Home > Politica e pace
Cara Unità, oggi, 22 marzo 2004, in Italia il maggiore partito di opposizione è
fuori dal Movimento per la Pace. Così come reciproco è di solito il sentimento
di simpatia, reciproca è la sensazione di appartenenza.
Nel corteo di sabato, poteva accadere a chiunque di essere vicino a Fassino, e
di certo a mio parere ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe legittimamente
contestato a modo proprio, lì per lì, quella vicinanza.
Il partito dei DS, dopo averne a lungo dibattuto, non è stato in grado alla
Camera di correggere un primo errore commesso in Senato, astenendosi.
Invece di sperare in un grazioso regalo della maggioranza con lo spacchettamento
del decreto, avrebbe potuto ad esempio votare no e poi presentare una proposta
di rifinanziamento per le sole iniziative umanitarie…
La manifestazione del 20 era stata indetta dai pacifisti USA in tutto il mondo
con il semplice slogan contro la guerra in Iraq.
Con il comunicato dei DS relativo all’aggressione squadrista, sarebbe da ingenui
pensare a una mobilitazione nazionale di tutto il centrosinistra insieme al
Popolo della Pace per il ritiro dei militari entro il 30 giugno.
Su l’Unità di oggi leggiamo che Fassino sa per esperienza che la politica può
anche ricorrere all’uso della forza, sempre nel rispetto della legalità
internazionale. No, la gente è cambiata ma la politica tarda ad accorgersene.
Come affermò Beniamino Placido su la Repubblica di poco tempo fa, l’obiettivo è
far diventare nell’opinione comune la guerra un tabù così come lo è diventato
l’incesto.
Oggi, il Segretario dei DS usa una tecnica che penso appartenga invece ad altri.
Far parlare di se stessi e di ciò che si vuole, e non della manifestazione e dei
suoi contenuti.
Constato infine che Fassino quantifica in centinaia di migliaia
le persone presenti alla manifestazione, mentre l’Unità di domenica titolava:
Due milioni!
BRUNO Leopoldo - Imola