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Bush giura e come in un kolossal promette: «Sconfiggerò il terrorismo»

Publie le venerdì 21 gennaio 2005 par Open-Publishing

Dazibao


di Red

La sua missione è ancora quella di «sconfiggere ovunque il terrorismo». Anche se ora, almeno ufficialmente con la mano sul cuore, sostiene che per farlo non servono le bombe ma «la libertà». George II si insedia dunque attenuando i toni ufficiali e mantenendo al primo posto la «difesa dell’America», comprensiva naturalmente dei suoi interessi, e «la fine della tirannia nel mondo». Resta, dunque, l’accenno alla teoria della “guerra preventiva”, una rivendicazione dei tre anni di sforzi - per altro fallimentari - in Afghanistan e in Iraq, con tante grazie ai fedeli alleati.

Il secondo mandato si inaugura sotto il segno della strategia comunicativa meno rude e della conferma della linea politica. Per altro George W. Bush festeggia in una scenografia da kolossal il giuramento alla Casa Bianca, quasi un’incoronazione. In abito blu scuro, cravatta turchese, camicia bianca - e senza cappotto nonostante il freddo intenso - Bush pronuncia la formula di rito prevista dal secondo articolo della Costituzione: «Io, George Walker Bush, giuro solennemente che svolgerò fedelmente l’incarico di presidente degli Stati Uniti e mi impegnerò a preservare, proteggere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti. Che Dio mi aiuti». Davanti solo agli ambasciatori in rappresentanza degli Stati amici e sotto lo sguardo vigile e adorante della moglie Laura, e di tutta la famiglia, capostipite in testa.

Ma è il fronte interno che gli preme di più, su cui promette di essere più “innovativo”. Nel secondo mandato vuole fare dell’America«una società di proprietari» dove gli individui abbiano maggiore controllo sulla propria vita. Il che significa il lancio della grande operazione di privatizzazione della previdenza sociale - la Social Security - che è la priorità numero uno dell’agenda. «Amplieremo la proprietà di case e imprese, i risparmi pensionistici e l’assicurazione sanitaria, preparando a nostra gente alle sfide della vita in una società libera», sono le parole di Bush dopo la cerimonia del giuramento.

Nei circa 17 minuti del suo discorso non ha mai pronunciato la parola Iraq - o il nome di qualsiasi altro paese - né ha fatto un riferimento articolato agli attentati dell’11 settembre 2001 durante il suo primo mandato alla Casa Bianca, parlando solo del «giorno di fuoco» in cui «abbiamo constatato la nostra vulnerabilità e abbiamo scoperto la sua sorgente più profonda» per affermare: «il mio dovere più solenne è di proteggere questa nazione e il suo popolo da ulteriori attacchi e minacce emergenti». C’è stato anche un momento di contestazione quando alcuni giovani noglobal hanno cercato di srotolare uno striscione scandendo slogan che la regia del Campidoglio ha fatto coprire da applausi scroscianti della folla.

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