Home > Bocciato il rapporto che chiedeva politiche di apertura su coppie gay, (…)
Bocciato il rapporto che chiedeva politiche di apertura su coppie gay, eutanasia e aborto
Publie le martedì 6 aprile 2004 par Open-PublishingBRUXELLES - Il Parlamento europeo cade penosamente su eutanasia, aborto,
diritti degli omossessuali e politiche alternative in materia di droga:
l’Europa non è ancora matura per le sue battaglie di libertà. Ieri, e si
tratta della prima volta, non è infatti passato il rapporto annuale sui
diritti fondamentali nell’Unione europea della verde Alima Boumediene
Thiery.
Non passa soprattutto perché la destra non accetta un testo che chiede ai 15
di migliorare le normative su eutanasia e aborto, e che sollecita il
riconoscimento formale e materiale delle coppie omosessuali e di fatto e
che, infine, chiede all’Ue di esplorare vie alternative alla repressione su
droghe e tossicodipendenze. Il voto: 184 no (Ppe, eurodestra e Lega nord)
177 sì (comunisti, verdi, socialisti, liberali e radicali) e 13 astenuti.
Tra i no e gli astenuti ci sono anche i laburisti britannici, incapaci di
digerire l’articolo 154 del documento, quello che chiede a Londra di
eliminare le derive autoritarie contenute nella legge del 2001 contro il
terrorismo. Il rapporto finisce così stritolato dagli interessi nazionali e
dall’oscurantismo, ma anche dall’astensionismo. Solamente 374 eurodeputati
hanno partecipato al voto su 626, manca poco alla fine della legislatura, ci
sono cambiamenti politici in mezza Europa, ma questo non giustifica nessuno.
Un voto in tutto e per tutto singolare. Infatti alla fine è stato bocciato
il documento in toto, anche nella parte relativa alle libertà approvata
martedì nella Commissione parlamentare. Tra queste pure alcune di stretta
attualità in Italia, come la richiesta di una nuova valutazione del caso
Sofri e quella che sottolinea la concentrazione dei media nel Belpaese e il
conflitto di interessi di chi lo governa.
Al di là di questi successi parziali, rimane il fatto nuovo e gravissimo
della bocciatura di un documento necessario per far progredire l’Europa nel
cammino sempre più difficile del rispetto dei diritti fondamentali, sia
quelli individuali, che alcuni collettivi, come la concertazione sociale.
C’è chi non se ne preoccupa come Giacomo Santini, portavoce della
delegazione di Forza Italia all’Europarlamento: «Ogni anno questo rapporto
era l’occasione per riprendere vecchie battaglie come il matrimonio
omosessuale, l’eutanasia, l’anti-berlusconismo. Una specie di omnibus delle
finte illusioni. Oggi per la prima volta il voto finale è stato serio e
onesto». Per la relatrice, Alima Boumediene Thiery, si tratta invece «di una
nuova prova, se era necessaria, che l’Europa deve ancora essere costruita».
Il testo, pure se bocciato, rimane, con tutte le sue accuse e denunce, ma
anche con le preposte e gli inviti. Il documento sottolinea che a molte
donne nell’Unione è tuttora negato il diritto all’aborto, esortando gli
Stati membri a «garantire un accesso equo a tutte le donne giovani, povere o
immigrate, all’aborto legale sicuro, alla contraccezione d’emergenza, a
servizi per la salute sessuale e riproduttiva a basso costo, e
all’educazione sessuale». Stesso invito a discutere laicamente di eutanasia,
così come per le politiche alternative sull’uso delle droga, anche
considerando che gran parte della popolazione carceraria è legata a reati di
spaccio o di consumo.
Quindi il punto delle coppie di fatto e omosessuali, che arriva fino alle
adozioni. Il testo invita infatti gli Stati a «perseguire una politica
esplicita e coerente per combattere la discriminazione degli omosessuali e a
riconoscere le coppie di fatto, sia che si tratti di coppie di sesso diverso
che dello stesso sesso» per «attribuire loro gli stessi diritti riconosciuti
al matrimonio, in materia di adozione, soggiorno e libera circolazione
nell’Ue».
Il Manifesto