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Par condicio, due milioni contano meno di Fini (La mamma di Carlo)
Publie le martedì 23 marzo 2004 par Open-PublishingCara Liberazione, non ero a Roma. Non potevo: come ogni giorno 20, da
trentadue mesi, ero in piazza Alimonda. Naturalmente abbiamo invitato i
compagni e le compagne rimasti a Genova a portare le bandiere della pace.
Naturalmente abbiamo appeso ad un filo il lungo elenco dei nomi delle
vittime iraqene. Naturalmente abbiamo ricordato i morti di Madrid, donne,
uomini, lavoratori, studenti. Naturalmente, perché piazza Alimonda è di
tutte le vittime della violenza, perché Carlo era e rimarrà per sempre dalla
loro parte. Naturalmente abbiamo parlato di alcuni tra i suoi più cari amici
che sono di nuovo, in questi giorni, in Palestina, a portare solidarietà e
testimonianza a quel popolo martoriato. Naturalmente.
A Roma c’era il nostro Presidente con una parte della piccolissima onlus. e
lo striscione del comitato "Piazza Carlo Giuliani".
Dopo aver portato le bandiere anche al presidio in piazza De Ferrari, sono
tornata a casa e ho acceso la tv per vedere le immagini della
manifestazione. Grazie alla par condicio, più di due milioni di persone
cariche di entusiasmo e di amore per la vita hanno avuto la stessa rilevanza
di un vicepresidente del consiglio tetro ed astioso.
Siamo stati abbondantemente informati, inoltre, circa la contestazione al
segretario dei ds: "aggressione squadristica", l’ha definita lui,
dimostrando una volta di più una scarsa memoria dei fatti del passato e una
mancanza totale di rispetto per chi le aggressioni squadriste le ha subite
davvero. E intanto pensavo ai tanti, generosi compagni diessini che ho
conosciuto in lunghi mesi di incontri, dibattiti, convegni in diverse
regioni italiane e che sicuramente erano lì, tra quei due milioni, e che non
sono mai stati d’accordo col "ni" alla guerra dei loro dirigenti politici al
vertice del partito.
Qualcuno, giorni fa, attirandosi aspre critiche da ogni parte, aveva parlato
di "ceffoni umanitari": ricordo che la frase mi aveva fatto ridere, in parte
perché conosco e voglio bene al personaggio pacifista e pacioso che l’ha
pronunciata, in parte perché ricordavo una meravigliosa direttrice didattica
della mia giovinezza che parlava ai genitori di "uno sculaccione dato con
amore" contrapposto alla violenza di una punizione vendicativa ed
inespressa.
Certe contestazioni, lo sappiamo, servono solo a dare fiato alle trombe dei
finti moralisti.
Ma ieri, ne sono sicura, quello che ha bruciato di più al segretario dei ds,
è stato il "ceffone morale" del variegato, determinato popolo della pace che
non accetta né se nè ma.
Al termine dei telegiornali, Roberto Scardova ci ha regalato, con la sua
consueta bravura e sensibilità, un Primo Piano su Ilaria Alpi: i servizi, le
indagini, i depistaggi; e l’impegno, e le parole; e poi gli sguardi, quel
modo di aggiustarsi i capelli, di accarezzare la guancia ad un bimbetto
somalo, di stringere una mano, di sorridere…