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di Bruno Ugolini
E’ successo tutto in poche ore. E’ spirato Marlon Brando, eroe della nostra giovinezza ed è scomparso dalle scene politiche Giulio Tremonti. Non si sa perché il destino abbia voluto accomunare, sia pure con sorti diverse, i due personaggi. Fatto sta che tutti i giornali italiani avevano quei due titoli sovrapposti, sopra il ministro del Tesoro e sotto il grande attore.
Certo anche lui, il nostro Giulio, ha cercato di assumere un ruolo tragico, degno delle circostanze. Lo ha fatto quando ha mormorato "Silvio così tu mi licenzi". E qualcuno ha osservato che - ironia della sorte - non c’era nemmeno un articolo diciotto in grado di salvarlo. C’era solo il ghigno beffardo di Gianfranco Fini intento ad osservare la scena.
Una scena un po’ confusa. Un importante dirigente sindacale, Savino Pezzotta, ha sostenuto che sarebbe ora di sapere quale è la situazione dei conti. Bella osservazione. Magari stiamo navigando su una nave in fiamme e nessuno ci informa. Speriamo ci avverta l’Unione Europea. Cosi corriamo alle scialuppe.
Ora che farà il Nostro? Dubitiamo che intenda chiudersi in convento. Chissà se sarà capace di trovare, per una volta, lo spirito di Marlon. Quello che in "Un tram che si chiama desiderio" si affacciava nel cortile, cospargendosi di birra, nella caldissima notte estiva, e alzava un urlo possente indirizzato alla moglie Kim Hunter: "Stella!". Insuperabile. Giulio prova anche tu. Ma chi chiamare?
L’UNITA’