Home > 26 aprile 1986: Una nube sull’Europa
E’ giusto ricordare quell’evento catastrofico e le migliaia di morti, soprattutto nella popolazione Russa ma anche negli anni successivi, nel resto d’Europa. Esso ha segnato anche la nostra esistenza.
Ricordo quei giorni di fine aprile aprile del 1986. L’ondata di radiazioni era arrivata anche nel nostro paese ma il governo italiano decise di adottare la linea del silenzio (il contrario della loquacità odierna sugli ostaggi in Iraq) con il pretesto di non allarmare la popolazione. Ai tecnici che lavoravano nei vari siti di rilevamento della radioattività ambientale fu imposto l’assoluto ordine di non dire niente di quanto registravano i misuratori (questa cosa la seppi molto tempo dopo da un amico che lavorava in un centro ENEA) e, anzichè ordinare la distruzione di tutte le derrate alimentari contaminate se ne permise la commercializzazione soprattutto in occasione della giornata del 1° maggio quando il livello ambientale di radiaottività era altissimo. In una settimana il nostro corpo ha assorbito la quantità di radiazioni che generalmente si assorbono nell’arco di un’intera vita.
Ricordo quei momenti di aprile di 18 anni fa. Alloggiavo a Roma in zona Marconi. Non sapevo ancora niente di Cernobyl. Certamente ognuno avrà reagito in base ad una propria sensibilità individuale. Non so esattamente quanto legame ci fosse, ma una mattina della fine di aprile del 1986 , per la prima volta, ho fatto una tremenda fatica ad alzarmi dal letto e trascinarmi in bagno. Sentivo una morsa e un malessere, quasi una mancanza d’aria. Uscii subito da casa e notai qualcosa di insolito nell’ambiente, vedevo strana la luce dell’atmosfera, istintivamente cercai di trovare una sorta di refrigerio all’interno della basilica di S. Paolo.
Riuscii a riprendermi gradualmente dopo un’intera giornata. Nei giorni successivi abbiamo poi saputo tutti cosa era successo e di essere stati attraversati da questa ondata di radiazioni. Una parte privilegiata di italiani informati aveva smesso subito di consumare latte della centrale e ortaggi e scelse per il primo maggio posti al chiuso mentre il resto, la gran parte degli italiani, disinformati, fecero da cavia, chissà,forse per alleviare i danni al turismo e al commercio.
E’ appropriato dire tutto questo oggi nel momento in cui pochi uomini guerrafondai tentano di rubare il futuro dell’umanità.