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Altri 4 poliziotti indagati per gli scontri al G8 «Arrestarono due innocenti»
Publie le giovedì 15 aprile 2004 par Open-PublishingGli agenti, bolognesi, accusati di falso e calunnia
Genova Ancora la polizia nel mirino della magistratura per i fatti del G8. Un sovrintendente e tre
agenti bolognesi sono indagati della procura per un episodio avvenuto il 20 luglio 2001, in piazza
Manin. Per il pm Francesco Cardona Albini i quattro avrebbero arrestato due cittadini spagnoli
incolpandoli di reati in realtà mai commessi. A ricevere l’avviso di garanzia sono stati il
sovrintendente Antonio Cecere e gli agenti Luciano Beretti, Marco Neri e Simone Volpini, tutti in forza al
settimo reparto mobile di Bologna. I quattro, assistiti dai legali di fiducia Gianluca Arrighi e
Giuseppe De Nicola del foro di Roma, Guido Di Berardino di Pistoia e Alessandra Baudino di Genova,
sono stati convocati ieri in procura, ma si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
I fatti risalgono al pomeriggio del 20 luglio 2001. I poliziotti fanno parte di una squadra di
pronto impiego chiamata "Roma Bologna 302" che attende ordini nei pressi della questura di Genova.
Alle 15.15 la squadra di Cecere viene inviata nella zona di Marassi, teatro di scontri e vandalismi.
Alle 16 giunge in piazza Manin e qui, insieme alle altre squadre presenti, riceve l’ordine di
sgomberare la piazza. A questo punto, secondo gli agenti, sarebbe iniziato un fitto lancio di oggetti
e di bottiglie molotov contro le forze dell’ordine.
E’ in quest’occasione che vengono arrestati
due giovani spagnoli: Adolfo S., accusato di aver lanciato una bottiglia incendiaria, e Luis A. M.,
accusato di essersi scagliato contro i poliziotti con una sbarra di ferro. Accuse ritenute non
fondate dal pm, che anzi ha deciso di indagare i quattro per falso e calunnia. In possesso del
magistrato ci sarebbe anche un filmato che mostrerebbe come i due spagnoli arrestati non abbiano né
lanciato bomb
e molotov né aggredito gli agenti con un tubo di ferro.
Il processo ai manifestanti violenti. E’ un no global, nascosto da un casco, con una maglia gialla
da portiere di calcio, con su scritto il numero 1, il protagonista della sesta udienza del
processo a carico di 25 imputati, accusati di devastazione e saccheggio durante i giorni del G8. Il
manifestante non è ancora identificato, per ammissione degli stessi pm. La Digos sospetta però un
trentasettenne bergamasco, finito sul registro degli indagati, la cui abitazione è stata perquisita a
più riprese nei mesi scorsi. Appare sempre in prima linea nelle devastazioni del 20 luglio 2001,
avvenute in piazza Savonarola, corso Torino, piazza Tommaseo, e durante l’assalto al carcere di
Marassi.
Immagini inedite, su scontri, devastazioni e assalti, sono state fornite da una telecamera
sistemata per controllare il traffico in piazza Atleti Azzurri d’Italia.
Oltre alla "maglia gialla", co-protagonisti del filmato sono stati un no global con jeans
sdruciti, maglia grigia, nascosto da una kefiah, e una ragazza in maglia verde, probabilmente tra i 25
imputati nel processo. Il "discovering’’ però avverrà nelle prossime udienze, quando saranno sentiti
gli investigatori che hanno identificato i presunti responsabili delle devastazioni e dei
saccheggi.
Le varie immagini, raccolte in un video dell’accusa proiettato la scorsa udienza senza sonoro nè
commenti, sono state collocate oggi in sequenza spazio-temporale dal teste d’accusa Vittorio Corda,
l’ispettore dei vigili urbani che ha assemblato i tre Dvd, presentati dai pm Anna Canepa e Andrea
Canciani come prove a carico degli imputati.
L’udienza è iniziata ieri con la proiezione senza sonoro del terzo video dell’accusa, relativo
alla giornata del 21 luglio. Si sono rivissuti i disordini di via Casaregis, corso Torino e piazzale
Kennedy, fino all’assalto alla caserma dei carabinieri in corso Italia.
Molte le immagini inedite
anche in questo filmato, della durata di un’ora, riprese dalla telecamera dei vigili urbani di
piazza Savonarola e da quelle di Forte San Giuliano che hanno ripreso l’assalto alla caserma.
da secolo xix