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Poggio Renatico: troppi casi di bambini colpiti da tumore per il radar militare.
Publie le martedì 6 luglio 2004 par Open-Publishinghttp://www.osservatoriomilitare.it/oldsite/AERONAUTICA/AM_lett/poggio01.htm
Commenti all’articolo sopra riportato, da rileggere con attenzione per capire i meccanismi a cui si ricorre abitualmente per tranquillizzare i cittadini, complicazioni burocratiche ed operative cucite fino ad ignorare l’evidenza. Il parallelo con la situazione di Radio Vaticana, definita un "nulla di fatto", è significativo. Invece dalle testimonianze sotto riportate si evince una risposta chiara ed oggettiva: vale la pena non desistere perché per Radio Vaticana la conquista è ben diversa, "indagati i vertici dell’emittente accusati di omicidio colposo e getto pericoloso di cose" (non si possono più nascondere dietro la scusa dell’extra-territorialità).
I radar militari, soprattutto se della Nato, sono di fatto top secret. Come avvenuto per le antenne da telefonica mobile e radioemittenze, prima montano gli impianti dove capita, magari vicino ai centri abitati senza precauzioni, poi lasciano i comuni privi degli strumenti di misurazione adeguate (in questo caso reperibili in Toscana). Quindi occorre prendere in prestito l’apparecchiatura di misurazione, servono le caratteristiche operative del radar che solo la base Nato può fornire, poi l’autorizzazione del Ministero della Difesa, trattandosi di un complesso fondamentale.
"Il nulla di fatto della vicenda di Radio Vaticana".
"Il problema reale potrebbe diventare la possibilità di risarcimento dei danni alla salute subiti dagli abitanti di Cesano".
Leggendo gli articoli sotto ripresi si capisce immediatamente che il "nulla di fatto" è riferibile unicamente alla evidente volontà di lasciare le cose esattamente come stanno, nonostante le forti contestazioni di chi vive il problema che si tenta di fare passare come inesistente. Cioè lasciare le antenne al loro posto, ignorando gli effetti che producono in modo talmente rilevante per cui si contano i morti (bambini) tra una telefonata e l’altra con i comitati di Cesano. Solo le indagini di parte negano l’evidenza, quelle finanziate dalle multinazionali della comunicazione, condotte da ricercatori che evidenziano perfino i danni prodotti dall’applicazione del principio di precauzione (inverosimile, ma vero). Ma quando si muove uno staff di ricercatori indipendenti cosa succede?!
L’informazione ufficiale gioca sempre sulla poca conoscenza reale dei fatti a cui tenta di sopperire l’informazione alternativa e libera dei cittadini. Leggete, ogni commento è superfluo.
Ciao Angela Donati "Alberi non antenne"
Questa clamorosa notizia era stata anticipata dal Coordinamento dei Comitati di Roma Nord con il Comunicato Stampa del 24 aprile 2002 e distribuito sulle liste ambientali. Nè la stampa, nè le radiotelevisioni avevano pubblicato quel comunicato.
Poi dal Corriere della Sera del 10-05-02:
Elettrosmog, l’accertamento disposto nel processo sulle emissioni di Radio Vaticana
«C’è un nesso tra onde e leucemie»
Perizia su Cesano consegnata da quattro esperti al pm Amendola. C’è il nesso di causalità tra l’esposizione alle onde elettromagnetiche e i casi di leucemia nella zona di Cesano. È questo il risultato di una perizia consegnata da quattro esperti al Pm Gianfranco Amendola, nell’ambito dell’inchiesta partita due anni fa per le denunce contro Radio Vaticana dei residenti dell’area a nord della Capitale. È la prima volta, che a livello scientifico, viene stabilito questo rapporto. La relazione, però, era stata completamente negata a settembre del 2001 dal ministro della Salute, Girolamo Sirchia, che aveva diffuso i risultati di uno studio commissionato dall’ex ministro Umberto Veronesi cinque mesi prima.
Nella relazione consegnata a Amendola, invece, il rapporto viene definito «totalmente inaccettabile e del tutto fuori dall’etica di una corretta valutazione dei dati».
E le considerazioni sull’insorgenza di leucemie infantili «sono francamente errate».
Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi alla Regione, ha diffuso il documento, rimasto fino a ieri riservato, che è destinato a riaprire le polemiche, solo in parte sopite, con il pronunciamento del «non luogo a procedere dell’inchiesta per difetto di giurisdizione».
Questo infatti era stato il responso del giudice monocratico che, in base all’articolo 11 dei Patti Lateranensi, il 19 febbraio scorso aveva considerato l’area dove sorge l’emittente religiosa «come sede diplomatica».
