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Benetton si prende la Patagonia?

Publie le martedì 6 aprile 2004 par Open-Publishing

United Colors of sgomberi.

La Patagonia ha una lunga storia di oppressione coloniale. Ma l’ azienda
’conquistadora’ italiana , responsabile degli attuali sgomberi e’ ,nel
mondo, piu’ famosa per il supporto a nobili cause che per l’ approccio
tagliagola alle terre altrui. Di Sebastian Hacher-

Nell’ estremo sud dell’ Argentina si situa la Patagonia, una terra che
incorpora ogni tipo di clima e di terra, dai fiumi ai laghi fino al deserto
e i ghiacciai.
Sotto la ’Cordillera’, la porzione meridionale delle Ande che separa l’
Argentina dal Cile, giace la fertile e piatta distesa delle Pampas, dove
greggi di pecore e bestiame pascolano.

In questa area vivono i Mapuche. Conosciuti come la ’Gente della Terra’,
questa popolazione indigena ha vissuto in entrambi i lati della cordillera
senza preoccuparsi della nazionalita’ per 10.000 anni. Negli ultimi 500,
hanno resistito a continue invasioni, tentativi di sterminio e furti di
terra. Nel 1879, piu’ di 1.300 Mapuche furono massacrati e le loro terre
confiscate da immigrati inglesi, in quel genocidio che la storiografia
ufficiale chiama ’la conquista del deserto’.

Durante questa operazione militare, lo stato argentino trasformo’ la
maggior parte delle terre rubate in 8.000 kilometri quadri di appezzamenti,
e consegno’
piu’ di 41 milioni di ettari a meno di 2000 coloni.

Negli anni seguenti, la Patagonia e’ diventata dominio privato per
proprietari terrieri argentini e stranieri. Dopo essere stati decimati, i
Mapuche furono condannati a vivere nelle terre peggiori, cercando rifugio
nelle aree piu’ fredde e inospitali della regione montuosa.

Oggi, i Mapuche stanno affrontando una nuova invasione dal momento che
imprenditori e ricchi, europei e nordamericani, arrivano per avvantaggiarsi
dei bassi prezzi e dell’ economia aperta a cui diede impulso la presidenza
’amica della globalizzazione’ di Carlos Menem negli anni 90. Negli
ultimissimi anni
personaggi come Ted Turner, Jerry Lewis, Sylvester Stallone, Christophe
Lambert e George Soros sono diventati i nuovi latifondisti della regione.

Questo flusso di celebrita’ e uomini di affari si e’ trasformato in un vero
e proprio furto neo-coloniale delle ultime terre che rimangono nelle mani
dei Mapuche. Rogeli Fermin, un contadino Mapuche, descrive le ultime
acquisizioni: "Qui loro recintano tutto quello che vogliono. Era una bella
valle, e per questa ragione se la sono presa. Se c’ erano dei bei pascoli,
loro chiudono tutto. Ci lasciano in mezzo alle pietre, nei campi peggiori."

United colors of ’proprieta privata’

In mezzo ai latifondisti della Patagonia spiccano due fratelli, per l’
ammontare di terra che hanno compratato e per gli accordi che hanno
raggiunto con le famiglie Mapuche che vivono nei paraggi. Questi due
fratelli sono Carlo e Luciano Benetton.

Il gruppo Benetton e’ oggi il piu’ grande proprietario terriero in
Argentina con 900.000 ettari (un area equivalente a 900.000 campi da
calcio) nella ricca e fertile Patagonia. Con il 9% delle terre piu’
produttive della regione, i loro possedimenti sono 40 volte la dimensione
della capitale argentina, Buenos Aires, che e’ la seconda citta’ piu’
grande in America Latina.

’La Patagonia mi da’ un incredibile sensazione di liberta’ - ha detto Carlo
Benetton mentre prendeva possesso del suo nuovo feudo argentino. Ma a
Benetton i suoi ranch fruttano molto piu’ che semplice senso di liberta’,
visto che le 280.000 pecore producono 6.000 tonnellate di lana ogni anno,
il 10% del fabbisogo della sua impresa.

Per un cifra totale di 50 milioni di dollari, Benetton ha comprato la
britannica Compania Tierras del Sur Argentina S.A. (chiamata piu’
semplicemente ’La Compania’ dalla popolazione locale), nel 1991. Come
compenso per le terre rubate ai Mapuche che le abitavano da 13.000 anni,
Benetton ha costruito il museo di Leleque nel 2002, per ’narrare la storia
e la cultura di una cultura mitica’.

