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Manifestazione contro la guerra del 20 marzo: dichiarazione del presidente nazionale Arci

Publie le martedì 23 marzo 2004 par Open-Publishing

Il deprecabile episodio di intolleranza di sabato non deve oscurare il valore e i contenuti di quel grande oceano pacifico che ha invaso Roma

Dichiarazione del presidente nazionale Arci Tom Benetollo

L’ intolleranza, negli atteggiamenti e nelle azioni, è inaccettabile. Lo è anche quella delle parole (ovviamente cosa diversa dal dissenso). Ribadiamo la solidarietà con quanti hanno subito gravi intolleranze in occasione della manifestazione pacifista - noi che siamo coerentemente nonviolenti e siamo da sempre impegnati in movimenti pacifici.

Ci amareggia che ci sia stato un episodio tanto incompatibile con l’impostazione ideale e progettuale della manifestazione, impostazione per la quale il Comitato organizzatore ha unitariamente e lealmente lavorato.

Ci amareggia altresì che persone tornino da quella manifestazione con una brutta esperienza personale e politica addosso.

E’ doveroso che si dia la più chiara informazione su come si sono svolti i fatti. E’ su quanto è effettivamente avvenuto che si devono basare riflessioni e giudizi.

I media si sono concentrati essenzialmente su questa vicenda, e -a seguire- sulle polemiche tra i partiti. E’ logico, visto il rilievo della vicenda, che questo avvenga.

Eppure, i media non sono tutto. Ci sono -come dire?- anche i cittadini. Un milione di persone ha sfilato pacificamente e con grande determinazione, a Roma. Contro la guerra, le stragi terroristiche e la violenza.

Le previsioni dei soliti falsi profeti parlavano di flop (lo hanno invocato in tanti), o al massimo di qualche migliaia di isolati partecipanti. Eravamo invece davvero un oceano pacifico, pieno di voci vive, circondati da grande consenso popolare.

Ma, di nuovo, si cerca di gettare nebbia sul valore del movimento per la pace. Forse perché è una grande, aperta forza di cittadinanza. Questa forza è stata dichiarata spenta molte volte, e invece è progressivamente diventata un punto centrale della vita civile, culturale, politica del paese. Una forza libera, fiera della sua autonomia dalla Realpolitik.

Chi è scomodo non riceve regali. Al movimento non importa. Non li ha mai chiesti. Anzi, è lui stesso che regala alla democrazia beni primari: la partecipazione, l’impegno, la solidarietà. E, se vincesse, pensate: un mondo libero dalle guerre.

Un obiettivo enorme. Che richiede una gigantesca confluenza di energie, una profonda cultura unitaria, su contenuti chiari e forti. Su questa strada è necessario continuare. La spirale si allarga
minacciosamente: l’Iraq è un orrore, il Medio Oriente è un’incessante esplosione - in questi momenti, perfino di più -mentre nei Balcani riemergono nuovi inquietanti pericoli. Mettiamo sopra ogni cosa l’unità, nella lotta contro la guerra.