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Unicredit Banca: sciopero il primo settembre

Publie le mercoledì 27 agosto 2008 par Open-Publishing
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Sciopero il primo settembre per il personale di Unicredit Banca, con 2.655 agenzie e circa 24 mila dipendenti. La mobilitazione arriva dopo l’astensione dagli straordinari in corso da metà agosto ed è stata indetta dall’intero fronte sindacale: Federdirigenti, Fabi, Falcri, Fiba, Fisac, Filcea, Sinfup e Uilca.

I sindacati contestano all’azienda “la politica di riduzione degli organici, l’esasperazione delle pressioni commerciali che mortificano le professionalità dei lavoratori per la vendita di prodotti standardizzati e il conseguente peggioramento dei servizi alla clientela”.

Preoccupazione, inoltre, suscita il piano di riorganizzazione post fusione per incorporazione di Capitalia nel gruppo di Alessandro Profumo. Nelle provincia di Trieste, Treviso, a Belluno e Gorizia lo sciopero è in programma il 29 agosto.

http://www.ivg.it/2008/08/26/unicredit-banca-sciopero-il-primo-settembre/

Messaggi

  • Con lo sciopero in Unicredit si alza la tensione nel sistema del credito tra lavoratori e aziende

    Le responsabilità che le Banche non si assumono

    E il primo passo per guardare al futuro e risolvere i problemi organizzativi e gestionali è la crescita occupazionale

    Si inizia con lo sciopero in Unicredit Banca indetto per tutta la giornata di lunedì 1° settembre, ma la sensazione è che questo sia solo l’inizio di una stagione di tensioni in tutto il sistema del credito.

    E i motivi sono sempre gli stessi.

    I carichi di lavoro sempre più pesanti, la carenza di organici e le pressioni commerciali, che in contesti aziendali in continua riorganizzazione non sono solo fastidiosi e vessatori, ma anche inutili, se non pericolosi, quando inducono qualcuno a operare senza il rispetto di una indispensabile etica di vendita dei prodotti finanziari.

    Non a caso questi argomenti costituiscono le principali motivazioni alla giornata di sciopero proclamata in Unicredit dove, peraltro, la mobilitazione è in atto già da settimane per quanto concerne l’astensione dalle prestazioni straordinarie.Lo scenario è, quindi, preoccupante perché l’istituto guidato da Alessandro Profumo rappresenta un importante segnale del disagio in cui operano i lavoratori del credito, in molti, troppi casi chiamati a sopperire con impegno, sacrificio e professionalità ai tanti problemi organizzativi e gestionali, che caratterizzano diversi istituti del Paese.

    Una disponibilità che, come la più perfida delle beffe, si dimostra controproducente, quando i dipendenti diventano oggetti di azioni disciplinari da parte di un Istituto in caso di errori o sviste, spesso diretta conseguenza degli enormi carichi operativi e dello scarso supporto che le Aziende offrono al personale.

    Una situazione di disagio che le Banche, a cominciare dai grandi Gruppi, molto spesso non riconoscono o comunque tendono sempre a sminuire.

    La realtà, però, è ben diversa ed è costituita da Istituti di credito che operano in costante stato di emergenza a seguito di continue trasformazioni societarie, riorganizzazioni e all’applicazione di piani d’impresa che puntano a raggiungere importanti, se non impossibili, risultati economici attraverso la riduzione dei costi, senza programmare progetti di sviluppo di lungo periodo.

    Le banche non riescono a creare un rapporto costruttivo, solido, basato su una fiducia ora in continua diminuzione, con le lavoratrici, i lavoratori e la clientela.
    In questo contesto assume grande importanza, se non rilevanza prioritaria, che le Aziende si concentrino su una politica di incremento degli organici, che consenta il superamento delle attuali fasi emergenziali e favorisca una gestione del lavoro regolare, l’adozione di piani formativi in grado di far crescere professionalmente tutto il personale e l’erogazione di un servizio più sicuro ed efficiente.

    Una facile demagogia potrebbe ritenere e sostenere che la richiesta di assunzioni sia contraddittoria rispetto alla firma di accordi che prevedono l’uscita volontaria di personale o anche, in estrema ratio, obbligatoria, come avvenuto recentemente in Intesa Sanpaolo.

    In realtà è l’esatto contrario.