Mapuche e Benetton

A settecentro metri dal museo Leleque vivono i Curiñancos, una famiglia
Mapuche che, per sua sfortuna, si e’ trovata nel lato sbagliato dell’
’incredibile senso di liberta’ di Benetton. Dopo l’ esprioprio delle loro
terre nel XIX secolo, molti Mapuche sono emigrati verso le citta’ e sono
diventati lavoratori
nelle industrie, solo pochi rimasero nei loro campi, mentre oggi, sotto
Benetton, alcuni contadini Mapuche producono lana in cambio di un salario
da fame. Come altri Mapuche, Atilio Curiñanco ha fatto il suo viaggio verso
la citta’. Nato e cresciuto a Leleque, piu’ tardi’ si e’ trasferito nella
vicina Esquel. Dopo aver subito il tracollo dell’ economia argentina nel
dicembre 2001, il 52enne Attilio e sua moglie Rosa sono tornati alle loro
terre, dove avevano intenzione di prodursi il loro cibo, allevare animali e
metteri in piedi una micro-impresa.

I Curiñancos hanno contattato l’ Istituto Autarchico di Colonizzazione
(IAC), una agenzia immobiliare gestita dallo stato, per chiedere il
permesso per occupare un pezzo di ranch chiamato Santa Rosa, situato di
fronte alla proprieta’ dei Benetton. La terra era ben conosciuta ai Mapuche
per essere terrotorio
indigeno al momento libero e lo IAC, verbalmente, lo aveva confermato. Dopo
aver aspettato 8 mesi i Curiñancos non avevano ancora ricevuto alcuna
risposta scritta a proposito del ranch Santa Rosa.

Quando nell’ Agosto del 2002, finalmente lo IAC ha presentato una nota alla
famiglia sostenendo che ’le informazioni ottenute ci conducono a credere
che la proprieta’ sia zona commerciale’ e che ’il nostro interesse e’ di
riservarla a progetti di micro-impresa’, i Curiñancos hanno deciso di
continuare con i loro progetti. Il 23 Agosto si sono presentati alla
stazione di polizia di Chubut facendo presente che avrebbero occupato il
ranch Santa Rosa. Lo stesso pomeriggio un gruppo di campesinos ha
cominciato a lavorare la terra con le poche risorse che avevano per
zappare, piantare vegetali e allevare animali.

Nonostante questo, il 30 Agosto, l’ ufficio locale della Benetton ha
dichiarato che il ranch di Santa Rosa e’ proprieta’ della compagnia.
Benetton ha presentato un rapporto sostenendo che la proprieta’ immobiliare
non fosse adibita all’ allevamento del bestiame esprimendo la volonta’ di
riprendere il controllo del terreno. Dopo due mesi, un raid della polizia
ha sgomberato e smantellato l’ abitazione dei Curiñanco, che sono tornati a
vivere a Esquel. Il terreno cosi’ come il rach sono tuttora disabitati e
inutilizzati.

’Noi siamo venuti a coltivare senza voler dare fastidio a nessuno’ - dice
Attilio - "Noi non abbiamo tagliato recinzioni, non siamo entrati di notte,
non ci siamo nascosti. Abbiamo aspettato che qualcuno venisse e ci dicesse
se qualcosa non andava bene, ci presentasse un documento dove ci fosse
scritto che la terra apparteneva a qualcuno, ma nessuno si e’ mai presentato".

Per il legale della Benetton - Martin Iturburu Moneff - la disputa non era
politica ma un semplice problema di ’delinquenza comune’, senza alcuna base
legale
per le pretese dei Curiñancos: "Suggerire che la restituzione di terra
usurpata potrebbe ristabilire la dignita’ di una famiglia, confonde solo le
persone. Distorce i fatti". Settimane dopo ha dichiarato alla stampa che
"le relazioni tra Benetton e i Mapuche e’ eccellente...Questo e’ la prima
volta che noi abbiamo problemi in merito alla terra".

I Curiñancos, nonostante tutto, dicono che torneranno nelle loro terre e
che si rifiutano di lasciare che i Benetton riscrivano la loro storia.

