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Attracca la Cap Anamur ma scatta la Bossi-Fini: arrestato il comandante
Publie le lunedì 12 luglio 2004 par Open-PublishingAttracca la Cap Anamur ma scatta la Bossi-Fini: arrestato il comandante
di red.
Un arresto previsto e confermato, quello per il comandante della Cap Anamur, Stefan Schmidt. Dopo che la Cap Anamur aveva attraccato a Porto Empedocle, Schmidt era stato portato alla questura di Agrigento. Domenica aveva tentato di avvicinarsi al porto, infrangendo il blocco delle autorità italiane. «Rischio l’arresto ma li salvo», aveva detto a proposito dei profughi, le cui condizioni di salute erano allarmanti. Dopo l’attracco il capitano è stato condotto presso la questura di Agrigento. Qui è stato formalizzato l’arresto. L’accusa: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Subito dopo l’ arresto del comandante della Cap Anamur, dell’ armatore e presidente dell’ omonima associazione umanitaria Elias Bierdel e del primo ufficiale Erhard Behet, gli investigatori sono usciti dal commissariato di Porto Empedocle per apporre i sigilli alla nave che è «sotto sequestro». L’equipaggio anche se la nave è sotto sequestro tornerà a bordo per la notte.
Il vicecomandante Behet ha fatto a tempo a dire alla stampa che anche alla luce di ciò che è successo rifarebbe tutto quanto «altre cento volte», cioè salverebbe ancora nel mare dalla morte altri immigrati senza pensarci su due volte. «Quello che è accaduto - ha detto - non ha niente a che vedere con i profughi».
Il governo italiano ora sostiene che si è voluto creare questa crisi, come precedente. Il Viminale sostiene anche di aver proposto un’assistenza alla Cap Anamur quando ancora si trovava in acque internazionali e che quest’aiuto è stato rifiutato.
A chiarire la posizione dell’esecutivo di Roma è il ministro della Giustizia, Roberto Castelli. «La vicenda della Cap Anamur crea un precedente che rischia di essere devastante per l’Italia». Lo stesso concetto espresso da Pisanu nei giorni scorsi. Altre nazioni hanno respinto la nave, «mentre l’Italia - aggiunge Castelli - si è dimostrata il ventre molle d’Europa. Il segnale a tutto il mondo, dunque, è questo: venite pure, tanto l’Italia è aperta a tutti. Bisogna che questo tema entri nella verifica di governo che si sta svolgendo». E poi arriva l’intuizione del ministro leghista. Davvero ardimentosa: «Ci sono fondati dubbi che l’operazione possa essere stata scientificamente studiata per saggiare la capacità di resistenza dei Paesi europei». Una specie di complotto?
Il governo tedesco ha escluso la possibilità di concedere asilo politico ai 37 profughi sudanesi a bordo della nave Cap Anamur bloccata davanti a Porto Empedocle. «Solo il governo italiano è responsabile», ha detto il portavoce del ministero degli Interni, Rainer Lingenthal. Secondo l’organizzazione non governativa cui appartiene la nave, i profughi hanno consegnato al capitano della Cap Anamur richieste scritte per ottenere l’asilo: se anche fosse così, ha chiarito Lingenthal, non esiste alcuna base legale per chiedere asilo a Berlino, dal momento che la nave non è considerata territorio tedesco.
In serata il Dipartimento di Pubblica sicurezza del Viminale ha fatto sapere che secondo i primi accertamenti i 37 non sarebbero sudanesi (nel Sudan c’è una sanguinosa guerra in atto) ma nigeriani e ghanesi. E quindi senza diritto a chiedere il riconoscimento di status di rifugiati e quindi l’asilo politico in Europa.
I 37 profughi africani, intanto, sono sbarcati a Porto Empedocle, indossando la stessa maglietta bianca con la scritta «Cap Anamur» e sul retro «Ged», German emergency doctors, la sigla dell’associazione tedesca che si occupa di portare aiuti umanitari soprattuto nelle zone africane. Le maglie sono state date in dotazione dal Comandante Stefan Schmidt e dal responsabile del Ged, Elias Bierdel. Prima di abbandonare la nave, gli africani, che stanno bene di salute, hanno scritto con un gesso in inglese: «Vi vogliamo bene, ci mancherete». Padre Cosimo Spadavecchia, che si trovava a bordo del pullman che li ha accompagnati presso il Cpt di Agrigento, uscendo dai cancelli ha raccontato che sono state avviate le procedure di identificazione. «È stato verificato lo stato di salute dei profughi - ha dichiarato - in particolare per quanto riguarda l’eventuale presenza di malattie infettive. Sono stati nutriti e sono già stati distribuiti loro degli abiti. L’ umore è buono ma non si rendono conto di quello che sta loro accadendo, nessuno spiega loro niente».
Da l’Unità