinel. Con ‘L’amour en fuite’ il suo ciclo si chiude ma noi vorremmo che la sua storia fosse infinita. Troppo giovane per non innamorarsi ancora, troppo giovane ed estroso il suo alter ego per lasciare anzitempo la cinepresa. L’amore che è il motore della vita s’avvìa e s’inceppa per poi ripartire. Importante è incontrarlo, farsi scaldare, viverlo con coinvolgimento e palpitazione. Si potranno verificare tradimenti, pentimenti, cambi di partner, e per gioco del destino molti protagonisti si troveranno a incrociare ancora le proprie strade.
Truffaut ci offre con le vicende del suo eroe una magnifica lezione: nella vita e nell’amore non occorre mai lasciar nulla d’intentato. Occorre sognare e osare. Esser caparbi, fortunati certo perché il fato segue il suo corso, ma anche artefici del proprio destino. Bisogna accettare i propri difetti per poter amare gli altri, la perfezione non esiste. Esistono ragioni ed emozioni e quest’ultime non vanno mai sacrificate.

Al centro sta naturalmente l’irrisolto e sognatore Doinel, stavolta colto nel
momento tragico ma composto del divorzio da Christine. Lui, che ora amoreggia con Sabine, quasi dimentica il giorno dell’udienza. Va sempre di corsa e quando incontra, fra un colloquio con l’avvocato e uno col giudice, l’ex moglie rivede tratti della vita scorrergli al fianco. Dopo la storia con l’inafferrabile Colette, con Christine ha vissuto un amore borghese ma anche il rapporto con questa ragazza rassicurante s’è incrinato. Hanno avuto un figlio, Alphonse, che però non li salva dalla crisi. Antoine è egocentrico, narciso, instabile, anche affettuoso ma troppo amante delle donne per non cadere in nuove tentazioni. Una si chiama Liliane, allieva di violino di Christine e temuta sua possibile seduttrice: Doinel fantastica su un’inclinazione lesbica della donna, per poi finirci a letto e venire scoperto dalla moglie. E’ l’inizio della crisi matrimoniale che avrà lo strascico di litigi, separazioni e fughe.

Ma Doinel si fa amare dal pubblico prima che dalle donne. Sabine, l’ultima compagna, scettica per le stramberie di Antoine pensa che anche lui, come altri uomini, l’abbia abbordata nel negozio di dischi dove lavora. Dovrà ricredersi. Il susseguirsi di vicende amorose ha suggerito a Doinel la stesura d’un libro e la sua ex Colette - ora avvocato che l’ha visto con l’ex moglie in tribunale in occasione del divorzio - s’imbatte nel libro e lo legge interessata. Lo fa mentre prende un treno alla Gare de Lyon e non sa che il destino gli ha preparato un incontro con Antoine che è sulla stessa banchina ad accompagnare il figlio. I due incrociano gli sguardi mentre il treno si muove, si salutano, si rivedranno, forse.

Doinel non può perdere un’occasione così ghiotta: prende quel treno al volo e fa chiamare al vagone ristorante Colette. Che è sorpresa, lusingata, intrigata ma appena trascorre un po’ di tempo con lui rinascono le tensioni. Gli rimprovera il passato, un atteggiamento amoroso rivolto più alla famiglia che a lei stessa (“Ripensaci, corteggiavi la mia famiglia, non me”). Gli ricorda l’occasione perduta (“Forse non ti amavo Antoine, ma mi piacevi, mi piacevi moltissimo”). E lui vistosi ancora una volta respinto non può restare, deve fuggire. Tira l’allarme del treno e corre via per la campagna come faceva da ragazzo: via dalla famiglia, dalla scuola, dal riformatorio, dalle donne. Doinel è in fuga dalla vita, anche se cerca punti fermi. Solo lettura e scrittura ne placano l’ansia.

I ricordi lo tallonano e si materializzano in persone del passato; è sempre la casualità a determinare gli incontri. L’amante-capufficio della madre, ad esempio, che dopo la scomparsa della donna ne vive così intensamente il ricordo che è commosso d’imbattersi in Antoine e deve baciarlo. E mentre Colette e Christine s’incrociano, casualmente anch’esse, sulle scale dell’abitazione di Sabine, lei vuol rompere con Doinel. Stanca delle insicurezze dell’amante gli getta in faccia le lettere d’amore ma scopre come lui sia giunta al suo cospetto. Antoine attendeva il suo turno davanti a una cabina telefonica e ascoltò l’alterco d’un uomo che in un moto di rabbia stracciò una foto. Antoine ne raccolse i frammenti, li ricompose. Era il volto d’un’affascinante ragazza. La guardò e se ne innamorò. Non sapeva chi fosse ma intanto se ne innamorò. Poi iniziò la ricerca. Tra i suoi mestieri c’era stato quello d’investigatore (cfr. Baisers volées) perciò risalì tramite il fotografo al nome della ragazza fino ad arrivare al negozio di dischi dove lei lavorava.
Dunque non era giunto lì per caso. Amava Sabine ben prima d’averla vista in carne ossa. Indomito sognatore, prima che romanziere. Sabine non può che rimanerne stregata. Sarà un farfallone però Doinel riesce a trasmettere emozioni. Come non poterlo amare ancora?

Regia: François Truffaut
Soggetto e sceneggiatura: François Truffaut, Marie-France Pisier, Jean Aurel, Suzanne Schiffman
Direttore della fotografia: Nestor Almendros
Montaggio: Martine Barraqué
Interpreti principali: Jeanne-Pierre Léaud, Marie-France Pisier, Claude Jade, Dani, Dorothée, Rosy Varte, Daniel Mesguich, Julien Bertheau
Musica originale: Georges Delerue
Produzione: Les Films du Carrosse
Origine: Francia, 1978
Durata: 94’