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Criminali

Publie le martedì 20 aprile 2004 par Open-Publishing

Come giusto epilogo di una settimana caratterizzata
dall’accordo tra il presidente Bush e il premier
Sharon circa il cosiddetto ritiro unilaterale, oggi si
apre un nuovo capitolo nella politica di ferro e di
sangue del governo israeliano.

E’ stato assassinato
Abdel Aziz Rantisi, leader di Hamas al posto dello
sceicco Yassin a sua volta assassinato. Si tratta di
un altro attacco dell’aviazione israeliana, di
un’altra «esecuzione mirata». Un ulteriore capitolo
della politica criminale di un governo che non si
imbarca in una politica assassina solo contro il
popolo palestinese: in definitiva il fondamentalismo
israeliano minaccia senza attenuanti il futuro dello
stesso Israele.

Nel nome di uno smisurato Sharon, i
suoi camerati si sono lanciati in una crociata che
inonda di sangue la regione. E si svolge
parallelamente alla crociata imperialista del
presidente Bush, con caratteristiche simili. Per Bush
e Sharon la legalità internazionale non esiste e la
retorica anti-terrorista e «democratizzante»
giustifica tutto.

Il governo israeliano lo fa su scala
più ridotta. Bush, come si addice ad una grande
potenza, può liquidare centinaia di persona a Najaf.
L’incontro di Bush con Sharon ha convalidato in parte
la politica avventurista di quest’ultimo. Se infatti
desiderava ritirarsi da qualche punto dei territori
occupati non era necessario che partisse in viaggio
per Washington: i suoi veri ed unici partner sono i
palestinesi.

Invece grazie, al presidente americano,
Sharon può continuare ad ignorare l’esistenza dei
palestinesi che subiscono ogni giorno il rigore
dell’occupazione. Non c’è bisogno di un attacco
terroristico palestinese: il terrorismo governativo
israeliano flagella tre milioni di palestinesi
prigionieri dell’occupazione.

I campi dei palestinesi
vengono spianati, la loro economia distrutta, le terre
confiscate e le case occupate o distrutte. Nel
pomeriggio un attacco suicida al posto di blocco di
Erez era costato la vita ad un israeliano. Ma tutte le
fonti di informazioni serie indicano che l’assassinio
di Rantisi è stato pianificato senza alcun rapporto
con quest’ultimo attentato.

L’attentato avrebbe solo
aiutato un po’ la macchina di propaganda israeliana e
le condanne «equilibriste» occidentali sulla
«violenza». La vera violenza è l’occupazione e l’odio
che genera, è il bagno di sangue dettato da una
leadership israeliana criminale che nega i diritti
umani e nazionali a tre milioni di esseri umani. E
crea una muraglia d’odio. E che, evocando tutti i
demoni, cerca la degenerazione per consolidare
l’occupazione.

La violenza del governo israeliano gode
di totale impunità. Coloro che tacciono oggi
sull’assassinio di Rantisi dovranno chiedersi presto
che fare per fermare Sharon pronto a chiudere tutte le
porte ad un accordo di pace, per arrivare con facilità
all’espulsione in massa dei palestinesi.

Il Manifesto