Il 18 maggio di un anno fa Amendola ha chiesto a quattro esperti se potesse essere accertato un nesso di causalità tra onde e leucemie e quali avrebbero potuto esserne le cause. Pietro Comba, direttore del servizio epidemiologico dell’Istituto superiore della sanità, Paolo Crosignani, direttore del registro nazionale tumori di Varese, Gaetano Licitra, fisico dell’Agenzia per la protezione ambientale della Toscana, e Augusto D’Angiolino, primario di Ematologia dell’ospedale Pertini di Roma, hanno esaminato tutti gli incartamenti che riguardavano la vicenda dell’elettrosmog a Cesano, decine e decine di cartelle cliniche di pazienti malati o morti, studi, rapporti e ricerche sulla materia, comprese quelle elaborate dall’Agenzia di sanità pubblica del Lazio e dal ministero della Sanità. Una documentazione enorme. Il 26 febbraio gli scienziati hanno consegnato la perizia con la quale si prendono una grande responsabilità, sostenendo che «sulle potenzialità di un nesso di causalità tra l’esposizione a Nir (radiazioni non ionizzanti ndr) e il verificarsi di leucemie nell’area di Cesano, il peso delle evidenze riteniamo che sia in favore dell’esistenza di tale nesso». I periti, però, precisano anche che «non possono indicare nelle emissioni di Radio Vaticana la causa unica del verificarsi dei casi di tumore nella popolazione, anche se la stessa può essere considerata causa efficiente».
Per Bonelli questa perizia «apre comunque la possibilità di avviare il risarcimento dei danni alla salute subiti dagli abitanti di Cesano».
COMUNICATO STAMPA 7 DICEMBRE 2002
Coordinamento dei Comitati di Roma Nord
ELETTROSMOG
UN’ALTRA MORTE PER LEUCEMIA NEI DINTORNI DI RADIO VATICANA:
UNA BAMBINA DI TREDICI ANNI RESIDENTE A OSTERIA NUOVA.
Il Coordinamento dei Comitati di Roma Nord esprime solidarietà alla famiglia
colpita dal grave lutto e sollecita un intervento urgente da parte delle
massime Autorità istituzionali perchè si adoperino per il sequestro totale
degli impianti, l’unico provvedimento idoneo a tutelare la popolazione
residente e a far cessare questo stillicidio di vittime innocenti.
Ricordiamo che la Radio Vaticana ha rifiutato di farsi giudicare da un
Tribunale italiano appellandosi ai "Patti Lateranensi" continuando
quotidianamente a violare i limiti di legge, come documenta la nostra
centralina di monitoraggio attiva 24 ore su 24.
I tabulati sono in possesso sia della Procura, che indaga per omicidio
colposo plurimo, sia della Commissione Europea.
La Cassazione: "Radio Vaticana non ha privilegi"
Depositate le motivazioni della sentenza con cui lo scorso 9 aprile la suprema corte aveva stabilito che l’emittente può essere processata.
"Non è un ente centrale della Chiesa".
ROMA - "Radio Vaticana non fa parte degli enti centrali della Chiesa". Dunque, non è sottoposta al principio di extraterritorialità. E’ questa la motivazione con cui la Cassazione ha deciso di accogliere il ricorso presentato da associazioni e cittadini contro l’emittente della Santa Sede. La sentenza della suprema corte era stata emessa lo scorso 9 aprile di fatto ribaltando il primo grado di giudizio che aveva stabilito che i dirigenti della Radio non potessero essere processati per presunto inquinamento elettromagnetico. Si legge infatti nelle motivazioni depositate oggi dai giudici della Cassazione che "la stessa legislazione della Chiesa non comprende la Radio Vaticana fra gli enti centrali" per i quali è previsto "privilegio" di essere protetti da "ingerenze di carattere civile o amministrativo dello stato italiano".
Nel mirino dei cittadini di Cesano e di varie associazioni ambientaliste c’è l’inquinamento provocato dagli impianti dell’emittente che si trovano a Santa Maria di Galeria. Per questo era stato avviato un procedimento giudiziario contro i tre dirigenti della radio, Roberto Tucci, Pasquale Borgomeo e Costantino Pacifici. Il giudice monocratico in primo grado aveva stabilito il non luogo a procedere nei loro confronti in base a un "difetto di giurisdizione" della legge italiana. Principio che però è stato completamente ribaltato dalla Cassazione che ha sottolineato che lo stato italiano, assumendosi pattiziamente l’obbligo di non ingerenza solo per quanto riguarda l’esercizio della giustizia civile e amministrativa, e "riconoscendo l’assoluta sovranità e l’indipendenza della Chiesa cattolica in ordine all’attività spirituale e di evangelizzazione", ha "peraltro conservato la propria sovranità nell’ordine temporale". "In particolare - spiegano i supremi giudici - non subendo limiti all’esercizio della giurisdizione penale per fatti illeciti i cui eventi si verifichino in territorio italiano e siano legati da rapporto di causalità con condotte poste in essere in territorio appartenente alla Santa Sede".
