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California : la nuova repressione, multe a chi protesta

Publie le domenica 11 aprile 2004 par Open-Publishing

Recentemente ho ricevuto una lettera da una amica che lavora da anni nella
biblioteca dell’università di Stanford in California e mi racconta di
quanto si è fatta aspra la battaglia contro i pacifisti negli Stati Uniti.

La novità, secondo lei, riguarda i nuovi metodi di repressione che passano
attraverso le pene pecuniarie. Sentite un esempio significativo. Suo
marito, Ed, che da anni fa parte dell’organizzazione popolare Pax Christi,
mesi fa è stato arrestato per avere manifestato pacificamente, assieme ad
altre 500 persone, davanti alla più grande azienda di esportazione di
armi, la Lockheed Martin.

«La Lockheed Martin», mi specifica l’amica bibliotecaria, «produce e vende
i jet D-16 Fighter, i missili Hellfire, le mine antiuomo gli AUP-3(M),
armi impoverite di uranio, i missili Ballistic (SLBM) che vengono montati
sul sottomarino Trident II, solo per dirne alcuni».

Mesi prima, gli organizzatori della manifestazione pacifista, avevano
concordato con le autorità cittadine la data e l’ora di una dimostrazione
contro la guerra, garantendo che non ci sarebbero state violenze di alcun
genere.

La manifestazione c’è stata, tranquillissima, senza nemmeno un momento di
nervosismo. Eppure,nonostante questo, 53 pacifisti sono stati arrestati
per «disobbedienza civile». Ammanettati, sono stati tenuti prima per ore
in un campo da tennis, poi, ammassati su furgoni, sono stati portati nella
prigione di Milpitas, e subito processati al Elmwoos Correctional
Facility.

E sapete perché? Perché la fabbrica di armi Lockheed li ha
denunciati per «danni morali». Gli organizzatori avevano fatto pubblicare,
a loro spese, la notizia che i 28 precedenti alti dirigenti della
Lockheed, sono oggi membri dell’amministrazione Bush. E che nel 2002 il
vicepresidente della Lockheed, Bruce Jackson, è diventato presidente del
comitato di liberazione dell’Iraq. E che, da quando la guerra dell’Iraq è
cominciata, i contratti fra il governo attuale e la Lockheed sono
cresciuti di 5 miliardi di dollari. Tutte notizie non smentite.

Ai dimostranti è stato chiesto di scegliere fra il pagamento di 625,50
dollari o fare 80 ore di Servizio civile, oppure 9 giorni di prigione.
Quasi tutti hanno scelto il servizio civile. Solo 4 hanno deciso per la
prigione, per ragioni di principio, fra questi Larry Purcell, della
Redwood City Catholic Workers.

«La tattica è assolutamente inusuale» spiega Ed Ehmke, di Pax Christi, «e
se avrà successo, impedirà quello che è sempre stato un diritto nel nostro
Paese, il diritto di parola (free speech)». «Imponendo ingiustificate
penalità economiche - la cui entità può essere controllata dalle aziende o
gli Enti verso cui si rivolgono le proteste - aggiunge Julia Harumi Mass,
dell’American Civil Liberties Union of Northern California - si tende a
punire chi esprime dissenso e si soffoca la partecipazione della gente
comune alla vita politica del Paese. Insomma la protesta diventerà da noi
un privilegio solo per i ricchi».

Questo sembra essere la faccia della repressione nuova generazione: non
tanto manette e bastoni, ma soldi. Chi ha disponibilità finanziarie se la
cava, sia che abbia ucciso, sia che abbia rubato in grande, sia che abbia
semplicemente partecipato a una manifestazione pacifista. Chi non ha
soldi, non si può permettere il lusso di criticare il potere, nemmeno
quando ciò che dice è un fatto dimostrato. E’ questa l’America
repubblicana e democratica che molti di noi ancora sognano?