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Atene SE : Bolkestein, migranti, welfare, Banca centrale Gli obiettivi per cambiare il vecchio continente

Publie le giovedì 3 novembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Incontri-Dibattiti Partiti Partito della Rifondazione Comunista Parigi

La dichiarazione di Atene votata al termine delle assisi dai delegati e dai rappresentanti di sedici partiti della sinistra d’alternativa

Questo il testo della "Dichiarazione di Atene" votata al congresso della Sinistra europea.

Noi, la Sinistra europea, riunita ad Atene il 29/30 ottobre 2005 abbiamo preso atto che la crisi che attraversa l’Europa non ha confini e i cui responsabili sono le politiche neoliberiste decise a Bruxelles e quelle decise dai governi nazionali. Queste scelte si sono ripetute anno dopo anno, e il risultato è ora di fronte ai nostri occhi.

Constatiamo anche il fatto che i popoli che ne sono vittime sono anche quelli che lottano alla ricerca di un’alternativa. L’Europa deve essere rifondata sulla pace, sulla democrazia e sul pieno rispetto dei diritti umani e sociali. Questo noi auspichiamo e per questo ci impegniamo: le cittadine e i cittadini europei devono riprendersi in mano il proprio destino.

Questa dichiarazione di iniziativa e solidarietà è anche un appello alla convergenza di tutti i movimenti e delle forze politiche di sinistra che lottano per rovesciare le priorità e cambiare le politiche fin qui perseguite.

La Sinistra europea e i suoi partiti membri sono impegnati a lottare insieme ai movimenti, ai sindacati, alle forze politiche di sinistra perché un’altra Europa è possibile. In questo quadro diamo il nostro pieno sostegno a tutte le mobilitazioni e le iniziative a livello europeo contro il neo liberismo e la guerra, e in particolare al IV Forum sociale europeo che si terrà ad Atene.

Ci impegniamo a sradicare il dramma della disoccupazione e della precarietà del lavoro
Siamo impegnati a lottare contro l’esclusione sociale e a sostenere programmi per l’occupazione, per la creazione di nuovi posti di lavoro, la riduzione dell’orario di lavoro e la conversione del lavoro precario in lavoro stabile e dignitosamente remunerato.

Siamo a favore di tutte quelle politiche che lottano per fermare i licenziamenti e condannare le bancarotte fraudolente e le delocalizzazioni. Riteniamo siano indispensabili la salvaguardia e la ricostruzione dello stato sociale, compreso il sistema previdenziale, e consideriamo una priorità la formazione durante l’intero arco della vita.

Chiediamo un nuovo modello di produzione, distribuzione e consumo.

Lottiamo per l’immediato ritiro della direttiva Bolkestein e del Gats (accordo generale sul commercio e i servizi)
La deregolamentazione del mercato del lavoro in Europa e il dumping sociale nei paesi in via di sviluppo sono due facce della stessa medaglia. Entrambe sono ad esclusivo beneficio delle multinazionali, perché incrementano la concorrenza tra i lavoratori e colpiscono le donne. C’è bisogno di un programma che instauri un nuovo rapporto tra lavoro produttivo e lavoro riproduttivo, e parità di salario in modo da superare la divisione sessuata del lavoro.

Diciamo no alle delocalizzazioni con il miglioramento delle condizioni di lavoro e anche dell’orario, la realizzazione di condizioni di produzione a tutela e valorizzazione dell’ambiente e il potenziamento dello stato sociale e dei salari. Requisito fondamentale sono trasparenza, democrazia nei luoghi di lavoro, e nuovi poteri per i lavoratori.

E’ attraverso la difesa dei diritti e non contro di essi che si può realizzare un mondo giusto.

Insistiamo su un urgente riorientamento delle politiche monetarie e di bilancio della Ue
Una Banca centrale europea sotto controllo democratico dovrebbe essere messa al servizio dell’occupazione e di uno sviluppo libero dalla pressione delle richieste dei mercati finanziari, con particolare attenzione alle regioni meno sviluppate dell’Ue. Chiediamo la fine del patto di stabilità, a favore di politiche sociali a livello europeo.

Promuoviamo il rafforzamento dei servizi pubblici a livello locale regionale, nazionale ed europeo
Contro le privatizzazioni e le direttive neoliberiste che promuovono la mercificazione dei beni comuni come l’acqua, l’energia, la cultura, l’educazione, l’assistenza sanitaria. I servizi fondamentali non possono essere regolati dal profitto e devono basarsi sui livelli di qualità richiesti dalle popolazioni.

