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Battaglia di Nassirija: 12 ore di scontri e decine di vittime : nessuna immagine, censura di guerra
Publie le mercoledì 14 aprile 2004 par Open-PublishingSulle tv italiane rimbalzano immediatamente le immagini di Silvio Berlusconi
in visita lampo sabato scorso ai soldati italiani di stanza a Nassiriya. Una
prontezza e capacità che stride con il vuoto totale di immagini sia
fotografiche che video o semplici registrazioni sonore sui fatti del 6
aprile: lo scontro a fuoco tra gli italiani e gruppi di ribelli sciiti che
occupavano i tre ponti a sud della città.
Un vuoto preoccupante, che sa troppo di "censura di guerra". Ricordiamo come
in quegli scontri sono morti alcune decine di iracheni, non solo civili
armati, in gergo definiti miliziani, ma anche donne e bambini, oltre al
ferimento di molti altri insieme ad una dozzina di soldati italiani. In
quegli scontri sono stati distrutti quattro nostri mezzi militari, beni
pubblici andati in fumo come anche i trentamila proiettili (umanitari) di
ogni calibro sparati dai nostri soldati nel corso di 7 ore di battaglia vera
e propria e oltre 12 ore di assedio al terzo ponte mai definitivamente
conquistato.
Quella operazione di "ordine pubblico" il cui scopo era solo quello di
sgombrare tre ponti da "occupanti abusivi" che intralciavano il traffico si
è tramutata in uno scontro a fuoco che si può paragonare solo in parte alla
"battaglia del pastificio", il check point Pasta, a Mogadiscio, il 2 luglio
del 1993 e che costò la vita ad alcuni italiani e alcune decine di morti e
un centinaio di feriti tra i civili somali.
Undici anni fa le "antiquate" strutture di comunicazione mediatiche dello
Stato Maggiore dell’Esercito fecero arrivare nel giro di due ore le
immagini: i nostri soldati che si ritirano a piedi riparandosi dietro i
mezzi, alcuni feriti che sparano sotto un piovere di pietre e proiettili di
kalashinov, mentre arretrano davanti ad una folla tumultuante decisa ad
impedire la scelta assurda degli italiani (richiesta dal comando americano)
di voler occupare il Pastificio, semidiroccato, situato al centro di uno dei
quartieri più popolosi e fedeli ad Aidid.
Di quello scontro che durò poco meno di un’ora gli italiani seppero tutto
immediatamente al contrario di oggi, in cui speriamo nei fotogrammi carpiti
da qualche Ts araba.
Da chi dovrebbe essere stata filmata questa operazione se tutti gli standard
operativi collaudati in tredici anni di operazioni "umanitarie" da parte
dell’Esercito Italiano sono stati rispettati?
Innanzitutto dagli operatori video militari che sono direttamente al comando
del generale Chiarini, comandante della Task Force di stanza a Nassiriya. I
loro video e le immagini fotografiche sono stati inviati in tempo reale
attraverso il satellite di Comunicazioni militari italiano Sicral (entrato
in funzione nel febbraio 2001) presso lo Stato Maggiore Esercito e da lì al
Ministero della Difesa. Conoscendo l’esperienza del generale Chiarini, già
ex Capo di Stato Maggiore del Comando di Armata di Reazione rapida della
Nato, ex comandante della brigata nazionale Sud-Est di Mostar nella missione
Sfor in Bosnia ed ora comandante della missione italiana a Nassiriya non
possiamo credere che una volta preparata l’operazione "Ponti liberi" non
abbia inviato al seguito dei soldati l’apposito reparto di operatori video
al suo comando, procedura che ha sempre eseguito sul territorio ex
yugoslavo.
Ricordiamo come presso il compound White Horse sono attivi ben tre
collegamenti satellitari: due mediante il sistema Sicral (militare) ed uno
di back-up tramite la rete commerciale Eutelsat. Inoltre presso tutti i
reparti vi sono terminali Sicral e come anche alcuni dei mezzi blindati
Vm-90 abbiano in dotazione antenne Sicral rendendo possibile allo Stato
Maggiore Esercito a Roma di essere virtualmente presente sul campo di
operazioni.
Inoltre vi erano gli elicotteri Hh-3F del 6° Roa dell’Aeronautica Militare
che seguivano e coordinavano dall’alto. Questi velivoli dovrebbero aver
filmato tutto, non solo con le videocamere portatili in dotazione agli
equipaggi, ma anche grazie alle telecamere fisse ad alta definizione di cui
sono stati dotati per la missione Babilonia. I filmati dovrebbero essere
reperibili presso la base dell’Am a Tallil, 20 Km da Nassirya, e comunque
dovrebbero essere già giunti attraverso il satellite Sicral allo Stato
Maggiore dell’Aeronautica a Roma ed anch’essi presso il Ministero della
Difesa.
Un altro reparto che secondo resoconti giornalistici ha preso parte
all’operazione è il Rgt San Marco, reparto scelto della Marina Militare, di
stanza a Brindisi. Di esso sappiamo come curi accuratamente la
documentazione fotografica di ogni evento, sia esso un addestramento o
cerimonia od operazione reale. Riteniamo che anche in questo caso immagini
video e registrazioni sonore degli ordini impartiti per radio da parte dei
vari comandi siano state così acquisite da "Supermarina" e a disposizione
del ministero della Difesa.
L’aver usato i carri Centauro del 132° Rgt Ariete come "Soluzione Finale" ci
dà anche la sicurezza che le videocamere installate sul Carro Comando del
raggruppamento utilizzato oltre quelle automaticamente sincronizzate al
sistema di sparo dei cannoni da 105 mm (capaci di filmare in condizioni di
assoluta oscurità) abbiano registrato accuratamente tutte le fasi
dell’operazione. A meno di qualche disgraziato "incidente" che ne provochi
la distruzione, questi filmati dovrebbero presto giungere, per lo meno in
copia, presso il comando del 132° Rgt Carri sito a Cordenons (Pordenone) e
presso la Caserma Leccisi di Orcenigo Superiore (Pordenone) sede Comando
dell’11° Rgt Bersaglieri.
Infine, sui filmati dei "Servizi" c’è ben poco da dire, sappiamo la loro
mania nel riprendere ogni singolo manifestante noglobal in Italia, figurarsi
in quella che doveva essere la controrisposta ai tumulti del giorno prima
che avevano portato al ferimento di tre carabinieri e alla distruzione di
alcuni blindati dei Cc.
Ci sarà qualcuno che vorrà mai rendere pubbliche quelle immagini o il timore
che possano sconvolgere un’opinione pubblica che vive nell’idea dei nostri
soldati come portatori di pace, distributori di caramelle, che dissetano e
rifocillano l’umanità dolente impedirà la nostra voglia di conoscenza senza
limiti e censure?
da LIBERAZIONE