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ROMACITTAPERTALLAPACE ASSEMBLEA COORDINAMENTO MARTEDI 13 LUGLIO ORE 18,30

Publie le giovedì 8 luglio 2004 par Open-Publishing

presso la

CASA DELLE CULTURE

via S.Crisogono 45 (Trastevere

IN VISTA DELL’ASSEMBLEA DEL 13 LUGLIO SI ALLEGA UNA SINTESI DEL DIBATTITO DEL 28 MAGGIO PRESSO LA CASA DELLE CULTURE-

Introduzione DOMENICO MORO ( romacittapertallapace)

Nuova fase in Iraq, di guerriglia aperta in cui sono coinvolte anche le truppe italiane, con una crescente difficoltà degli Usa di gestire la situazione. Usa hanno necessità di coinvolgere ONU e Eu per fare fronte alle difficoltà. Intervento di Brahimi ,copertura-farsa dell’Onu di una occupazione Usa non revocabile.

Aggravamento della situazione economica Usa, crescita del deficit , tentativo di finanziare tale deficit attraverso il rafforzamento del dollaro, sostenuto dalle banche centrali asiatiche con massicci acquisti di buoni del tesoro Usa,e sulla base della forza della guerra.

Usa ha necessità di mantenere il controllo dell’Iraq e delle sue risorse petrolifere enormi e con costi di estrazione bassi ( 1 dollaro al barile contro i 10 dollari in Usa), per il mantenimento dei suoi livelli di consumi, e per condizionare lo sviluppo dei concorrenti EU e Cina.

Necessità di radicare il movimento della pace nella città, ( raccolta firme per ritiro truppe italiane, mobilitazione Ponti di Pace, manifestazione contro visita di Bush) collegando le iniziative per la pace in difesa della costituzione, art.11, alla questione sociale. L’aumento delle spese militari incide sulle spese per il welfare, contribuendo ad aggravare la condizione del paese.

BENITO LIVIGNI ( autore del libro " LE GUERRE DEL PETROLIO" )

Perché la guerra contro Iraq? L’Iraq non era uno stato " terrorista", anzi era uno stato laico in cui le forze fondamentaliste erano state messe a tacere. Uno stato sanguinario ma non terrorista, che non poteva avere alcun rapporto con Al Quaida.

Il motivo reale della guerra è un motivo strategico, di controllo dell’area in relazione all’Iran e all’Arabia Saudita. Sono noti i rapporti Bush- Bil Laden. L’iniziativa di Bush parte dal fallimento del progetto Clinton di controllo dell’area e delle sue risorse energetiche attraverso un accordo pacifico con la Cina, l’EU e l’Iran. Operazione che prevedeva come primo passo la pace Israele -Palestina ( Camp David). Il progetto Clinton andò in crisi alla fine anni 90. Non erano stati previsti 3 fatti:

1) la guerra dei Balcani non aveva permesso il passaggio della pipe line Mar Nero- Adriatico

2) la inaffidabilità dei talebani in Afganistan che non permise il collegamento con la sponda orientale del mar Caspio,

3) la politica energetica EU che optava a danno del petrolio Usa a favore del petrolio russo, con pagamenti in euro. ( in questa politica ruolo guida dell’ENI) realizzando 3 grandi progetti euro-russi.

a) sistema oleodotti Mar Nero- Turchia-Mediterraneo iniziato fine anni 90 con direzione lavori ENI

b) collegamento gasdotti dal Baltico russo al centro Europa.

c) Collegamento costa mar Nero- Mediterraneo doppiando progetto USA

Altri elementi gravi per egemonia USA , gli accordi con il regime di Saddam realizzati da Russia, Italia,Francia e Cina.

Il Governo italiano nega, ma esistono accordi e progetti di concessione veri e propri.

Alla Russia i giacimenti nel nord Iraq 14 mld di barili , alla Francia- Total nell’ovest Iraq, all’Italia- Eni giacimenti per 3 mld di barili in posizione strategica,presso la raffineria di Nassyria con un oleodotto esistente, alla Cina altri giacimenti di dimensione inferiore.

Per avviare l’estrazione si aspettava la fine dell’embargo.

Il contratto dell’Eni prevedeva condizioni assai favorevoli- sistema production shell evenement- la società investe nella ricerca e si paga gli studi e la ricerca stessa, coperti tali costi i ricavi successivi sono divisi a metà. Il regime di Saddam puntava su questi accordi per la fine ufficiale dell’embargo con l’aiuto dei paesi firmatari degli accordi.

