Home > Corteo a Baghdad per le due Simone
di Red
Centinaia di uomini, donne e bambini hanno marciato questa mattina nel centro
di Baghdad, chiedendo la liberazione di Simona Parri, Simona Torretta e degli
altri due operatori umanitari iracheni in mano ai sequestratori, la cui identità appare
incerta. Jihad Islamica o Ansar Al-Zawahiri? A prescindere da questo dubbio,
quello che conta è manifestare per il rilascio dei quattro ostaggi, in Italia
come in Iraq.
La manifestazione è stata organizzata da un comitato della società civile che riunisce tutte le organizzazioni non governative (Ong) che operano in Iraq e che hanno deciso di schierarsi pubblicamente al fianco delle due ragazze italiane. Il corteo è confluito nella piazza del Paradiso, a ridosso dell’hotel Palestine e non distante dalla sede di «Un ponte per ...», l’associazione umanitaria per la quale lavorano le due volontarie italiane.
Tra i manifestanti ci sono anche una cinquantina di capi tribù e poi sciiti, sunniti, cristiani, giovani sulla sedia a rotelle e tantissime volontari: «Siamo a fianco all’ Italia e chiediamo il rilascio immediato di questi nostri amici», ha scandito ai manifestanti uno degli organizzatori.
Non è la prima manifestazione che si tiene in Iraq per la liberazione degli ostaggi italiani e iracheni. Né è il primo corteo che confluisce nella piazza del Paradiso, "l’agorà" resa celebre dalle immagini del carro armato americano che al suo ingresso a Baghdad abbattè la statua di Saddam Hussein e dal militare Usa che prima che l’enorme marmo raffigurante il raìs crollasse stese la bandiera americana - non senza polemiche - sul faccione del deposto tiranno.
Il 9 settembre, appena due giorni dopo il rapimento, i bambini di Baghdad si tenevano per mano, spauriti. A decine avevano manifestato chiedendo la liberazione di Simona Pari e Simona Torretta e degli altri due iracheni rapiti con loro. I bambini, accompagnati dai genitori e da altri sostenitori dell’organizzazione Un ponte per , si erano radunati nella piazza del Paradiso, nel centro della capitale. Poche persone, tutto sommato. Ma il valore simbolico del corteo era enorme e offriva, così come quello di oggi offre, una chiara testimonianza di come certi rapimenti (di giornalisti, di pacifisti) siano effettivamente malvisti. Non solo dalla popolazione civile, ma anche dalle guide religiose. Proprio ieri, il comitato degli Ulema sunniti, i cosiddetti "dottori del Corano" di Baghdad, aveva espresso la sua più netta contrarietà al rapimento, ritenuto un oltraggio alla religione e al dettato del Corano.