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PER FAVORE, NON ATTACCATECI!

Publie le mercoledì 1 febbraio 2012 par Open-Publishing

Il governo Monti è europeista, nel senso che vuole assicurare all’eurozona che l’ economia dell’ Italia sia vitale, nonostante lo Stato abbia un debito pubblico dichiarato, non so se pari o superiore o inferiore alla Francia o alla Spagna, oppure alla Germania. Sta di fatto che l’economia di una Nazione se la stessa contrae un debito molto elevato non può svilupparsi con l’aumento del PIL, quando è necessario contrarre la spesa pubblica ed aumentare il gettito fiscale! Aumento pressione fiscale = aumento dei prodotti a consumo e conseguente diminuzione della spesa pubblica. Riduzione delle risorse finanziarie alle amministrazioni dello Stato = minore reddito d’ impresa e rischio fallimento. In estrema sintesi il governo Monti garantisce la difesa dell’ euro, come valore di equilibrio economico internazionale, ma non come costo effettivo della moneta! Il dramma sta racchiuso in una scelta di individuazione di una moneta unica che, di fatto, ha asservito alla sua circolazione culture disomogenee, lingue diverse, sovranità politiche nazionali e differenti economie. Un bel divario, insomma! Purtroppo è andata così, sono state fatte queste scelte ed ora non si può tornare indietro! Il peccato d’ origine dell’ europeismo è anti-italiano, anzi, anti mediterraneo. I paesi insulari dell’ Europa hanno cofondato l’ Europa comunitaria in quanto scommettevano fosse il contrario del poco efficente Stato proprio. L’ Italia, per decenni, ha sacrificato ad una fede europeista di commovente santità. Mai in Italia si è discusso d’ Europa, di spread, di default e soprattutto di euro prima di questa crisi. A differenza di tutti gli altri stati membri, ciascuno a suo modo convinto di promuovere i propri interessi nella gloriosa costruzione europea ci siamo convinti che obiettivi nazionali e fini europei fossero identici. Quasi che nei palazzi di Bruxelles e di Strasburgo si respirasse una magica atmosfera sovranazionale, meglio, sovrumana, che ne rendesse gli eterei abitatori dimentichi delle comunità di appartenenenza per dedicarsi al bene comune. Una sorta di neostoicismo europeistico in attesa del sul MARCO Aurelio, in questo caso del suo Mario Monti! La democrazia non è sospesa, è solo rinviata a quando questo governo se ne andrà, ma con quale risultato? La posta in gioco è molto alta: essere costretti a dare fiducia a questi signori che attualmente ci fanno credere e sperare di aggiustare l’ economia italiana, la qualità della nostra vita, delle nostre istituzioni e della nostra geopolitica. Purtroppo il guasto peggiore dell’ europeismo è di avere eroso la fede dei cittadini degli Stati membri, non solo nell’ utilità dell’ Unione Europea, ma nella sua capacità di garantire una pace interna. La battaglia in atto dell’ eurozona è un aguerra virtuale, combattuta con armi apparentemente non letali, ma che diffondono disperazione nel cuore delle nostre comunità, sempre meno coese e più anomiche. Quando scoccherà l’ ora del "si salvi chi può" le campane della libertà e della pace suoneranno a morto. Francesi e tedeschi hanno molta fretta, non possono aspettare l’ ultimo vagone dell’ euroconvoglio. Puntano a stipulare un accordo bilaterale stile Shengen, cui si accorderebbero i virtuosi nordici, Olanda, Austria, Finlandia, Belgio e Lussemburgo. Per gli altri la porta non sarebbe formalmente chiusa, purchè firmassero col sangue un nuovo europatto e si adattassero a ritoccare in senso rigoristico il Trattato di Maastricht, come sta, in fondo, avvenendo qui in Italia! La conseguenza quale sarà? L’ Eurozona si spaccherà in due: nascerà il Neuro, ovvero l’euro del nord, mentre il Seuro sarà l’ euro del sud Europa. Quanto agli altri Stati, dieci "soci", Regno Unito, Polonia, Svezia, Norvegia, Svizzera, Liechhtenstein, Islanda, Finlandia, costoro potrebbero formare una specie di area di libero scambio, una sorta di super- Efta. oppure fluttuare liberamente fuori dall’ UE, come vorrebbe un britannico su due. Roma, però, potrebbe far saltare per aria tutto, semplicemente smascherandone i retropensieri fortemente anti-europei, sempre più in crescita alla gente qualunque, non a Monti! Attenzione! La supereuropa dell’ euromarco con postiglione tedesco e ronzino francese sarebbe un disastro non solo per l’ Italia, ma per tutta la filiera. Insomma, siamo entrati, per ora, nell’ impasse di una bella guerra fredda finanziaria di tutti contro tutti, senza esclusione di colpi. Il problema si ripercuote però anche in America, che nel 2010 ha esportato in Europa merci per 240 miliardi di dollari, più del doppio dell’ export in Cina, dove deve proteggere i suoi investimenti a lungo termine. Quanto a Pechino la bonanza volge al termine e l’ impatto dell’ eurocrisi contribuirà a rallentare un ritmo di crescita che a fine decennio potrebbe aggirarsi intorno al 3%, con imprevedibili esiti sociali e politici. I confini della nostra responsabilità sono i confini del nostro pianeta!