Home > Le labbra cucite di Najova nel Cie di Bologna

Najova, donna tunisina di 34 anni, ha usato ago e filo e si è cucita le labbra per protestare contro il rigetto della sua domanda di asilo politico e contro la sua detenzione nel Centro di Identificazione ed Espulsione di Bologna. L’ha fatto da sola in una stanza del Centro (ex Caserma Chiarini di Bologna) sopportando, senza un lamento, il dolore terribile della deturpazione. I medici dell’ospedale non hanno potuto toglierle la cucitura dalle labbra perchè la perizia pschiatrica a cui è stata sottoposta Najova ha evidenziato che è perfettamente in grado di intendere e volere e che qualsiasi intervento sanitario d’autorità rappresenterebbe una violazione della volontà.
Najova non è arrivata l’altro ieri ma è in Italia dal 2006. Era fuggita dal suo paese dopo essere stata ripudiata e minacciata di morte dai parenti per la sua relazione con un uomo e la successiva gravidanza. Scappata prima a Tripoli, dove ha lasciato il figlio, ha poi raggiunto le coste italiane con un gommone, rischiando di annegare nel grande cimitero chiamato mediterraneo. La sua permanenza in Italia, fatta di lavori precari, di solitudine, clandestinità e di qualche incontro sbagliato è stata da subito molto dura. A causa di persone senza scrupoli viene coinvolta in una storia di droga, passa otto mesi in carcere ma nel processo viene completamente scagionata e assolta.
Oggi la donna dalle labbra cucite chiede
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