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EUROPA: QUANTI SONO I PAESI CHE FORMANO L’UNIONE EUROPEA? SONO 25

Publie le domenica 2 maggio 2004 par Open-Publishing

Dazibao


di Viviana Vivarelli

Da domani entreranno anche Estonia, Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca, Slovenia,
Slovacchia, Polonia, Cipro, Malta, Ungheria. Anche in questi paesi potremo andare
con la sola carta d’identita’ ? Useranno anch’essi l’euro?

In totale gli europei diventeranno 454 milioni contro 300 milioni di statunitensi.
Adesso non potremmo piu’ considerare i polacchi, per esempio, come extracomunitari,
sono europei
come noi, a pieno titolo.

Per popolazione diventiamo terzi dopo la Cina (un miliardo e 300.000 persone)
e l’India (un
miliardo di persone).

Problemi ci saranno con i nuovi arrivati, Cipro per es. ha un reddito procapite
pari al 77% della media europea, l’Estonia il 40%.

Ora piu’ che mai dobbiamo completare una Costituzione europea perche’ tutti questi paesi hanno
bisogno di regole comuni. L’Europa deve emanciparsi dall’America e diventare una federazione moderna
di stati con un maggiore peso internazionale. L’Italia potra’ fare questo solo se si svincola da
un governo che e’ succube a Bush, pratica una politica antieuropea e rifiuta di accettare un
diritto condiviso per proteggere i reati dei propri esponenti. Ma cambiera’ il presidente americano e
cambiera’, speriamo, il governo italiano, a patto che gli elettori scelgano partiti con idealita’
europee e non di casa o di cosa nostra.
L’Europa deve avere una sua politica estera piu’ incisiva sulle sorti del mondo anche perche’ le
cose del mondo, con le strategie di Bush e delle multinazionali, ci stanno mettendo tutti a rischio
letale.

Abbiamo bisogno di pace, di futuro e di progetti positivi. Non di guerre coloniali, di stragi e di
sceriffi unilaterali.
C’e’ un lavoro enorme da fare e ora che e’ scaduto l’inutile e vergognoso semestre italiano
possiamo sperare che la strada sara’ percorsa piu’ rapidamente
Auspichiamo che dopo l’Europa delle banche (che non e’ andata molto bene) e delle multinazionali
(che sta andando malissimo), e dopo l’Europa finanziaria (i cui frutti desolati sono sotto gli
occhi di tutti), sia possibile vedere anche un’Europa sociale, che garantisca ai popoli e ai cittadini
maggiori diritti e tutele, un’Europa dell’ambiente e della salute, un’Europa del lavoro, un’Europa
della cultura e delle innovazioni per il bene collettivo, un’Europa democratica, del pluralismo e
della convivenza civile, un’Europa del mondo nuovo non degli interessi obsoleti e peversi di un
mondo vecchio.

Hanno cominciato favorendo i privilegi dei potenti e siamo al disastro. Possiamo sperare in una
evoluzione diversa? Dipendera’ anche da come voteremo alle prossime elezioni. Dipendera’, come
sempre, da ognuno di noi. La recente svolta a sinistra delle elezioni di vari stati europei fa ben
sperare. In quanto ai partiti di centro, occorre che si svincolino una volta per tutte dalla
collusione con interessi ambigui ma criminali, che stanno mandando a picco anche l’economia, corrodendo i
diritti fondamentali e mercificando i beni primari, e riprendano a perseguire politiche sociali
piu’ coerenti con le loro ideologie di fondo. Cio’ che si predica deve conformarsi a cio’ che si
pratica o aumentera’ il solipsismo politico e lo scarto sociale.

Abbiamo bisogno di partiti puliti e trasparenti e di uomini nuovi capaci di coerenza e progetto e
svincolati da appartenenze vincolanti e desolanti, o da terminologie ipocrite e svendute, uomini
che non tanto siano legati a ideologie del passato o a gruppi di potere ma siano in grado di
immaginare un futuro migliore per tutti.

30.04.2004
Collettivo Bellaciao