Questo determina la "possibilità di tutela giurisdizionale (civile e penale) di diritti e interessi dei cittadini, giuridicamente garantiti da norme ordinarie o costituzionali, lesi da soggetti il cui operato sia funzionalmente riferibile agli enti indicati dall’art.11 del Trattato Lateranense". (21 MAGGIO 2003; ORE 15:50)
Notizia tratta dal seguente sito: <http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/...>
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Data: Fri, 24 Oct 2003 16:49:11 +0200
Da: cittadiniattivi
Venerdì 24 Ottobre 2003
IL MESSAGGERO - CRONACA DI ROMA
Radio Vaticana: l’accusa è omicidio colposo
Indagati i vertici dell’emittente, tra cui il cardinal Tucci e monsignor Borgomeo
Radio Vaticana, l’accusa diventa più pesante. Padre Roberto Tucci, presidente
del comitato di gestione, padre Pasquale Borgomeo, direttore generale, e
Costantino Pacifici della direzione tecnica sono da ieri accusati anche di
omicidio colposo.
Le tre persone sono già sotto processo con l’accusa di getto pericoloso di cose
per il presunto inquinamento elettromagnetico provocato dalle antenne
dell’emittente a Cesano, a nord della capitale, e nelle zone limitrofe.
Processo ripreso ieri, dopo che la Cassazione aveva annullato la sentenza di
non luogo a procedere, e subito rinviato.
L’avvocato Marcello Melandri, che insieme con altri legali difende i tre
imputati, ha sollevato due eccezioni alle notifiche fatte, una relativa ad un
imputato e l’altra a un avvocato difensore. Il giudice, Luisa Martone, ha
accolto la richiesta dei pm, il procuratore aggiunto Gianfranco Amendola e il
sostituto Stefano Pesci, accettando la prima e rigettando la seconda. E
rinviando il processo al 9 dicembre. Ma l’avvocato Melandri ha già annunciato
nuove eccezioni.
La nuova accusa di omicidio colposo è il frutto, invece, di un secondo fascicolo
aperto dai magistrati romani a carico dei tre responsabili di Radio Vaticana.
L’iscrizione è avvenuta in seguito ad indagini scaturite da una denuncia fatta
da persone residenti a Cesano e presentata alla Procura della capitale nel
2001. Si ipotizzava un presunto collegamento tra alcuni casi di leucemia e di
tumori - che avevano provocato la morte di diverse persone - e la presenza
delle antenne di Radio Vaticana nella zona. A seguito di questa denuncia, i
magistrati diedero l’incarico ad alcuni consulenti di compiere un’accurata
perizia.
Dai risultati degli esperti, depositati nel 2002, è emerso che «sulle
potenzialità di un nesso di causalità tra le esposizioni alle radiazioni non
ionizzanti e il verificarsi di leucemia nell’area oggetto dell’indagine, i
consulenti tecnici ritengono che il peso delle evidenze sia in favore
dell’esistenza di tale nesso».
D’altra parte, i periti non hanno potuto indicare nelle emissioni di Radio
Vaticana la causa unica delle leucemie della popolazione perché nel territorio
è situato anche il radar della Marina Militare. I risultati delle perizie hanno
quindi portato la Procura, dopo ulteriori indagini, ad appesantire l’accusa nei
confronti dei responsabili della Radio con un nuovo capo d’imputazione:
l’omicidio colposo. Fra questi anche padre Roberto Tucci, nominato cardinale
due anni fa dal Papa.
«Siamo soddisfatti che la Procura non proceda più contro ignoti per omicidio
colposo, ma abbia iscritto i responsabili di Radio Vaticana sul registro degli
indagati» sottolinea il presidente dei Comitati Roma Nord, Raffaele Capone.
«Una decisione scaturita dopo la sentenza della Cassazione che aveva ritenuto
giudicabile la Radio: non poteva godere dell’extraterritorialità - continua
Capone - Siamo soddisfatti perché il nostro obiettivo è sempre stato arrivare
alla soluzione del problema, dimostrando con documentazione e ricerche che il
problema c’è. E che esiste anche un unico e diretto responsabile, ovvero Radio
Vaticana».
Ma. Me.