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Avraham Burg e Yasser Abed Rabbo al Parlamento europeo

Publie le mercoledì 21 aprile 2004 par Open-Publishing

COMUNICATO STAMPA
DELL’EUROPARLAMENTARE LUISA MORGANTINI, PRESIDENTE DELLA DELEGAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO PER I RAPPORTI CON IL CONSIGLIO LEGISLATIVO PALESTINESE

La presenza di oggi al Parlamento Europeo a Strasburgo di Avraham Burg, laburista israeliano ed ex presidente della Knesset, e Yasser Abed Rabbo, già ministro della cultura dell’Autorità nazionale palestinese, due degli artefici dell’Accordo di Ginevra, non deve passare inosservata.

Secondo l’europarlamentare Luisa Morgantini, presidente della Delegazione del Parlamento europeo per i rapporti con il Consiglio legislativo palestinese, questa presenza è particolarmente significativa soprattutto dopo il via libera del presidente americano Bush al cosiddetto piano unilaterale israeliano di evacuazione di Gaza di Sharon e l’omicidio mirato di Abdel Aziz Rantisi, due passaggi di una stessa strategia che sostituisce al negoziato la logica del più forte e punta a dimostrare l’inesistenza di interlocutori per una trattativa.

Il Parlamento europeo in passato, ricorda l’europarlamentare, ha già dimostrato la propria considerazione per l’Iniziativa, presenziando alla firma, lo scorso dicembre a Ginevra. E alcuni punti cardine dell’Accordo sono stati anche rilanciati dal premier irlandese, presidente di turno dell’Unione, che ha proposto una mediazione del Consiglio Europeo per accordi verso la formazione di due stati nei confini del 1967, considerati inderogabili, e ha chiesto ufficialmente di fermare "la politica di insediamento e di costruzione della cosiddetta barriera di protezione in territorio palestinese’’.

Ora più che mai l’Europa deve appoggiare concretamente tutte quelle forze palestinesi e israeliane che manifestano pacificamente contro la costruzione del Muro, e che alla logica militare contrappongono la logica della politica e della convivenza.

Da tempo queste forze di pace chiedono all’Europa la sospensione del trattato di associazione con Israele, e l’invio di una forza d’interposizione internazionale che agisca da deterrente alla violenza contro tutta la popolazione civile. Bisogna andare oltre le condanne formali e mettere in campo azioni concrete per fermare la danza macabra in corso tra gli attacchi kamikaze e la violenza di Sharon, che può contare sulla copertura totale degli Stati Uniti.

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