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A Silvio

Publie le mercoledì 26 gennaio 2005 par Open-Publishing
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Dazibao


di Giancarlo Pacchioni

Date a Cesare quel che è di Cesare. Questa frase costituiva un inganno ai romani, questa frase era il modo subdolo per giustificare i tributi che i romani dovevano pagare a Giulio Cesare. La frase corretta sarebbe dovuta essere: date a Cesare quello che è vostro.
Di acqua sotto i ponti ne è passata, ma la retorica è sempre quella.

Ricordo ancora quando nacque Forza Italia, erano gli anni in cui Silvio Berlusconi si difendeva dai guai giudiziari dicendo che non ne sapeva nulla, se ne occupava il fratello Paolo. Quelli erano gli anni del: date a Paolo quello che è di Silvio.

Con il tempo i guai di Silvio non diminuirono, altri processi aprirono un nuova era: date a Cesare quello che è di Silvio.

Poi vennero i nostri giorni: date a Marcello quello che è di Silvio.

A questo punto mi viene in mente il “caro buon” Giulio: il potere logora chi non lo ha.
In effetti il popolo italiano è logoro, lo stesso lo si può dire per gli iracheni, per i palestinesi, per gli israeliani, per i curdi, e potrei continuare a lungo.

Con la stessa retorica ci hanno diminuito le tasse: il governo taglia le tasse. Peccato non abbia detto a chi le ha tagliate. Interessante sarebbe stato se avesse specificato che il taglio riguarda praticamente solo coloro i quali guadagnano più di centomila euro annui. Più corretto sarebbe stato dire: il governo taglia le tasse ai ricchi. Oppure avrebbe potuto dire: il governo non taglia le tasse a chi guadagna due milioni al mese di vecchie lire, indipendentemente dal fatto di avere figli a carico. Sarebbe stata una informazione solo parziale, ma più corretta.

E cosa dire di Fini? Vi ricordate il manifesto delle europee: un solo interesse, gli italiani.
Sarebbe stato più attinente alla realtà se avessero scritto: un solo interesse, quello di Berlusconi.

E Follini: con il tuo futuro, io c’entro. Non era meglio: con i vostri guai, io c’entro.

E cosa dire di: gli italiani sono impegnati in una missione di pace.

Viste le ultime dichiarazioni del piccolo Silvio, il prossimo slogan sarà: i comunisti mangiano i bambini. Io sono vegetariano, ma mi sento di garantire anche per i compagni non vegetariani....

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