    La sottoscrizione di accordi di tale natura sono coerenti con trattative riguardanti le ricadute sul personale dei piani industriali delle aziende.
    Condividerli è stata un’assunzione di responsabilità da parte del sindacato, e non tutti l’hanno fatto, nell’ottica di un consolidamento del sistema bancario italiano, chiedendo contropartite importanti, come le tante assunzioni definite in Intesa Sanpaolo e una equa redistribuzione dei risultati economici, conseguiti anche attraverso scelte coraggiose di tale portata.

    Ed è un’assunzione di responsabilità che guarda al futuro, favorendo un graduale ed essenziale ricambio generazionale tra i dipendenti e offrendo soluzioni occupazionali solide e durature a tanti giovani.

    Un’assunzione di responsabilità in virtù della quale è assolutamente coerente, fuori da un contesto di confronto relativo a procedure determinate dalle ricadute dei piani aziendali, spostare l’attenzione sulla condizione di disagio in cui operano i lavoratori, sulle carenze organizzative delle banche, sulla crescita costante dei carichi operativi, su un corretto rapporto tra tutti i soggetti coinvolti nella fase commerciale, partendo dalla richiesta di seri progetti di assunzioni, che consentano alle Aziende di risolvere i problemi gestionali ed essere adeguatamente attrezzate per far fronte alle difficoltà future, soprattutto nell’attuale contesto di crisi economica, che non pare risolvibile in breve tempo.
    La Uilca è disposta al confronto su temi e piani d’impresa chiari, concreti, che abbiano una visione prospettica costruttiva, sui quali il sindacato sia coinvolto anche nella fase di definizione per porre il personale al centro degli obiettivi di sviluppo, mentre non potrà esserlo di fronte a progetti che dovessero continuare a considerare solo i costi come leva per conseguire profitti, senza offrire garanzie per il futuro in termini di redditività, servizio alla clientela e crescita salariale e professionale dei lavoratori.

    E’ giunto il tempo per le Aziende di prendersi le loro responsabilità nei confronti dei lavoratori, dei clienti e dei territori in cui operano, adottando scelte coerenti con obiettivi di crescita sostenibili e di lungo periodo, funzionali a garantire crescita occupazionale e a gratificare in modo più significativo il valore professionale e l’impegno dei loro dipendenti.

    E la mobilitazione in atto in Unicredito, insieme alle vertenze che potrebbero aprirsi in altri istituti, sono il richiamo alto e forte che la Uilca, le altre Organizzazioni sindacali e tutti i lavoratori, inviano alle Aziende per chiedere loro di assumersi quelle responsabilità la cui assunzione hanno troppo spesso procrastinato.

    Il Segretario Generale Uilca

    Massimo Masi

    www.uilca.it

    • PERCHE’ SCIOPERIAMO

      IL 1° SETTEMBRE
      LE LAVORATRICI ED I LAVORATORI DI UNICREDIT BANCA
      SCENDERANNO IN SCIOPERO PER TUTTA LA GIORNATA
      (Le province di Treviso, Belluno, Trieste e Gorizia scioperano il 29.8)

      NO AD UNA GESTIONE AZIENDALE CHE UMILIA IL LAVORO!

      No! All’esasperata riduzione del personale che comporta pesanti ritmi di lavoro, impedisce il normale funzionamento della banca, non consente il rispetto delle norme di sicurezza e peggiora il servizio alla clientela.

      No! Ad inaccettabili pressioni commerciali che umiliano la nostra professionalità e ci riducono sempre più a meri esecutori.

      No! Al blocco del part-time che da anni penalizza soprattutto le lavoratrici.

      Lo sviluppo e la crescita della banca non possono avvenire sulla pelle dei lavoratori!

      Sì! Ad ingressi immediati di personale.

      Sì! Alla sostituzione, in particolare nella rete, delle uscite di personale eccedenti il piano concordato il 3 agosto 2007.

      Sì! Alla valorizzazione professionale degli addetti commerciali, al rispetto della loro autonomia e della capacità di percepire ed assecondare le reali esigenze della clientela.

      Sì! Ad un accordo sul part time che risponda alle attese dei colleghi.

      Sì! A corrette modalità di gestione degli ATM evoluti rispettose delle norme contrattuali e di sicurezza.

      Sì! Ad un equilibrato inquadramento dei colleghi addetti al Business Easy.

      Colleghe, colleghi!

      Aderiamo compatti allo sciopero!

      Segreterie di Coordinamento - UniCredit Banca

      Dircredito - Fabi - Falcri - Fiba/Cisl - Fisac/Cgil - Silcea - Sinfub - Ugl Credito – Uilca

      Bologna, 27 agosto 2008