Per quanto l’embargo e l’operazione oil for food gestita dall’Onu, aveva in parte aggirato l’embargo. Lo scambio si basava su 1ml 200 barili al giorno ( contro la potenzialità di 4 mil barili giorno) secondo un prezzo fissato da ONU di 16-18 dollari al barile. Denaro veniva versato su fondo rotativo ONU da cui si prelevavano pagamenti per food. Nel 97 si eliminò il tetto. Saddam aveva chiesto un aumento del 25%, gli fu concessoli 15% in più che fu intascato dal suo entourage, attivando una speculazione ai danni del popolo irakeno.

A questo punto la svolta USA-GB con l’alleato a sovranità limitata Berlusconi.

Controllo diretto delle risorse irakene, con un governo fantoccio, e con la presenza delle truppe di occupazione Usa e alleati.

( qualcosa di analogo nel ’45 in Italia…c’è uno stile USA…. nel trattato di pace Italia-Usa c’era il divieto che ci fosse una azienda petrolifera di stato italiana. L’AGIP non ebbe gli aiuti del piano ERP-USA. Il Piano ERP prevedeva che l’Italia acquistasse il petrolio dagli USA. Mattei " tradi" e salvò l’ENI.)

I passaggi nella operazione attacco all’Iraq sono particolari:

l’8 febb.2003 il quotidiano "24 ore" scrive : pieno sostegno di Berlusconi a politica Usa potrebbe avere ricadute economiche su ENI.

20 marzo attacco Usa- 15 aprile Italia autorizza invio truppe- in primo tempo missione di pace a Bassora con ospedale.

Giugno 2003 incontro dirigenti Eni con Bremem resp. USA

23 luglio truppe italiane si spostano a Nassyria, già presidiata dai marines .

note su storia Iraq. Nel 1914 la GB occupa l’Iraq e nel 1917 entra a Bagdad, siamo al tempo di Lawrence d’Arabia, L’iraq è una invenzione inglese e diventa un loro protettorato negli anni 20. con re Feisal che poi caccia gli inglesi. Nel 1970 nasce un movimento nazionalista e socialista, e sale al potere Saddam. Nel 1980 l’Iraq attacca l’Iran, con l’appoggio USA e Urss. Gli Usa forniscono a Saddam 25 miliardi di dollari in armi. 15 miliardi li fornisce l’URSS, 15 miliardi la Francia.

Situazione dei consumi petroliferi.

La Cina preme sul mercato sulla base dei suoi consumi di 6 mil. Barili al giorno.

Nel 2020 il 60% delle risorse petrolifere sono ipotecate dalla Cina e dall’India.

Il 40% in più delle risorse lo può dare solo l’Irak. La stima reale è di 400 mld di barili, pari al 30% delle risorse mondiali. La risposta è chiara . Il controllo dell’Iraq è strategico per il controllo del M.O. e dell’Asia, e per assediare la Russia nei suoi confini. Siamo dentro un gioco inquietante e preoccupante.

Massimo Persotti (Amnesty International):

La situazione del conflitto irakeno non è isolata nel mondo, ci sono tante guerre sconosciute, ancora più gravi . Amnesty definisce questa situazione una guerra globale ai diritti globali.

Il rapporto annuale di Amnesty presenta un esame completo paese per paese dello stato dei diritti nel mondo. Un mondo che nella ricerca di sicurezza si trova in una situazione di crescente insicurezza. Questo situazione è il risultato di due azioni differenti. Da una parte l’azione di gruppi armati in tutto il mondo.Fenomeno in estensione. Dall’altra l’ azione dei governi, Usa in primo luogo, che per agire per la " sicurezza globale", stanno abbattendo i principi e i valori delle relazioni multilaterali, eliminando al proprio interno e all’esterno i diritti. Dietro questo effetto c’è un cono d’ombra di ingiustizie diffuse. Anche l’Europa tende a diventare una fortezza verso l’esterno, restringendo i diritti fondamentali. Altro elemento è il traffico incontrollato di armi. Il commercio delle armi mondiale è per l’88% nelle mani dei 5 membri del Consiglio di Sicurezza.

Tutto ciò determina le ragioni di insicurezza nel mondo.

Il 26 giugno è la giornata mondiale contro la tortura. Il 26 giugno 2003 Bush dichiarava che gli USA erano impegnate contro la tortura. Ora abbiamo le foto. E non rappresentano una novità.

Esaminiamo tre aspetti delle torture in Irak. 1) tentativo di minimizzare la gravità delle accuse

2) la teoria delle mele marce 3) segreto di pulcinella- quello che è emerso era noto a tutti.

Il 15 maggio Rumsfeld dichiarava che quello che era avvenuto era tecnicamente diverso dalle torture. Abusi piuttosto differenti da torture. C’è un aspetto interessante: per molto tempo gli avvocati del Pentagono hanno lavorato su un protocollo che permettesse di differenziare certe tecniche di interrogatorio pesante dalle torture. Abusi appunto non torture, per non definirli illegali.

