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25 aprile, un giorno di pace PACIFISTI La festa della Liberazione si tinge d’arcobaleno...
Publie le venerdì 9 aprile 2004 par Open-Publishing«25 aprile, un giorno di pace»
PACIFISTI La festa della Liberazione si tinge d’arcobaleno: grande corteo a Milano e iniziative in
tutta Italia. Questa mattina incontro con i parlamentari. Dalle 17 sit-in «autoconvocato» a
Palazzo Chigi
ROMA
La decisione sarà ufficializzata questa mattina, ma la dura presa di posizione della segreteria
della Cgil, che chiede esplicitamente il ritiro immediato delle truppe dall’Iraq e la loro
sostituzione con «caschi blu provenienti dai paesi arabi e da quelli che la guerra non hanno voluto», ha
contribuito in maniera decisiva a sciogliere qualsiasi dubbio nel movimento pacifista. E così il 25
aprile, giornata della Liberazione d’Italia dal nazifascismo, sarà anche una grande giornata per
la fine dell’occupazione in Iraq. La manifestazione centrale sarà a Milano, per il resto ci saranno
mobilitazioni diffuse in ogni luogo in cui si celebra l’antifascismo. Sarà il ritorno in piazza
del movimento per la pace che il 20 scorso, a un anno esatto dall’inizio dei bombardamenti, aveva
sfilato a Roma per chiedere la fine dell’occupazione in Iraq.
«E ci piacerebbe che il mondo
cattolico, che è una componente importante del movimento pacifista, caratterizzi anche la Pasqua contro la
guerra», aggiunge il disobbediente Anubi Lussurgiu D’Avossa. Già l’altro ieri, subito dopo gli
scontri a fuoco che avevano visto protagonisti i bersaglieri italiani, il presidente dell’Arci Tom
Benetollo aveva lanciato l’idea di scendere in piazza il 25 aprile con le bandiere arcobaleno.
Altrettanto avevano fatto il segretario del Prc Fausto Bertinotti, che aveva auspicato una immediata
mobilitazione di massa però senza indicare date, e il segretario del Pdci Oliviero Diliberto.
Ma
nelle ultime ore è maturata definitivamente la decisione di un grande 25 aprile «arcobaleno», e oggi
ne discuteranno il movimento pacifista, i senatori di Samarcanda e i deputati del Forum per
l’alternativa nell’assemblea pubblica al Capranichetta, davanti a Montecitorio, dalle 10 alle 14.
Nel comitato Fermiamo la guerra già da qualche giorno si discuteva di una manifestazione nazionale
a ridosso della scadenza del 30 giugno, limite ultimo imposto dal leader spagnolo Zapatero per il
ritiro delle truppe spagnole dal Golfo. Ma il precipitare della situazione ha spinto ad anticipare
i tempi. Dall’Iraq, i militanti di Un ponte per hanno lanciato l’allarme sull’assedio alla città
di Falluja, isolata come la palestinese Jenin un anno fa dall’esercito israeliano, e per questo
hanno invitato movimenti, associazioni e partiti a mobilitarsi al più presto. E così iniziative e
cortei in diverse città d’Italia sono previsti già per i prossimi giorni, a partire da Napoli e
Torino dove si scenderà in piazza già oggi. Assemblee spontanee autoconvocate si stanno svolgendo un
po’ ovunque, così come iniziative di diverso genere.
A Bologna, Rifondazione comunista ha esposto dalle finestre dei propri uffici alla Regione una
grande bandiera arcobaleno, provocando le ire di Forza Italia che ne ha chiesto la rimozione e
accusato i rivali politici di essersi posti al di fuori «delle istituzioni democratiche parteggiando
apertamente per il terrorismo». La Fiom, invece, a partire da oggi affiggerà in tutte le fabbriche
manifesti con il testo dell’articolo 11 della Costituzione italiana, che sancisce il ripudio della
guerra, e la richiesta di ritiro delle truppe. Mentre i disobbedienti del nordest hanno annunciato
un presidio davanti alla caserma del quarto battaglione carabinieri di Mestre.
A Roma, infine,
l’assemblea autoconvocata ieri pomeriggio ha indetto un sit-in «senza sigle» a partire dalle 17 di
oggi davanti a Palazzo Chigi, mentre venerdì verrà effettuato un volantinaggio nelle stazioni,
oggetto di particolari misure di sicurezza per il rischio attentati, per indicare le responsabilità del
governo italiano in quello che è accaduto e continua ad accadere in Iraq ma anche rispetto ai
pericoli cui la permanenza dei militari italiani in Iraq sottopone la popolazione italiana, le
restrizioni delle libertà per esigenze di sicurezza e le conseguenti psicosi che si stanno generando. La
prossima settimana, poi, in una data ancora da definire, ci sarà un corteo. Dal 16 al 18 aprile a
Brescia, inoltre, contro l’annuale fiera delle armi Exa ci sarà una «fiera di pace».
Intanto, mentre ieri pomeriggio a Roma la Tavola della pace ha incontrato alcuni rappresentanti
della lista Prodi, dalla responsabile esteri dei Ds Marina Sereni a Ermete Realacci della
Margherita, il verde Alfonso Pecoraro Scanio ha auspicato un incontro tra tutte le opposizioni e i movimenti
per «chiedere il ritiro immediato del contingente italiano». «I tempi sono più che maturi per
ritrovare l’unità di tutte le opposizioni e mettere il governo di fronte alle proprie gravi
responsabilità nella guerra e nell’occupazione militare», sostiene il portavoce dei Verdi. Ma rimane tutta
da vedere la risposta della maggioranza triciclista del centrosinistra rispetto a un’altra
imponente manifestazione dalle parole d’ordine che accelerano i tempi del ritiro anche rispetto al 30
giugno previsto dalla «mozione Zapatero» e ne mettono in difficoltà la tenuta.