Il 26 Novembre 2003, a piu’ di un anno dallo sgombero, e dopo una intensa
campagna della famiglia Curiñancos, il vicepresidente dell’ azienda ha
incontrato la famiglia dicendo che avrebbe chiesto ai Benetton di lasciar
cadere le accuse contro di loro se in cambio loro rinunciassero a ritornare
nella terra.
I Curiñancos, convinti della loro posizione, hanno risposto negativamente:
"Anche se dovessimo andare in Italia, continueremo a lottare per la nostra
terra".

Leleque: il prossimo sgombero?

Attraverso la polverosa superstrada che passa vicino al ranch Santa Rosa,
la madre ottacinquenne di Attilio, Doña Calendaria, deve scavalcare le
recinzioni dei Benetton per accedere all’ acqua dell’ unico ruscello della
zona.

"La strada per il fiume Chubut e’ una strada locale che non dovrebbe essere
chiusa", dice Laura, una residente della zona da 40 anni. Descrive come l’
area sia cambiata quando i Benetton l’ hanno comprata nel 1991: "Hanno 3
grossi cancelli con lucchetti, e per entrare devi chiedere il permesso. Non
puoi pescare a meno che non abbia il permesso, perche’ non ti lasciano.
Verso la fine della proprieta’ vivono alcune famiglie, ma non possono
uscire attraverso la
proprieta’ dei Benetton, devo girarci attorno, un percorso di 90 chilometri.

Leleque e’ un villaggio di 8 famiglie, la maggior parte delle quali ma non
tutte sono Mapuche. Essi lavoravano per la compagnia ferroviaria argentina
caricando sui treni lana, pelle e altri bene da trasportare verso la
capitale. Nel 1992, un anno dopo che Benetton aveva comprato le terre
circostanti, la stazione di carico delle merci di Leleque e’ stata chiusa.

"Questa era una bella citta’, ma adesso sembra un cimitero", dice il vicino
di Doña Calendaria, Pichón Llancaqueo. Quando la stazione di carico e’
stata chiusa, l’ acqua corrente per le famiglie e’ stata tagliata e la
polizia ha smesso di pattugliare la zona. Il cimitero locale adesso fa
parte della proprieta’ dei Benetton. Senza lavoro, acqua potabile o terra
per coltivare, gli abitanti di Leleque avevano solo i propri animali come
sostentamento. Di conseguenza, alla fine del Settembre 2003, lo stato ha
approvato una resoluzione che proibisce agli abitanti del villaggio di
tenere animali. Lo stesso mese a 50 abitanti di Leleque e’ stato detto
dalla compagnia ferroviaria statale che avrebbero avuto tre mesi per
abbandonare le loro case per fare strada ad un attrazione turistica.
Questo progetto turistico, supportato dal governo della provincia di
Chubut, comprende la riattivazione della tratta ferroviaria dismessa per
permette un tour in treno della Patagonia. Sebbene i rappresentanti del
governo provinciale neghino ogni coinvolgimento dei Benetton nel progetto,
uno dei pezzi forti dell’ offerta turistica sara’ un viaggio attraverso i
paesaggi di cui adesso l’ azienda e’ proprietaria. La descrizione ufficiale
del tour recita "un vero viaggio attraverso le origini della regione,
partenza da El Maiten diretti verso Leleque. Laggiu’ visita al Museo
Leleque, dove si porta’ gustare un asado [piatto tipico argentino] della
Patagonia nel ranch della Benetton". Per fare spazio a tutta questa
autenticita’, una scuola di 18 bambini a Leleque verra’ chiusa.

Nel frattempo, lo stato sta promettendo di dare un alternativa abitativa
agli sgomberati. Miguel Mateo, portavoce della Ferrocarril Provincial del
Chubut (Compagnia Ferroviaria della provincia di Chubut), descrive lo
sfratto come una semplice riallocazione: "Non mi piace usare la parola
sgombero: implica
che le persone vengano buttate fuori in mezzo alla strada". Ma visti i
precedenti, nulla puo’ dirsi garantito.

Gli abitanti di Leleque, senza lasciarsi ingannare dalla retorica, hanno
cominciato ad organizzarsi. Hanno giustamente sottolineato che ad altre
comunita’ del territorio Mapuche, come quella del pueblo di Nahuelpan, e’
stato concesso di rimanere nelle loro terre, con una partecipazione attiva
nel business del turismo legato alla ferrovia. La differenza, fanno
presente qui a Leleque, e’ che le altre stazioni non sono circondate dalle
terre dei Benetton.

Da : http://benetton.linefeed.org/archives/000060.html