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25 APRILE 2004 Piazza della Resistenza ore 17.30 Recital-Concerto dei CANTOSOCIAE

Publie le mercoledì 14 aprile 2004 par Open-Publishing

"Ci chiaman BRIGANTI e TRADITORI
ma siamo RIBELLI per LIBERTA’"

Canti,Storie,Poesie di chi resisteva sui monti e nelle nostre pianure

"Ci chiaman briganti e traditori, ma siamo ribelli per la libertà" questo non è solo il titolo di uno spettacolo ma anche l’omaggio, in occasione delle celebrazioni del 25 Aprile, da parte dell’amministrazione comunale e della Biblioteca civica di Cilavegna a chi ha avuto il coraggio di opporsi con ogni mezzo alla dittatura nazi fascista;alle bande partigiane ma anche a chi in pianura li ha supportati e spesso si è reso protagonista di numerosi gesti di coraggio e disobbedienza civile contro le truppe tedesche e le brigate nere fasciste.

L’occasione è data come ormai buona abitudine dal gruppo dei CANTOSOCIALE ancora una volta invitato a presentare un recital concerto con poesie,letture,monologhi e soprattutto canti e canzoni sul tema e questa volta il palco,condizioni atmosferiche permettendo, non sarà il Teatro Polifunzionale ma la piazza principale.
I lomellini del resto in occasione della Festa della Liberazione da alcuni anni propongono spettacoli unici, appositamente realizzati sulla base di fonti orali ;registrazioni dirette dai testimoni di quegli anni ,raccogliendo racconti successivamente rielaborati in forma di monologhi e canti spesso riproposti in versioni riarrangiate che mantengono intatt il senso storico e sociale.

Altre ricerche su testi storici, documenti e cronache giornalistiche sono state interessanti spunti per realizzare canzoni originali dal gusto contemporaneo con atmosfere accattivanti dal sapore folk-rock. I Cantosociale del resto sono tra i pochi nella provincia e nella regione Lombardia a "lavorare" specificamente sul territorio e anche in questa occasione presenteranno uno spettacolo originale con testi ,canti e musiche nuove.

Un lavoro appositamente preparato per la ricorrenza e basato sul ricordo delle bande partigiane che hanno operato nelle’Oltrepò Pavese:le divisioni garibaldine Aliotta e Gramsci,la giellista (Giustizia e Libertà) Masia e la matteottina Barni e le relative brigate che come quelle che operarono in pianura : la Leoni e la Matteo, presero i nomi dai compagni caduti: Capettini, Crespi,Pisacane, Cornaggia,Gramigna, Togni,Sterzi,Piumati,Pizzi,Vercesi …

Nomi che riecheggiano nello spettacolo sia nelle strofe delle canzoni che nelle storie raccontate così come i loro " mitici" comandanti dai nomi di battaglia più disparati : Americano, Remo,Tom,Otto,Tartan, Fusco… e richiami forti avranno anche le figure eroiche antifasciste della società civile nella nostra pianura lomellina da Anna Botto,Carlo Crespi a Giuseppe Loew,Teresio Olivelli fino a Giovanni Maccaferri, Camilla Campana,Clotilde Giannini, Luigina Cirini,Omodeo Zorini gli operai tessili del calzificio Giudici di Cilavegna arrestati per essere poi deportati come "politici" nei campi di concentramento di Mauthausen,Auschwitz,Belsen, Buchenwald a seguito dello sciopero del 2 marzo del 44.

Storie toccanti che riportano al clima sociale opprimente della dittatura ,al coraggio e alla forza data a tutta la popolazione italiana da quei gruppi di sbandati,renitenti alla leva, idealisti per amor di patria o per ribellione di classe o semplicemente costituiti da gente che aveva superato ogni limite di sopportazione ai soprusi e alle ferocie quotidiane, spinti a combattere da spontanei aneliti di giustizia e libertà .
Gente che il regime definì sui manifesti murali TRADITORI della Patria,LADRI,BANDITI;RIBELLI… e che con successive disposizioni del ministro degli interni condannò alla fucilazione immediata e oggi invece possiamo considerare a tutti gli effetti fondatori della Repubblica Italiana.

Accanto a loro non potranno certo mancare i riferimenti locali richiamati oltretutto dal luogo fisico del concerto: Piazza della Resistenza ,preferito al tradizionale Teatro polifunzionale per vivere in m odo più aperto e collettivo il ricordo , un contatto più diretto con i cilavegnesi nel pomeriggio domenicale .

Proprio in un angolo della piazza, che si trova in prossimità della via xx settembre, scorreva la roggia Prazzuolo che il 26 aprile del 1945 raccolse i cadaveri di Giuseppe "Pipu" Campana del Comitato di Liberazione Nazionale e dei suoi amici Pizzarelli e Giuvanin Pulin, i tre cilavegnesi uccisi da un cecchino nazista ritornato inspiegabilmente a presidiare la zona insieme al suo capitano.Quel pomeriggio verrà ricordato insieme ad altri tragici episodi come quello dell’eccidio dei soldati italiani a Cefalonia rievocato dal racconto di uno dei pochi superstiti: il professore cassolese Alfredo Lengua recentemente scomparso .

A supportare le storie ci saranno brevi ma intense letture di poesie e brani letterari (Neruda,Calvino,Fortini,Vigano...) fatte dal giovane poeta vigevanese Luca Ariano da alcuni anni collaboratore del gruppo.

