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Contro la violenza: mobilitazione 13 aprile 2012
par La rete delle reti femminili
Publie le giovedì 12 aprile 2012 par La rete delle reti femminili - Open-Publishing
La notte del 31 agosto 2007, a Montalto di Castro, dopo una festa, una ragazza di 15 anni venne stuprata da 8 coetanei. Denunciato il fatto si trovò ad affrontare un processo per stupro. Il sindaco della città, Salvatore Carai, pagò 20.000 € di spese legali per gli otto accusati, che vennero “messi in prova” per 24 mesi dal Tribunale di Roma, che avrebbe poi potuto dichiarare “estinto” il reato.
Loro dicono di aver scritto una lettera per dire il loro pentimento.
Il dolore della ragazza, però, non sarà dichiarato estinto.
Lei e la sua famiglia non hanno ceduto, nonostante le voci, le parole a mezza bocca, il vivere nella città di chi ti ha umiliata in quel modo e il 13 aprile 2012, dopo quasi 5 anni, il processo finalmente ripartirà. In quella giornata, i nostri pensieri saranno a Montalto di Castro.
E non dimentichiamo che a proteggere, coprire, minimizzare c’è stato un uomo in particolare: un sindaco, Salvatore Carai, uno che dovrebbe proteggere tutti i suoi cittadini, uno che dovrebbe essere guidato nel suo mandato solo da giustizia e onestà.
Quel sindaco non solo ha pagato le spese legali ad alcuni degli accusati, ma avrebbe anche usato frasi razziste come: “dalle nostre parti le uniche bestie sono gli immigrati romeni. Loro sì che lo stupro l’hanno nel sangue” commentando la decisione del Tribunale di Roma di “mettere in prova” gli otto.
Vedi: "a Montalto perdono tutti, pure il Pd"http://www.zeroviolenzadonne.it/index.php?option=com_content&view=article&id=4640:a-montalto-perdono-tutti-pure-il-pd&catid=189&Itemid=54
Stando al sito dell’ANCI, ad oggi Salvatore Carai è ancora sindaco di Montalto di Castro: http://www.comuniverso.it/index.cfm?Sindaco%20di%20Montalto%20di%20Castro&sindaco=056035
Le sue parole razziste, il disprezzo mostrato per la violenza su una quindicenne evidentemente non sono sembrati un valido motivo per radiarlo immediatamente dall’Associazione.
E il suo partito? Lo ha espulso? E se non l’ha fatto, come possono le donne di quel partito restare accanto a chi difende degli stupratori?
"Si è divertita pure lei quella sera" "Io solo a quella lì e alla mamma le avrei impiccate e basta perchè questi sono tutti bravi ragazzi" “Era un gioco, lei ci stava, era ubriaca fradicia, non è una santarellina. Aveva la minigonna nera e li ha provocati” http://www.youtube.com/watch?v=EbWOExh9n-o
Queste sono le parole del paese. Di nuovo, come 30 anni fa, come sempre, la colpa è della donna, del suo corpo provocante, della gonna troppo corta.
Ma di nuovo, come 30 anni fa, come sempre, le donne non lasciano sole le donne, perché “per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa”.
PROPONIAMO a tutte le donne che lo vorranno di organizzare sit-in (senza sigle di partito) nello stesso giorno e alla stessa ora: TROVIAMOCI il 13 aprile alle 19,00 in piccole piazze con fiaccole e lumini per testimoniare del crimine più diffuso contro le donne. Leggiamo insieme i messaggi che le donne hanno affidato all’Anfora della Staffetta: