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Dialettica tra le classi alias lotta di classe

Publie le lunedì 7 gennaio 2013 par Open-Publishing

Purtroppo dopo la caduta del Muro di Berlino e la conseguente fine del capitalismo di Stato (non era comunismo quello in URSS, dal momento che i lavoratori rimanevano salariati, difatti era lo Stato che possedeva i mezzi di produzione e quindi il profitto non era socializzato e permaneva il famoso plusvalore di Marx) c’è stato un arresto nella lotta di classe.

Purtroppo quello che Gobetti definì "cortigianeria servile degli spostati verso chi li paga" è sempre più diffuso. Si preferisce lamentarsi degli immigrati, delle ultime ruote del carro piuttosto di lamentarsi di chi, in tempi di non così grande crisi economica e pressione fiscale, assumeva con cococo o cocopro o contratti a inesistente progetto, facendo la conta pure ai peli del culo per guadagnare il massimo col minimo costo.

Comunque la destra non sa neanche cosa sia la coscienza di classe. Loro sono (paro della cosiddetta Destra sociale, anche se secondo me sarebbe più corretto il termine Sinistra nazionalista o fascismo di sinistra o fascismo sansepolcrista) corporativisti, sono per una presunta collaborazione tra le classi. Forse l’unica cosa buona del neofascismo è il protezionismo, che poi con questa crisi sarà una soluzione obbligata penso, verrà messa in pratica un po’ da tutti i governi, dicono molti miei conoscenti comunisti. Cioè potere alla grande borghesia nazionale, sviluppo economico e diminuzione della disoccupazione (ma non miglioramento delle condizioni dei lavoratori). E borghesia che continuerà a spargere i suoi errori.