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Io sono comunista
Perché non vedo una economia migliore nel mondo che il comunismo.
Io sono comunista
Perché soffro nel vedere le persone soffrire.
Io sono comunista
Perché credo fermamente nell’utopia d’una società giusta.
Io sono comunista
Perché ognuno deve avere ciò di cui ha bisogno e dare ciò che può.
Io sono comunista
Perché credo fermamente che la felicità dell’uomo sia nella solidarietà.
Io sono comunista
Perché credo che tutte le persone abbiano diritto a una casa, alla salute, all’istruzione, ad un lavoro dignitoso, alla pensione.
Io sono comunista
Perché non credo in nessun dio.
Io sono comunista
Perché nessuno ha ancora trovato un’idea migliore.
Io sono comunista
Perché credo negli esseri umani.
Io sono comunista
Perché spero che un giorno tutta l’umanità sia comunista.
Io sono comunista
Perché molte delle persone migliori del mondo erano e sono comuniste.
Io sono comunista
Perché detesto l’ipocrisia e amo la verità.
Io sono comunista
Perché non c’è nessuna distinzione tra me e gli altri.
Io sono comunista
Perché sono contro il libero mercato.
Io sono comunista
Perché desidero lottare tutta la vita per il bene dell’umanità.
Io sono comunista
Perché il popolo unito non sarà mai vinto.
Io sono comunista
Perché si può sbagliare, ma non fino al punto di essere capitalista.
Io sono comunista
Perché amo la vita e lotto al suo fianco.
Io sono comunista
Perché troppe poche persone sono comuniste.
Io sono comunista
Perché c’è chi dice di essere comunista e non lo è.
Io sono comunista
Perché lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo esiste perché non c’è il comunismo.
Io sono comunista
Perché la mia mente e il mio cuore sono comunisti.
Io sono comunista
Perché mi critico tutti i giorni.
Io sono comunista
Perché la cooperazione tra i popoli è l’unica via di pace tra gli uomini.
Io sono comunista
Perché la responsabilità di tanta miseria nell’umanità è di tutti coloro che non sono comunisti.
Io sono comunista
Perché non voglio potere personale, voglio il potere del popolo.
Io sono comunista
Perché nessuno è mai riuscito a convincermi di non esserlo. (NAZIM HIKMET )
Messaggi
1. Io sono comunista, 31 marzo 2011, 22:47
Grande! sono commosso ,come penso tutti quelli che si sono ritrovati in questi perchè,chi è Nazim Hikmet?Alex
1. Io sono comunista, 1 aprile 2011, 07:32, di Enrico Biso
Ripreso da: Wikipedia
Il marxista Nazım Hikmet (pronuncia [nɑ’zɯm hik’met]), condannato per le sue idee, fu uno dei primi poeti rivoluzionari che andarono ad Ankara per sostenere la Rivoluzione Turca.
Nato a Salonicco (attualmente in Grecia) da una famiglia aristocratica turca, il nonno paterno Nazim Pascià era stato governatore di varie province ottomane, ma anche poeta e scrittore in lingua ottomana. Il nonno materno, figlio di un nobile polacco, era militare in carriera, ma anche filologo e storico. Hikmet era
figlio del diplomatico Nazim Bey e dalla pittrice Aisha, appassionata di poesia francese e specialmente di Lamartine e Baudelaire. La sua prima pubblicazione avvenne a diciassette anni su una rivista. Il suo punto di riferimento letterario era il suo insegnante di letteratura e poesia, Yahya Kemal, e altri poeti turchi come Tevfik Fikret e Mehmed Emin.
Durante la guerra d’indipendenza lavorò come insegnante a Bolu. Studiò poi sociologia presso l’università di Mosca (1921-1928) dove scoprì i testi di Marx e della rivoluzione sovietica. Conobbe Lenin, Esenin e Majakovskij, che ebbe su di lui un’importante influenza.
Dopo il suo ritorno clandestino in Turchia nel 1928, Hikmet scrisse articoli, sceneggiature teatrali ed altri scritti. Fu condannato alla prigione per il suo ritorno irregolare ma amnistiato nel 1935. Nel 1938, fu condannato a 28 anni e 4 mesi di prigione per le sue attività anti-naziste e anti-franchiste, scontandone 13 in Anatolia, nel corso dei quali venne colpito da un primo infarto, per essersi opposto alla dittatura di Kemal Ataturk. Fu l’intervento di una commissione internazionale composta tra gli altri da Tristan Tzara, Pablo Picasso, Paul Robeson e Jean-Paul Sartre a favorirne la scarcerazione nel 1950.
Si sposò con Münevver Andaç, traduttrice in lingua francese e in lingua polacca a cui dedicò diverse poesie. Nel 1951, a causa delle costanti pressioni, fu costretto a ritornare a Mosca ma la moglie e il figlio non poterono seguirlo ed egli trascorse il suo esilio viaggiando in tutta Europa. Perse così la cittadinanza turca e divenne polacco. Nel 1960 si innamorò della giovane Vera Tuljakova e la sposò.
Morì il 3 giugno 1963 in seguito ad una crisi cardiaca, uscendo dalla porta della sua casa al numero 6 della via Pesciànaya a Mosca. È ricordato principalmente per il suo capolavoro, la raccolta Poesie d’amore, che testimonia il suo grande impegno sociale.