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Banche, pronte 852 chiusure di sportelli entro il 2015

par Radisol

Publie le domenica 29 luglio 2012 par Radisol - Open-Publishing

La lista è questa: 400 per Monte dei Paschi di Siena, 44 nel gruppo Ubi, 140 per il Banco Popolare (ma si teme che la cifra possa crescere con la revisione del piano industriale), 200 in tre anni per UniCredit, 25 per la Popolare dell’Emilia Romagna (saldo tra 50 chiusure e 25 aperture), 13 per la Popolare di Bari e 30 appena indicate nel nuovo piano industriale della Popolare di Milano. Entro i prossimi tre anni sono 852 le chiusure certe di sportelli bancari, già annunciate a mercato, clienti e dipendenti.

Però la cifra monstre potrebbe riguardare un migliaio (ma c’è chi dice “solo” 700) di chiusure di filiali della rete di Intesa Sanpaolo. L’informazione, un vero “leak”, sarebbe sfuggita di bocca al management in un incontro con i sindacati – allarmatissimi –, ma l’azienda la smentisce ufficialmente e categoricamente. Il totale delle chiusure, ipoteticamente, salirebbe a 1.852: su una rete fisica di sportelli che, alla fine del marzo scorso, contava 33.439 dipendenze le chiusure già certe ammontano al 2,6% ma, nell’ipotesi che il primo gruppo bancario nazionale desse effettivamente corso a quanto temuto dai lavoratori, balzerebbe al 5,5 per cento.

Non finisce qui: nei giorni scorsi Poste Italiane ha comunicato, con tanto di foglio Excel che riporta indirizzo, Comune, area di appartenenza, la chiusura di 1.156 uffici e la razionalizzazione (in termini di orari di apertura e di servizi) di altri 638 – come riportato con uno scoop nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore online –. Su una rete nazionale di 13.945 uffici postali ne verrebbero chiusi l’8,3% e razionalizzati il 4,6%, per un totale che sfiora il 13%, ovvero uno ogni otto. Uffici nei quali è operativo il servizio Banco Posta, che offre al pubblico servizi finanziari e assicurativi. Sul fronte delle razionalizzazioni, poi, Ubi ha già annunciato la trasformazione di 78 filiali in minisportelli.

Certo, nei prossimi anni altri operatori apriranno nuove filiali. Per ora di sicuro c’è, nero su bianco nell’ultimo piano industriale, il programma di 50 nuove aperture indicate da Bnl Bnp Paribas su una rete attuale che conta circa 950 punti. Quanto al gruppo Banca Popolare di Vicenza, l’obiettivo del piano industriale 2012/16 presentato il 20 luglio è di arrivare a 800 sportelli attraverso la revisione di 224 filiali (non totalmente performanti) che potrebbero essere “spostate” in piazze diverse, accorpate con altre, trasformate in sportelli leggeri o chiuse per permettere di aprirne di nuove in capoluoghi di provincia dove la Banca non è presente. Entro il 2014 sono previste 30 chiusure di filiali (nove per Banca Nuova e 21 per Bpvi) e 40 nuove aperture. Nuove aperture sono attese da Deutsche Bank, ma non vi sono numeri. Negli ultimi mesi è cresciuta la rete di Veneto Banca, che attraversa però una fase di riorganizzazione. Anche Bcc e le filiali italiane di banche estere negli ultimi anni si sono dimostrate molto attive.

Appare confermata la profezia degli analisti di Ubs Investment Research che, in un rapporto del 16 luglio, prevedevano per i prossimi quattro/cinque anni il calo di un decimo degli sportelli bancari «con significativi spazi per l’ingresso di nuovi player e una redistribuzione marcata delle quote di mercato sul fronte del credito retail». Una tendenza già in atto (negli ultimi anni UniCredit ha ridotto la rete di 800 agenzie), come dimostrano i piani industriali degli istituti e i dati trimestrali dalla Banca d’Italia, riportati nel Bollettino statistico e nella Relazione annuale.

Il problema riguarda legioni di clienti e decine di migliaia di bancari. È facile immaginare lo spaesamento dei residenti di quei 32 Comuni che – secondo via Nazionale – da marzo 2007 a oggi hanno visto chiudere l’unico sportello bancario. Specialmente gli anziani (in un Paese che invecchia sempre di più) che magari vi facevano accreditare la pensione e ora devono sobbarcarsi spostamenti per riscuotere l’assegno, pagare bollette, effettuare bonifici. A loro se ne potrebbero aggiungere molti altri.

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/

27.07.2012


Effettivamente, nell’ambito bancario italiano, c’è stata una tendenza ad aprire sportelli ( ed a volte anche ad acquisirne da altre banche con tutto il personale ) a dismisura e senza una effettiva necessità.

Quasi una gara alla "conquista del territorio" che spesso non ha portato alcun risultato in termini di aumenti di produttività e di utile, anzi tutto il contrario.

Va detto che anche la Bnl / Bnp Paribas, l’unica o quasi che sembra continuare nella logica di espansione territoriale, aveva comunque solo due anni fa ben altri programmi in questo senso, poi largamente ridimensionati con tanto di cacciata dell’ideatore di questi programmi fantasmagorici, l’ex responsabile del Retail Stefano Calderano.

E va anche detto che, anche quando si aprono nuovi sportelli come fa la Bnl, si tende poi a chiudere quasi ovunque, in termini di casse e di operazioni contabili, lo sportello pomeridiano, ritenuto poco utile in termini di utilizzo da parte della clientela.

E qui l’effetto è paradossale ... le banche, nell’ultimo CCNL stipulato in gennaio, hanno ottenuto da sindacati a dir poco subalterni e codini ( ed in alcuni casi spudoratamente corrotti), un allargamento del possibile orario di sportello addirittura fino alle 22 serali .... ma nonostante questo tendono invece a non andare appunto oltre le 14 nell’apertura effettiva delle casse ... misteri gloriosi della famigerata "concertazione" ....

Diciamo in generale che è la giusta fine della "sbornia", sbornia che ha portato all’oggettivo fallimento del Montepaschi ( sono più gli aiuti statali in termini di Tremonti/bonds che non il valore effettivo della banca ma questo non ha impedito che il presidente del Montepaschi Mussari fosse recentissimamente confermato alla guida dell’Abi) ma anche al sostanziale dissesto di molte altre, a partire da Unicredit.

Senza poi contare le 11 banche minori ufficialmente "commissariate" da Bankitalia :

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=49850&highlight=

E poi il tutto è anche un oggettivo "effetto della crisi", della minore circolazione di contanti, del crollo di mutui e prestiti sempre meno concessi ecc. ecc. ..... tutte cose che rendono assai meno necessaria una presenza capillare degli sportelli nel territorio ....

E qui innegabilmente è ancora più paradossale, anche da un punto di vista meramente di programmazione "affaristica", il fatto che nessuno dei "papaveri" e delle "teste d’uovo" delle banche italiane, alcuni dei quali oggi nei posti/chiave del governo Monti e della stesse istituzioni finanziarie europee, Bce compresa, ne avesse minimamente previsto gli effetti ...

29 Luglio 2012

Radisol

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