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Occasione spagnola

Publie le mardi 20 avril 2004 par Open-Publishing

Visto che all’Onu le cose non vanno, Zapatero ha rotto gli indugi affermando che i soldati
spagnoli debbono lasciare l’Iraq nel più breve tempo possibile, senza aspettare il 30 giugno. La presa di
posizione di Zapatero è ineccepibile, come scrive anche Sergio Romano sul Corsera di ieri. Ma dopo
questo apprezzamento Romano accusa Zapatero di indebolire l’Europa e quest’accusa mi pare del
tutto insostenibile : era stato Aznar nell’incontro delle Azorre con Blair e Bush ad aver dato un
colpo, assolutamente unilaterale, all’Europa, visto che Francia, Germania e Russia avevano preso le
dovute distanze dalla guerra di Bush.

Al contrario di Aznar, peraltro sconfitto alle elezioni,
Zapatero ha agito nel senso di ricostituire una unità europea, come - salvo smentite del portavoce - ha
affermato Romano Prodi. E questo dell’Europa è il dato politico più importante : la Spagna ritorna
in Europa (solo l’Italia resta fuori e così Berlusconi si vanta di essere diventato l’unico e
primo alleato di Bush), in un’Europa che in quanto unita può avere più forza contrattuale nei
confronti degli Usa e di Bush, il quale - va notato - a differenza delle destre italiane si è guardato
bene dall’accusare la Spagna di diserzione o altro.

Ha dovuto incassare e solo lamentarsi, almeno
fino a ora. Francia e Germania, con diplomatica accortezza, si sono guardate bene da espressioni di
giubilo, ma i ministri degli esteri dei due paesi, ieri a Berlino, hanno detto che di fronte
all’annunciato ritiro dei soldati spagnoli diventa indispensabile un « vero » passaggio della sovranità
alle autorità irachene. Insomma la decisione spagnola ha rimesso in movimento l’Europa e la
politica : nei giorni necessari al ritiro delle truppe spagnole potrebbe esserci un qualche serio mutamento
della politica degli Usa, che cominciano a rendersi conto di quanto sia diventato difficile tirare
fuori i piedi dall’Iraq.

Di fronte a questo fatto di primaria importanza politica, il triciclo sembra che stia perdendo le
ruote. Dopo aver solennemente dichiarato di essere perfettamente d’accordo con la linea di
Zapatero, adesso che Zapatero sta passando dalle parole ai fatti non sa più che dire, oltre la parola
« svolta » che non dice dove debba portare. Pensando alle attuali reazioni del Listone viene alla mente
il vecchio detto, « dio accieca, chi vuol perdere ». Per ragioni nobili e ideali, quelle della pace
e contro l’exportazione della democrazia a bordo dei carri armati, il Listone dovrebbe subito
presentare una mozione per il ritiro delle nostre truppe dall’Iraq.

Ma pur lasciando perdere i nobili
ideali che non albergano oggi nella nostra politica, anche per ragioni semplicemente elettorali
non si capisce perché Ds e Margherita, che sono all’opposizione e hanno estremo bisogno di guadagnar
consensi non si dichiarino nettamente per il ritiro dei nostri soldati, che non si capisce perché
debbano continuare a rischiare la morte per una guerra che non è nostra, anzi è contro la nostra
costituzione. Una mozione subito, per il ritiro dei nostri soldati e non una mozione in lista di
attesa, ma con procedura d’urgenza.

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