Home > Carta : appello Cap Anamur
La situazione dei profughi della Cap Anamur, che il governo italiano non
vuole accogliere, sta diventando drammatica. Cosa possiamo fare? Questo è
l’appello diffuso dal Consorzio italiano di solidarietà, che chiede
l’immediato attracco in un porto italiano, per ragioni umanitarie, della
nave tedesca con a bordo profughi 37 sudanesi, bloccata al largo delle coste
siciliane da otto giorni. In poco più di un giorno sono state già raccolte
oltre duecento firme all’appello. Invitiamo tutti a sottoscrivere
urgentemente l’appello, scrivendo a migrazioni@icsitalia.org oppure a
carta@carta.org, indicando il nome (dell¹associazione e/o della persona
singola), il luogo di residenza/domicilio e la motivazione dell’adesione.
Grazie
La pratica generalizzata dei respingimenti alla frontiera - adesso anche ai
limiti delle acque internazionali - vanifica il diritto di asilo previsto
dalla Convenzione di Ginevra, dalla Carta di Nizza e dalla Costituzione
italiana.
La vicenda ancora in corso della nave tedesca Cap Anamur - carica di
profughi sudanesi salvati in mare, bloccata al largo delle coste siciliane
ed alla quale viene negato persino il diritto di attraccare in un porto
italiano - dimostra ancora una volta come le autorità italiane considerino i
profughi, potenziali richiedenti asilo, come immigrati clandestini da
criminalizzare o, peggio, come
possibili terroristi.
Quanto avviene in questi giorni nel Canale di Sicilia, luogo di stragi
continue e di esercitazioni militari, è conseguenza diretta dei nuovi
accordi di cooperazione e di riammissione, oggetto di direttive all¹interno
della Unione Europea allargata (anche a Malta e a Cipro) e regolati da
intese di vario tipo con i Paesi di transito o di provenienza: del
Nord-Africa (come l¹Egitto, la Libia, la Tunisia, l¹Algeria, il Marocco),
dell¹Europa orientale (come l¹Albania, la Moldavia e l¹Ucraina),
dell¹estremo oriente (come lo Sri-Lanka, il Pakistan o l¹Arabia Saudita).
Tutti questi Paesi non garantiscono il riconoscimento effettivo del diritto
di asilo previsto dalle Convenzioni internazionali e dalle Costituzioni
nazionali.
In base a questi accordi - che sono adesso invocati dal Governo italiano per
negare l¹ingresso della Cap Anamur nelle acque territoriali e per negare il
diritto di asilo ai profughi che
vi sono imbarcati - si limita drasticamente
l¹accesso alla procedura d¹asilo. Si diffondono procedure sommarie e luoghi
di detenzione amministrativa anche per i richiedenti asilo.
Si creano centri di trattenimento forzato per migranti irregolari già nei
paesi di transito.
E si inventano anche nuovi centri di detenzione temporanea ³galleggianti² in
acque internazionali per richiedenti asilo ai quali non si riconosce neppure
l¹accesso alla procedura.
Luoghi al di fuori del diritto internazionale e del diritto umanitario, come
è in questo momento la nave tedesca Cap Anamur a seguito delle decisioni di
chiusura assunte dal Governo italiano.
Lo stesso Governo che non è stato ancora capace di fare approvare una
normativa organica sull¹asilo e la protezione umanitaria, rimandando ancora
l¹attuazione all¹art.10 della Costituzione italiana.
Lo stesso governo che non ha ancora emanato i regolamenti di attuazione
della l
egge Bossi-Fini, affidando esclusivamente alla discrezionalità
dell¹autorità di polizia la gestione del contrasto dell¹immigrazione
clandestina e la delicata questione dell¹ammissione in procedura dei
potenziali richiedenti asilo, costretti all¹immigrazione clandestina.
Chiediamo per tutte queste ragioni:
Che sia consentito immediatamente l¹attracco della nave Cap Anamur in un
porto italiano. E questo per ragioni umanitarie e di diritto internazionale.
Che, come previsto dal regolamento comunitario Dublino II, n.343 del 2003,
l¹Italia conceda il diritto di asilo ai profughi che sono stati salvati da
questa nave.
Che si verifichino in tutti i Paesi di transito (anche nei Paesi di nuova
ammissione nella Unione Europea, come Malta) le condizioni di accoglienza e
di effettivo accesso alla procedura di tutti i potenziali richiedenti asilo,
in fuga da guerre e conflitti etnici
Che il Parlamento italiano approvi al più presto
la nuova legge sul diritto
di asilo e sul regime di protezione umanitaria, abolendo la detenzione
amministrativa dei potenziali richiedenti asilo
Che il Governo italiano sblocchi i lavori della Commissione centrale i cui
ritardi costituiscono un¹ulteriore negazione sostanziale del diritto di
asiloin Italia.
Che - al fine di un più rapido riconoscimento del diritto di asilo o per il
rilascio della ³raccomandazione² per il rilascio di un permesso di soggiorno
per motivi umanitari - la Commissione centrale conduca le audizioni dei
richiedenti asilo in sede decentrata, come previsto dall¹ordinanza del
Presidente del Consiglio dei ministri del 6 settembre 2002