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LA MOZIONE APPROVATA DAL CONGRESSO DEL PRC : VIA LE TRUPPE, NO AL COINVOLGIMENTO NATO...

Publie le martedì 8 marzo 2005 par Open-Publishing

Guerre-Conflitti Partito della Rifondazione Comunista Parigi USA

LA MOZIONE APPROVATA DAL CONGRESSO DEL PRC - VIA LE TRUPPE, NO AL COINVOLGIMENTO NATO, SOSTEGNO ALL’IRAQ CHE RESISTE ALLA GUERRA E AL TERRORE

Cari, care, qui di seguito vi invio il testo della mozione sull’Iraq approvata a
maggioranza ieri dal VI congresso nazionale del Prc svoltosi a Venezia.
Ancora oggi girano sulla stampa interpretazioni "creative" della nostra
posizione sull’Iraq. Credo che il testo approvato dal congresso serva a
dissipare disinformazioni interessate e ribadisce tutto il nostro impegno,
senza se e senza ma, nel movimernto per la pace, il ritiro delle truppe, la
fine dell’occupazione e della guerra in Iraq.

Alfio Nicotra, responsabile nazionale del settore Pace del PRC

IL VI congresso nazionale del Prc si stringe intorno alla famiglia di Nicola
Calipari, che ha sacrificato la propria vita per difendere quella di
Giuliana Sgrena. La nostra grande felicità per la liberazione di Giuliana è
stata così offuscata da questo drammatico lutto. Non di fuoco amico si è
trattato ma di un vero e proprio fuoco contro la pace. Lo stesso che da due
anni sta straziando il popolo iracheno, con decine di migliaia di morti, con
generazioni di orfani e invalidi, con città, scuole, ospedali distrutti. La
guerra non è una casualità e Nicola Calipari non è un effetto collaterale.
La guerra è la negazione di ogni speranza e ogni futuro. Per questa ragione
occorre interrompere questa spirale di morte, ponendo fine ad una
occupazione crudele ed illegale restituendo al popolo iracheno il diritto a
decidere del proprio futuro.

Le stesse elezioni irachene se da un lato indicano anche con il voto la
volontà di quel popolo di porre fine all’occupazione, dall’altro consegnano
un Paese sempre più balcanizzato, spinto coscientemente verso la guerra
civile. La strategia Usa lungi da pacificare l’area punta a destabilizzarla,
trascinando, in omaggio alla dottrina delle guerra preventiva e infinita, i
paesi confinanti in nuove tensioni e conflitti.

Il tentativo di Bush di coinvolgere l’Unione Europea tramite la Nato
nell’avventura irachena, deve essere denunciato con forza . Non c’è
pacificazione possibile senza la fine dell’occupazione, non c’è possibilità
di ritorno ad una soluzione negoziata e politica della crisi senza il ritiro
delle truppe che si sono macchiate di crimini contro l’umanità. Falluja e
Ramadi sono lì a testimoniare l’orrore di una guerra di aggressione che
spinge verso lo scontro di civiltà. L’orrore chiama nuovo orrore, la guerra
chiama nuova guerra.

Il progetto fondamentalista e autoritario delle organizzazioni terroristiche
di Al Zarqawi e Al Qaeda si muove in una direzione speculare e funzionale
alle potenze occupanti. Una vera strategia della tensione fatta di attentati
alle moschee, alle chiese, nei mercati, tra le file dei disoccupati palesa
l’obiettivo di togliere la voce alle forze della società civile irachena,
resistenza compresa. Si vuole spazzare via la speranza di un Iraq
democratico, unito, plurietnico, finalmente libero dalle truppe di
occupazione.

Il nostro obiettivo è sostenere questo Iraq che resiste all’occupazione e al
terrore, lo stesso che si è mobilitato per la liberazione di Giuliana e
prima ancora delle due Simone, lo stesso che ha dato vita alla conferenza
della società civile a Roma, che ha partecipato al Forum Sociale Mondiale di
Porto Alegre e che si sente parte di quel grande movimento per la pace
mondiale che rappresenta la grande speranza per l’umanità intera.

Per questo è necessario proseguire la mobilitazione e continuare a gettare
ponti di pace.

Confermiamo la richiesta di ritiro immediato delle truppe italiane dall’Iraq
come contributo concreto del nostro Paese alla pace. L’art.11 della
Costituzione deve tornare ad essere la stella polare che guida la nostra
politica estera. Solo una Italia (e una Europa) che ripudia la guerra può
diventare interlocutore credibile verso il mondo arabo e più in generale
verso gli altri popoli del pianeta. Il popolo italiano si è pronunciato in
oceaniche manifestazioni, con le bandiere arcobaleno alle finestre, con
migliaia di piccoli e grandi gesti di pace, per porre fine alla nostra
avventura militare in Iraq. Il Governo e il Parlamento si sono dimostrati
sordi a questa volontà maggioritaria del popolo italiano. Sta alle forze di
opposizione al Governo Berlusconi non far cadere questa richiesta di popolo
e impegnarsi con forza perché questo obiettivo - ritiro delle truppe e
apertura di una vera prospettiva di pace- sia finalmente conseguito.