Miller, responsabile sicurezza carceri, e responsabile per molto tempo di Guantanamo, sosteneva che p.es. la privazione del sonno si poteva usare, in palese contraddizione con le convenzioni internazionali.

2)La teoria delle mele marce: non si tratta di sistema ma di soldati " esuberanti".Non è vero. Abusi del genere sono stati raccontati da altri testimoni molto prima. Servizi appaltati spesso.Dopo l’11 settembre gli USA si sono " tolti i guanti". Fatti di questo genere possono avvenire solo se c’è una acquiescenza dei superiori. La tortura non si improvvisa, è un sistema strutturato.

3)il segreto di pulcinella: Amnesty dall’inizio della guerra in Irak ha diffuso oltre 80 comunicati e documentazioni sui casi di abusi,anche con responsabilità del Governo italiano. Rapporti inviati agli USA e dati anche per conoscenza al Governo Italiano, nella persona del sottosegretario Boniver.Ma indifferenza della politica italiana,di destra e di sinistra sui diritti umani. Immunità dei caschi blu rispetto alle corti internazionali. Gli USA non hanno mai ratificato statuto diritti, sottraendo i propri militari alla giurisdizione delle corti internazionali. Gli USA non riconoscono il ruolo di prigionieri, ma li considerano terroristi combattenti e pertanto li sottraggono alla giurisdizione internazionale.

Giuliana Sgrena (giornalista de il manifesto)

Obiettivo di questa guerra in Irak è certamente il petrolio, il controllo di una area strategica, ma c’è anche un elemento ideologico: il fondamentalismo neo-cons. La contrapposizione della nostra civiltà a quella del popolo invaso. Il tentativo di umiliare il popolo irakeno. Disprezzo totale Usa per l’Irak. Ma il popolo irakeno è molto orgoglioso. E le ostilità verso occupanti si sono manifestate subito.Uno stato di guerra permanente con le città blindate con muri alla palestinese. Non si è avviata la ricostruzione.Non ci sono le condizioni minime. C’è il 70% di disoccupati. Prima della guerra il 60% della popolazione irakena viveva con l’"oil for food". Gli USA hanno pensato solo alla loro sicurezza, in presenza di una delinquenza diffusa, con una legge della giungla,e una regressione tribale delle leggi. Una situazione di caos crescente. Errore degli Usa di aver sciolto il partito Baath, il partito unico di Saddam , cui molti erano iscritti per poter0lavorare, con diversi livelli di coinvolgimento. Con lo scioglimento tutti a casa. Anche personale degli impianti petroliferi. Regolamenti di conti tra islamici e partito baath. Oggi necessaria una forza di interposizione non di occupazione. La questione della sovranità è fondamentale.Senza sovranità non è possibile nessuna pacificazione del paese.

Il 30 giugno è una scadenza elettorale per BUSH. C’è un problema di sganciamento per i costi umani ed economici. La guerra costa 1 mld di dollari alla settimana. Per dare il via alla privatizzazione occorre un minimo di governo riconosciuto a livello internazionale. Le società petrolifere USA per finanziare Bush devono poter realizzare la privatizzazione delle risorse Iraq. E ritorna centrale il problema della sicurezza.

NELLA GINATEMPO ( Romacittapertallapace)

L’impegno dell’Italia nella guerra in Irak ha visto il capovolgimento delle regole d’ingaggio e del ruolo della missione. Impegno di guerra in aperta violazione della Costituzione italiana.Ora assistiamo ad una finta svolta con una qualche forma di copertura dell’ONU. Ma l’effetto non è la pacificazione, ma l’aggravamento della guerra: Di fronte a questa situazione necessita l’unità della opposizione sugli obiettivi del movimento della pace.

C’è un cambiamento a livello internazionale a livello di opinione pubblica. La maggioranza dell’opinione pubblica mondiale è contraria a continuare la guerra. Assistiamo ad una crisi di natura etica del progetto del " nuovo secolo americano". Le opinioni pubbliche sono in grado di corrodere le basi dell’impero americano. L’impero crolla perché sono crollate le sue basi morali .

Si è aperta una breccia, ed è possibile il declino del secolo americano che non ha più legittimità morale. La guerra si è manifestata in tutta la sua oscenità. Si è passati dall’esaltazione dell’eroismo nella guerra alla oscenità della guerra che suscita disgusto nella gente: Sono i segni di una rivolta morale. Il grottesco tentativo di rilanciare una ondata patriottica non può riuscire perché non c’è più condivisione della " missione" di pace. I caduti sono sentiti non come eroi ma come vittime.E’ una crisi epocale di consensi su cui costruire il ripudio della guerra.