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Dichiarazione del Governo di Cuba alla Unione Europea riguardo al sumit di Guadalajara

Publie le lunedì 31 maggio 2004 par Open-Publishing

Dichiarazione del Governo Rivoluzionario di Cuba alla Unione Europea riguardo al sumit di Guadalajara

DICHIARAZIONE DEL GOVERNO RIVOLUZIONARIO DI CUBA

Come tutto il mondo conosce, poiché è stato ampiamente pubblicato dalla stampa, ieri giovedì 27 di maggio nella discussione del documento finale di Guadalajara, c’è stata una dura battaglia contro la resistenza tenace dell’Unione Europea, perché questa si è opposta ostinatamente ad un paragrafo che denunciava e condannava energicamente i mostruosi assassini e torture a cui sono stati sottoposti i prigionieri iracheni.

Dai giorni tetri di Hitler, terminata la Seconda Guerra Mondiale, l’umanità non aveva osservato immagini tanto brutali. Migliaia di milioni di persone, inorridite specialmente per lo spirito morboso e di brutale sadismo con cui sono state compiute, hanno potuto osservarle attraverso gli schermi del cinema, televisione, Internet e foto della stampa. Tali metodi hanno mostrato l’oltraggio ed il disprezzo alla cultura ed ai sentimenti religiosi dei paesi islamici che contano mille duecento milioni d’ abitanti, e di un certo modo condividono attraverso l’Antico Testamento radici storiche ed etiche comuni col cristianesimo ed il giudaismo.

Il paragrafo iniziale proposto dall’ America Latina e dai Caraibi su questo tema dicevano:

"Condanniamo energicamente tutte le forme di abuso, torture ed altri trattamenti crudeli, inumani e degradanti contro prigionieri di guerra ed ad ogni tipo di detenuti, come contro qualunque individuo, dovunque si commettano, e chi voglia che l’esegua. Ci dichiariamo costernati per le forme recentemente documentate di tali atti che sono completamente inaccettabili e meritano la nostra condanna più energica. Tali pratiche sono e dovranno rimanere proibite in ogni momento ed in ogni posto. In questo ambito, richiamiamo i governi coinvolti, affinché applichino pienamente le sanzioni previste dalla legge a tutti i responsabili al fine di far rispettare la proibizione della tortura ed altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti, in conformità con la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e gli accordi di Ginevra. Tali pratiche costituiscono una grave violazione a questi strumenti internazionali."

L’Unione Europea si è totalmente rifiutata di menzionare il tema ed includerlo nella Dichiarazione Finale. Man mano che si è vista obbligata a cedere terreno, si è rifiutata di menzionare la parola "tortura", qualificando l’accaduto con "brutti trattamenti". Inoltre si è rifiutata di riferirsi ai casi recenti di tortura dei carcerati iracheni, utilizzando per condannarli una formulazione generale, e in modo speciale evitando qualunque allusione a governi responsabili di questi atti di tortura.Fortissimo e controverso è stato il dibattito tra il presidente dell’Unione Europea ed il secondo capo della missione cubana, il vice ministro Bruno Rodríguez, che presiedeva in quel momento la delegazione.

Finalmente, già rassegnati alla sconfitta, hanno accettato la parola "condanna" in termini generali e non in forma concreta, riferita ai fatti immediati successi che hanno qualificato solo come "brutti trattamenti" ai prigionieri.

Il fatto che il tema sia stato considerato e che molti elementi del paragrafo iniziale siano stati compresi, si considera una grande sconfitta morale per l’Unione Europea.

Quelli che si sono opposti a tale condanna, rappresentavano paesi che sono stati testimoni dei campi di concentramento nazisti, dove sono morti milioni di persone per le loro concezioni politiche e razziali. Ed ora, i loro dirigenti, si piegano davanti ad idee, metodi e pericoli neonazisti mille volte maggiori per il potere quasi infinito dei suoi propulsori, che l’ostentano nell’amministrazione degli Stati Uniti e nell’estrema destra.

Nuovamente, nella serata di giovedì 27, si è originato il secondo grande scontro, questa volta tra la delegazione cubana presieduta dal nostro cancelliere Felipe Pérez Roque ed i rappresentanti dell’Unione Europea, sul difficile tema per gli europei della legge Helms-Burton e le nuove misure annunciate contro Cuba.

Il paragrafo promosso nella sessione della mattina di ieri giovedì 27 per i paesi latinoamericani e caraibici, diceva:

"Reiteriamo il nostro energico rifiuto all’applicazione unilaterale ed extraterritoriale di leggi e misure contrarie al diritto internazionale, alla libertà di mercato,alla navigazione ed al commercio mondiale. Siamo in disaccordo poiché queste misure rappresentano una seria minaccia ai rapporti tra le nazioni. Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per le misure addizionali che rinforzano ed ampliano la portata di tali politiche e legislazioni, come la legge Helms-Burton, e per ciò esortiamo il governo degli Stati Uniti d’America a mettere fine alla sua applicazione. Respingiamo l’utilizzo di misure coercitive unilaterali da parte di qualunque Stato, poiché mettono in rischio la sovranità degli Stati, e violano i principi e propositi delle Nazioni Unite."

