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Thailandia, 98 morti in scontri nel sud del paese
Publie le mercoledì 28 aprile 2004 par Open-PublishingTra presunti guerriglieri islamici e forze dell’ordine
Il premier Thaksin Shinawatra: ’’Sono banditi, nessun legame con terrorismo’’
Bangkok, 28 apr. - (Adnkronos) - Almeno 98 persone sono rimaste uccise alle 
prime ore di oggi negli scontri che hanno opposto presunti guerriglieri 
islamici alle forze di sicurezza ed ai soldati nella parte meridionale 
della Thailandia.
Gli scontri sono iniziati alle 5.30 di questa mattina ora 
locale, con una serie di attacchi congiunti sferrati dai rivoltosi contro 
dieci posti di blocco della polizia, basi dell’esercito e sedi governative 
nelle province di Pattani, Yala e Songkhla.
Secondo quanto reso noto dalla 
polizia, tra le vittime si contano almeno 93 ribelli e cinque soldati o 
agenti di polizia. I feriti sarebbero sedici tra le fila dell’esercito e 
quattro tra gli insorti.
Le stesse fonti hanno poi riferito di intensi scontri a fuoco ancora in 
corso nella tarda mattinata di oggi ora locale intorno alla moschea Kuersae 
di Pattani, un edificio in fase di costruzione che i separatisti delle 
province meridionali a maggioranza musulmana hanno preso a simbolo delle 
loro rivendicazioni e dei loro sentimenti antigovernativi.
Almeno dieci 
ribelli si sono asserragliati all’interno della moschea e sono circondati 
dalle forze dell’ordine. Malgrado i gas lacrimogeni, le granate e il fuoco 
usato dagli agenti per cercare di avere la meglio sui guerriglieri, questi 
continuano a lanciare messaggi di sfida ed hanno fatto sapere che non 
intendono cedere e rinunciare a quella che hanno definito la loro jihad.
Sono giorni che la polizia e le forze dell’esercito sono in stato di 
allerta, dopo aver ricevuto informazioni di intelligence che avvertivano 
del rischio di simili attacchi. Grazie a queste informazioni, e’ stato 
possibile far fronte all’offensiva, sferrata da non meno di 400 uomini, e’ 
stato reso noto da fonti ufficiali.
A Bangkok, il premier Thaksin Shinawatra ha descritto gli autori della 
rivolta come ’’banditi’’ che vogliono rubare armi. ’’Si tratta di una 
questione interna’’, ha proseguito, insistendo nel negare ogni possibile 
collegamento ’’con il terrorismo internazionale’’.
Il premier ha poi 
escluso che le violenze siano opera di separatisti islamici - il 95 per 
cento della popolazione del paese e’ buddista, contro il 5 per cento di 
islamici concentrati appunto nel sud - ed e’ invece da attribuire a bande 
di criminali.