Ci opponiamo a politiche di migrazione orientate alla repressione poliziesca o antiterrostica
Le recenti vicende di Lampedusa, Amsterdam e Melilla, la situazione di centinaia di cosiddetti "boat people" in Italia e in Grecia e le insopportabili condizioni dei centri di permanenza per i migranti rivelano la crudeltà e il fallimento dell’Europa fortezza.

Bisogna creare una nuova politica basata sul rispetto della dignità umana, di uguali diritti dei lavoratori, che sono una parte essenziale del movimento dei lavoratori in Europa, che regolarizzi tutti i migranti e chieda un sostegno strategico al miglioramento delle loro condizioni.

Siamo a favore di un mondo senza guerra e chiediamo una politica di pace europea contro la logica militare della guerra delle superpotenze
Lottiamo per lo sviluppo di qualsiasi cooperazione e solidarietà da parte europea in promozione della pace.

L’Europa non ha bisogno di alleanze aggressive che lacerino e mettano in discussione il ruolo dell’Onu, ma deve invece assicurare la pace, instaurando relazioni pacifiche con tutti i paesi del mondo. Facciamo appello ai popoli europei affinché chiedano la sospensione dell’adesione alla struttura militare della Nato e lo smantellamento di tutte le basi militare della Nato e statunitensi. La Nato nella sua forma attuale è inaccettabile ed è urgentemente necessario il suo scioglimento.

Il disarmo deve diventare la questione principale in un’Europa basata sulla pace.

La Sinistra europea chiede la riduzione delle spese militari a livello nazionale. L’Europa deve essere un continente libero da armi di distruzione di massa.

Si devono immediatamente ritirare tutte le truppe dall’Iraq.

Il movimento per la pace non deve abbassare la guardia. Noi ci impegniamo al raggiungimento dei suoi obiettivi, in particolare la mobilitazione dell’opinione pubblica per la solidarietà nei confronti del popolo palestinese e delle forze pacifiste israeliane.

Non ci sarà pace nella regione senza una soluzione politica del conflitto israelo-palestinese basato sulle risoluzioni Onu. Questo deve essere una priorità per l’Europa all’interno del quadro del quartetto responsabile per la "road map" come la distruzione del muro e l’immediato ritiro dai territori occupati.

Ci opponiamo all’offensiva autoritaria contro le libertà civili e i diritti sociali, democratici e dei lavoratori
Le leggi straordinarie approvate dai governi sono un’offensiva contro i diritti individuali e collettivi, che sono il risultato di lunghe battaglie democratiche. Lottiamo per fermare questa pericolosa tendenza, perché non si può creare sicurezza contro la libertà e la democrazia.

Sì, possiamo cambiare l’Europa
Noi, la Sinistra europea, siamo pienamente impegnati in questa sfida.

La nostra è una prospettiva di pace socialista, ecologista e per la democrazia radicale.

La nostra è una prospettiva anche femminista, perché l’uguaglianza e la democrazia di genere in tutti i settori della vita sono ben lungi dall’essere realizzate.

La nostra è una prospettiva che riconosce la diversità nelle scelte di vita individuali.

La nostra è una prospettiva internazionalista che apre l’Europa al mondo e promuove lo scambio tra culture, la cooperazione e una nuova solidarietà.

La nostra è una prospettiva che considera lo spazio del Mediterraneo fondamentale per la pace.

E’ necessario il cambiamento. C’è una grande separazione tra cittadini ed élite politiche. La vittoria del NO contro il trattato costituzionale esprime le dimensioni di questa frattura. La maggioranza della popolazione non è contro l’Europa. La maggioranza ha votato contro le politiche liberiste e arroganti a causa delle quali la crisi investe quotidianamente la vita dei cittadini e delle cittadine europee.

Oggi il trattato è politicamente morto
Da qui inizia un dibattito allargato sul presente in modo che in Europa ci possa essere una nuova prosperità.

Noi prenderemo parte ad un ampio movimento di cittadine e cittadine che lotta per un manifesto o una carta dei diritti sociali e politici ad immagine dell’Europa che vogliamo.

Sì, noi possiamo cambiare l’Europa!

traduzione di Paola Giaculli