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Basta farsi del male: restauriamo l’odio di classe
par (A)
Publie le mercoledì 26 dicembre 2012 par (A) - Open-Publishing1 commento
Nel 2013 non vorrei più leggere notizie di poveri, sfruttati ed emarginati che come unica reazione di fronte alla crisi hanno quella di farsi del male:
http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/299334
oppure di elemosinare qualcosa sotto i palazzi del potere:
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/sardegna/2012/12/24/Notte-tenda-Figli-crisi-_7996621.html
BASTA! Restauriamo l’odio di classe! Ricordiamoci delle parole di edoardo Sanguinetti:
Bisogna restaurare l’odio di classe. Perché loro ci odiano, dobbiamo ricambiare. Loro sono i capitalisti, noi siamo i proletari del mondo d’oggi: non più gli operai di Marx o i contadini di Mao, ma tutti coloro che lavorano per un capitalista, chi in qualche modo sta dove c’è un capitalista che sfrutta il suo lavoro. A me sta a cuore un punto. Vedo che oggi si rinuncia a parlare di proletariato. Credo invece che non c’è nulla da vergognarsi a riproporre la questione.
E’ il segreto di pulcinella: il proletariato esiste. E’ un male che la coscienza di classe sia lasciata alla destra mentre la sinistra via, via si sproletarizza. Bisogna invece restaurare l’odio di classe, perché loro ci odiano e noi dobbiamo ricambiare. Loro fanno la lotta di classe, perché chi lavora non deve farla proprio in una fase in cui la merce dell’uomo è la più deprezzata e svenduta in assoluto? Recuperare la coscienza di classe (del proletariato di oggi) è essenziale. E’ importante riaffermare l’esistenza del proletariato. Oggi i proletari sono pure gli ingegneri, i laureati, i lavoratori precari, i pensionati. Poi c’è il sottoproletariato, che ha problemi di sopravvivenza e al quale la destra propone con successo un libro dei sogni".
Messaggi
1. Basta farsi del male: restauriamo l’odio di classe, 7 gennaio 2013, 02:34, di i-pod keroro
Purtroppo dopo la caduta del Muro di Berlino e la conseguente fine del capitalismo di Stato (non era comunismo quello in URSS, dal momento che i lavoratori rimanevano salariati, difatti era lo Stato che possedeva i mezzi di produzione e quindi il profitto non era socializzato e permaneva il famoso plusvalore di Marx) c’è stato un arresto nella lotta di classe.
Purtroppo quello che Gobetti definì "cortigianeria servile degli spostati verso chi li paga" è sempre più diffuso. Si preferisce lamentarsi degli immigrati, delle ultime ruote del carro piuttosto di lamentarsi di chi, in tempi di non così grande crisi economica e pressione fiscale, assumeva con cococo o cocopro o contratti a inesistente progetto, facendo la conta pure ai peli del culo per guadagnare il massimo col minimo costo.