Home > Caos a Palermo, uova contro il Giornale di Sicilia

Caos a Palermo, uova contro il Giornale di Sicilia

par Silvia Andretti

Publie le domenica 25 novembre 2012 par Silvia Andretti - Open-Publishing

Né buoni né cattivi? Chissà, sicuramente gli studenti sono tutti incazzati. Oltre che le proprie scuole, occupano anche le strade di Palermo insieme a genitori, insegnanti, precari e disoccupati. Migliaia per il centro fin dalla mattina bloccano il traffico con flash mob, cori e cortei partiti da tutte le scuole in agitazione.

Dopo aver lanciato uova contro la redazione del Giornale di Sicilia, i manifestanti si dirigono verso Porta Felice dove sorge l’istituto Nautico di Palermo, i cui studenti in occupazione hanno disertato in massa il corteo di oggi. Il motivo? Nonostante sia stata una manifestazione pacifica, non condividono le “maniere forti” e gli scontri con la polizia della scorsa settimana.

Eppure c’è uno scambio di “complimenti” non proprio pacifico fra le classi del Nautico e la folla di manifestanti delle altre scuole palermitane. Per evitare incidenti, le forze dell’ordine chiudono immediatamente i cancelli dell’istituto. E’ una gara di cori: “Comunista pezzo di merda” contro “Siamo tutti antifascisti”. L’urlo di Leonida e dei trecento spartani (per l’occasione impersonati dagli studenti del Nautico), cui gli altri rispondono con “Buffoni”. E così via.

Sazi degli insulti e dello scontro solo mimato attraverso le sbarre, il corteo si muove verso palazzo delle Aquile, unendosi ai lavoratori Gesip che da giorni si trovano lì accampati. Carabinieri in assetto anti-sommossa presidiano l’ingresso, ma i ragazzi non tentano neppure di entrare. Si siedono lì, poggiano per terra gli striscioni, una bara di cartapesta e cominciano un dialogo con chi si è unito alla loro protesta. Fra loro, operai e disoccupati ma anche genitori che cercano un fronte comune contro la crisi.

“I miei genitori sono malati – racconta una studentessa – io lavoro da quando avevo quattordici anni per aiutarli a comprare le medicine. E a me chi ci pensa?”. “Dicono che non abbiamo voglia di lavorare – le risponde Pietro Di Grusa, precario della scuola – fa’ come me, che ho chiesto a tutti i ristoranti se potevo almeno fare il lavapiatti. Mi dicono che c’è crisi, che non c’è niente. Lo sai chi c’è a lavare i loro piatti? I nostri fratelli stranieri, sottopagati e sfruttati”.

La situazione è tesa. I gruppi manifestano animatamente, fanno rumore per farsi sentire. “Questo è per i padri di famiglia” – grida una ragazza – provocando un’ondata di urla in segno di solidarietà. Si ripete il flash mob della mattina, quando gli studenti dell’istituto d’Arte avevano indossato camici con una “x” rossa disegnata su a mo’ di bersaglio.

Solo dopo mezzogiorno i gruppi lentamente cominciano a disperdersi. I ragazzi tornano alle loro scuole occupate. Domani è un altro giorno. Di protesta.

(foto andretti)

http://www.siciliainformazioni.com/sicilia-informazioni/27339/caos-a-palermo-esplode-la-rabbia-degli-studenti-foto