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Ambiente: viene intimato alla Francia di applicare le leggi europee

Publie le domenica 16 gennaio 2005 par Open-Publishing

Dazibao


di Thomas Ferenczi

Mercoledi’ 12 gennaio la Commissione europea ha minacciato la Francia di sanzioni
finanziarie se persiste a non tener conto di decisioni della Corte di giustizia
che la invitano a trasferire nella sua legislazione numerose direttive sull’ambiente.
La Francia é stata condannata sei volte, fra il settembre del 2001 ed il luglio
del 2004, su iniziativa della Commissione, ma ha ignorato, del tutto o in parte,
le ingiunzioni della Corte. La Commissione le ha dunque intimato di onorare i
suoi obblighi. Si tratta, in tre casi, di un primo avvertimento, ed negli altri
tre di un secondo ed ultimo avvertimento, ultima tappa prima di eventuali multe
inflitte dalla Corte su richiesta della Commissione.

"Sono preoccupto vedendo il numero elevato di decisioni della Corte alle quali la Francia non ha dato seguito", ha dichiarato il commissario europeo all’ambiente, Stavros Dimas, prima di aggiungere: "E’ indispensabile reagire presto ed in modo efficace alle decisioni della Corte, non solo per l’ambiente, ma anche per mostrare che gli Stati membri prendono sul serio i loro impegni europei". In un comunicato, la Commissione sottolinea che "la Francia, non applicando correttamente la legislazione europea sull’ambiente, nuoce agli sforzi fatti per preservare la fauna e la flora dell’Europa e mina alla base le azioni in favore di una migliore gestione dei rischi per l’ambiente e la salute umana".

"RITARDI ACCUMULATI"

La Francia viene biasimata per la cattiva trasposizione della direttiva Habitat del 1992, che obbligava gli Stati a proporre, per il 1995, una serie di siti destinati a costituire una rete di protezione ecologica chiamata Natura 2000. La Corte ha giudicato, l’11 settembre 2001, che gli elenchi forniti erano incompleti. La Commissione nota che questi ultimi sono insufficienti a proteggere una dozzina di habitat e di specie, precisamente foreste e torbiere, oltre a certe specie di pesci e di piante. Sottolinea che i ritardi accumulati impediscono il completamento della rete Natura 2000, che considera come "il contributo più importante alla protezione della biodiversità per le generazioni future". Parigi riceve pure un ultimo avvertimento per l’applicazione della direttiva Uccelli selvatici del 1979, che provoca, dopo venticinque anni, controversie fra cacciatori ed ambientalisti. La Corte le rimprovera, in una decisione del 26 novembre 2002, di non aver indicato zone protette sufficienti. Queste ultime rappresentano solamente il 2,6% del territorio francese, mentre i siti repertoriati ne coprono l’8%.

Analogamente, il 26 giugno 2003 la Corte ha giudicato troppo restrittiva la trasposizione fatta dalla Francia di una direttiva del 1990 sulla libertà di accesso all’informazione in materia di ambiente. La Corte contesta una clausola che autorizza l’amministrazione a rifiutare la comunicazione di un documento perché attenterebbe "in modo generale ai segreti protetti dalla legge". In seguito Parigi ha corretto il testo ma non ha previsto, nell’ipotesi di una decisione implicita di rifiuto, una disposizione che obblighi i poteri pubblici a fornire, entro due mesi, i motivi di questo rifiuto. La Commissione si basa su questa lacuna per giustificare la sua posizione.

Altre tre legislazioni danno luogo ad un primo avvertimento. La prima riguarda una direttiva del 1990 sugli organismi geneticamente modificati, la cui trasposizione é stata giudicata incompleta dalla Corte il 27 novembre 2003, precisamente perché mal garantisce l’informazione del pubblico e non copre certi utilizzi delimitati di competenza del ministero della difesa. Le due altre direttive riguardano il versamento di sostanze dannose nell’acqua (decisione del 12 giugno 2003) e le scorie dei veicoli fuori uso (decisione del 1° luglio 2004).

Tradotto dal francese da Karl&Rosa di Bellaciao

http://www.lemonde.fr/web/recherche_articleweb/1,13-0,36-394054,0.html