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25 APRILE: RESISTENZA ALLA GUERRA
RITIRO IMMEDIATO E INCONDIZIONATO
DELLE TRUPPE DALLA’IRAQ
come unica via per la pace, per la liberazione dell’Italia e dell’Iraq
dalla guerra, per riportare l’Italia al ripudio della guerra e all’art.11
della Costituzione, oggi violato
PER L’AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI
da quello iracheno a quello palestinese
CONTRO LA "FORMA-GUERRA"
che ormai rappresenta una contingenza perenne attraverso la quale risolvere
i problemi planetari, senza curarsi dei disastri che le soluzioni di guerra
generano
CONTRO LA FALSA INFORMAZIONE
E LE RETORICHE DI GUERRA
no alle ricadute sul cosiddetto "fronte interno" delle scelte di politica
internazionale degli Stati, no alle restrizioni dell’agibilità politica e
sociale
dei movimenti, no alle deportazioni dei migranti
CONTRO TUTTI I FASCISMI, VECCHI E NUOVI
Domenica 25 aprile 2004, alle ore 11,30
MANIFESTAZIONE
Concentramento in Piazza VIII Agosto
Il Bologna Social Forum fa appello a tutti coloro che non ci stanno a farsi
assuefare dalla guerra permanente e dalle sue atrocità, alle persone che
non vogliono farsi arruolare nel cosidetto "fronte di fermezza
nazional-impopolare" (che sull’Iraq riscopre la politica bypartisan e di
unità nazionale, mettendosi alle spalle la guerra, senza badare se è stata
una scelta giusta o sbagliata; che della lotta al terrorismo fa la priorità
assoluta, senza distinzioni di parti politiche e visioni del mondo; che in
nome di una rinnovata rispettabilità atlantica, tende di nuovo a
trasformare l’ONU in una "agenzia di ratifica" delle scelte e delle
necessità della superpotenza imperiale americana, coinvolgendo l’Europa in
un conflitto che nessuno sa quando e se finirà). Siamo schifati dal
"cinismo di guerra" del governo Berlusconi che ha utilizzato prima
l’uccisione dei carabinieri e dei soldati di Nassirya e ora l’assassinio di
un "operatore privato di sicurezza" a Falluja per nascondere le sue
responsabilità nella sporca guerra di Bush, scatenando un’ondata di
retorica nazionalista.
Facciamo appello alle donne e agli uomini che, da oltre un anno, in tante
iniziative e in tante manifestazioni, hanno detto (senza se e senza ma) che
in Iraq è in corso una guerra vera (e non un’iniziativa di pace) provocata
e alimentata ogni giorno da truppe straniere occupanti, sostenute da
migliaia di mercenari pagati dalle imprese americane; che questa guerra ha
prodotto massacri tra la popolazione irachena (come quelli recenti di
Nassirya e Falluja), provocando, dal suo inizio ad oggi, più di 15 mila
vittime. Oggi, ancor più di un anno fa, è necessario battersi non solo
contro la "guerra permanente" e la sua applicazione in Iraq, ma contro
questa logica di guerra che tutto pervade e che ci vuol portare di orrore
in orrore in un precipizio senza fine. Se di ulteriori conferme c’era
bisogno, la vicenda dei mercenari è forse la rappresentazione più evidente
del binomio liberismo-guerra, di quale e quanto orrore può produrre un
governo del mondo basato sul comando unico economia - guerra ovvero soldi e
guerra. In tutto questo c’è un ruolo determinante e gravissimo dei media,
che, salvo le poche note eccezioni, grondano di retorica, di schifosi
silenzi e di vere e proprie falsità.