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Una lettera del nuovo Sindaco di Lampedusa. Se potete, fatela girare.
par Giusi Nicolini
Publie le venerdì 15 febbraio 2013 par Giusi Nicolini - Open-PublishingSono il nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa. Eletta a maggio
2012, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone
annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e questa per me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore.
Abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci della
provincia per poter dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11 salme, perché
il Comune non aveva più loculi disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti
una domanda: quanto deve essere grande il cimitero della mia isola?
Non riesco a comprendere come una simile tragedia possa essere considerata
normale, come si possa rimuovere dalla vita quotidiana l’idea, per esempio, che
11 persone, tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni,
possano morire tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio che
avrebbe dovuto essere per loro l’inizio di una nuova vita. Ne sono stati salvati 76 ma erano in 115, il numero dei morti è sempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce.
Sono indignata dall’assuefazione che sembra avere contagiato tutti, sono
scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il Nobel della
Pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri di una vera e propria
guerra. Sono sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione
consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non
un deterrente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora
l’unica possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere
per l’Europa motivo di vergogna e disonore. In tutta questa tristissima pagina
di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo di orgoglio ce lo offrono
quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che salvano vite umane a 140
miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi, come è
successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto accorrere con le velocissime
motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motovedette vengono però
efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pescherecci, anche quando
pescano al di fuori delle acque territoriali libiche.
Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze
preposte al soccorso e all’accoglienza, che dà dignità di esseri umani a queste
persone, che dà dignità al nostro Paese e all’Europa intera.
Allora, se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i
telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene consegnato.
Come se
avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una
vacanza".