La colonna sonora e portante di tutto lo spettacolo è costituita ovviamente dai canti e dalle canzoni, accanto agli storici classici del repertorio della resistenza come Bella Ciao,Fischia il vento,Ma mì…ci sono gli ormai " classici" del repertorio dei CANTOSOCIALE , strofe e melodie che per l’occasione hanno riferimenti specifici, frutto di ricerche sviluppate negli anni anche grazie all’aiuto di importanti storici oralisti come Marco Savini e M. Antonietta Arrigoni.

E’ il caso di Canevino sulla strenua ultima battaglia combattuta sul colle Ortaiolo dai resti delle brigate matteottine e vinta sconfiggendo oltre 250 tra soldati della Wermachts e delle Brigate Nere con il comandante Fusco tra i protagonisti e di Pozzol Groppo sulla strage efferata di giovani partigiani della brigata Cornaggia, del loro comandante Lucio Martinelli e di una crocerossina Anna Mascherini da parte di sanguinari elementi della Sicherheits, la polizia repubblichina ,avvenuta nel paesino situato sul crinale della Val Staffora e della Val Curone .

Legati a importanti personalità della resistenza nell’Oltrepò pur per ragioni diverse figure sono anche le canzoni Quando saremo a Varzi e Noi di Ciro siamo riarrangiate con ritmi incalzanti,sono composte da strofe capaci di dare morale e spinta al combattimento contro comandanti spietati come era Fiorentini delle brigate Nere e di decantare il valore e il coraggio di capi combattenti come Barbieri"Ciro".
Importanti e significativo il recupero di brani simbolo,veri e propri inni delle diverse brigate partigiane come Siamo i ribelli della montagna dei garibaldini delle vicina zona di Casale Monferrato e quella Brigata Garibaldi vero e proprio simbolo-saluto dai toni patriottici divenuto quasi d"ordinanza" per le divisioni Gramsci e Matteotti.Anche la riproposta de Il canto dei Malfattori di fine ottocento unitamente all’altro canto simbolo degli anarchici Addio Lugano Bella assumono significati attualizzati tutt’altro che nostalgici.

I canti della mondine più marcatamente di protesta padronale Curmaja Curmaja Sciur Padron e Prim che nàs un servitù che ricordano le proteste anti regime fatte in risaia ,mettono ancora una volta in risalto il lavoro di composizione del gruppo attento ai ritmi rock e blues abbinato a temi più autenticamente popolari, attualizzando melodie conosciute o rivestendo versi di cui non è pervenuta la musica.

A completare lo spettacolo anche alcune interessanti nuove composizioni , quelle strumentali che accompagnano i versi del Canto dei deportati di Dachau e il racconto dei soldati abbandonati a Cefalonia e in particolare la canzone Dòn cuntra la guèra ,racconto appassionato dello sciopero del 1918 contro la guerra ,fatto dalle operaie tessili lomelline per lo più vigevanesi e cassolesi ,il testo è basato su una ricostruzione storica delle cronache giornalistiche dell’epoca.

I CANTOSOCIALE da sette anni attivi con concerti,lezioni,animazioni culturali in vari contesti; dai teatri alle biblioteche dalle piazze ai centri sociale alle strade partecipano spesso a feste popolari, rassegne e festival musicali per lo più nel Nord Italia e sono ben conosciuti a Cilavegna oltre che per i diversi spettacoli realizzati nella festa della Liberazione anche per gli interventi nelle scuole.

Ultimamente hanno tenuto un’appaludita lezione-concerto nelle scuole medie in occasione della rassegna Terre di Musica e stanno realizzando nelle scuole elementari "A lisiòn su l’èra" un laboratorio sulla civiltà contadina che oltre alla ricerca orale culminerà con uno spettacolo il 25 maggio al Teatro Polifunzionale.

Qui si ripresentano dopo un anno con un’altra novità nell’organico,dopo l’inserimento di Vittorio Grisolia , violinista e plustrumentista (ocarine,baghèt,flauti popolari,armonica a bocca,organetto diatonico…) di valore assoluto nel panorama del folk italiano anche quello di Christian Anzani ,quarantenne novarese ,stimato maestro di chitarra ben conosciuto per la sua multiforme attività musicale in gruppi rock, pop ,blues dell’area novarese -milanese metterà a frutto la sua molteplice versatilità arricchendo di colori e timbri la musica del gruppo suonando fisarmonica,basso elettrico oltre alle chitarre acustiche ed elettriche di vario tipo.Il nucleo storico rimane lo stesso con l’istrionico Piero Carcano che oltre a scrivere i testi,cantare,suonare kazoo e percussioni, recitare e animare( se è il caso),conduce per mano il gruppo spesso in simbiosi con il pubblico .

A fianco a lui Gianni Rota l’inseparabile "fratello" artistico ,grintoso,ritmico e sensibile accompagnatore con la chitarra acustica ,suadente ricamatore di melodie al flauto traverso nonché cantante dalla voce ruvida e "nera" è un vero e proprio "rambler" di strada al servizio del gruppo,capace di districarsi in ogni situazione. I Cantosociale pur privilegiando l’aspetto emotivo e sociale del canto e della musica con gli anni hanno affinato le interpretazioni riuscendo gradualmente ad affinare il suono distintivo : un " corposo e contagioso folk" capace di permeare le diverse situazioni di spettacolarizzazione della cultura popolare che portano sulla scena.