A questa chiara ed energica manifestazione di rifiuto della politica di genocidio del governo degli Stati Uniti contro Cuba, l’Unione Europea, di nuovo nel suo ruolo di alleato e subordinato al governo degli Stati Uniti,ha risposto presentando la seguente timida e ridicola proposta:

"Reiteriamo il nostro fermo rifiuto a tutte le misure di carattere unilaterale contrarie al diritto internazionale, includendo quelle di effetto extraterritoriale che sono contrarie alle regole di commercio internazionale comunemente accettate. Siamo di’accordo che le misure di carattere unilaterale contrarie al diritto internazionale rappresentano una seria minaccia ai rapporti tra le nazioni."

In un altro forte ed intenso dibattito nel quale il nostro Cancelliere accusava, argomentava e ribatteva le posizioni dei rappresentanti dell’Unione Europea; essi, demoralizzati ,carenti di autorità,di prestigio ed argomenti, proponevano una nuova formulazione.
Ecco in nuovo testo:
"Reiteriamo il nostro fermo rifiuto a tutte le misure di carattere unilaterale al diritto internazionale, includendo quelle nuove misure, d’effetto extraterritoriale che sono contrarie alle regole del commercio internazionale comunemente accettate. Siamo in disaccordo con le misure di carattere unilaterale, contrarie al diritto internazionale, che rappresentano una seria minaccia ai rapporti tra le nazioni. Ricordiamo le posizioni prese nella Risoluzione AGNU-58/7 del 18 di novembre del 2003."

A questa ridotta, ridicola e vigliacca proposta si è opposta con tutte le sue energie la delegazione cubana, poiché il nostro paese affronta oggi i piani assassini , interventisti e genocidi annunciati dal signore Bush il passato 6 di maggio.

L’Unione Europea ha accettato allora di menzionare il titolo della riferita risoluzione che ha presentato Cuba nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che dice: "Necessità di mettere fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto per gli Stati Uniti dell’America contro Cuba."

I rappresentanti dell’Unione Europea, arroganti ed irritati per l’energica replica cubana, hanno lanciato un ultimatum: o si sarebbe accettata questa formulazione o non avrebbero ammesso l’inclusione del paragrafo. Il Cancelliere cubano ha respinto con dignità l’ultimatum, ed ha risposto che Cuba avrebbe mantenuto la sua posizione e che le misure dovevano essere concretamente condannate. Inoltre se il paragrafo fosse apparso nella forma redatta dall’Unione Europea, Cuba preferiva che non ci fosse nessun riferimento sul tema nella Dichiarazione Finale, ma che l’Unione Europea doveva assumere tutta la responsabilità di quell’assenza. Omettiamo dettagli di diverso carattere in onore alla brevità.

E’ stata confermata pienamente la dichiarazione del compagno Fidel nel punto uno del suo Messaggio al paese messicano:

"La complicità dell’Unione Europea con i crimini e le aggressioni degli Stati Uniti contro Cuba attraverso la sua infame ed ipocrita condotta a Ginevra ed il suo forte intendimento e connivenza con la Legge Helms-Burton, d’inaccettabile ed ignominioso carattere extraterritoriale, la fanno indegna di essere presa sul serio dal nostro paese."

Mancava ancora un’altra vittoria morale nel pomeriggio e notte di quel giorno.
In questo terzo vertice l’Unione Europea aveva respinto da una settimana, adducendo diversi pretesti, che apparissero i principi del Diritto Internazionali contenuti nella Dichiarazione Fondamentale delle Nazioni Unite del 48’, segnalati e indicati nei due vertici anteriori. In piccoli conciliaboli, i rappresentanti dell’Europa avevano spiegato che non potevano sottoscrivere questi principi perché non potevano riconoscere la vigenza oggi del principio di non intervento. Questo aveva condotto in precedenza ad un confronto tra Cuba e l’Unione Europea.

In realtà, attorno a questi principi essenziali si era tenuto durante vari giorni il dibattito più importante. L’Unione Europea ha cercato reiteratamente di “scambiare” la nostra rinuncia a che si menzionassero questi Principi nella Dichiarazione Finale per altri nostri interessi, compresa la menzione alla Legge Helms-Burton. Questo arrivarono perfino a dichiararlo pubblicamente.
Avevano sollecitato che questo paragrafo fosse l’ultimo in discutersi. E così si accordò. Ieri precisamente, nelle ultime ore della notte erano tanto demoralizzati dopo la discussione del paragrafo della Legge Helms-Burton durato ore, che non avevano già capacità per aprire una seconda discussione con la delegazione del nostro paese, cosa che avrebbe messo in pericolo l’esistenza stessa di tutto il documento.

In queste circostanze, di forma sorprendente, nel momento in cui era concessa la parola alla delegazione cubana per abbordare questo tema, l’Unione Europea sollecitò il permesso per fare un annuncio: ritirava la sua opposizione a che si menzionassero i già riferiti Principi approvati nei vertici anteriori.
La valutazione di molte delegazioni è che questa era la battaglia più importante di questo vertice.

Il nostro piccolo paese, bloccato ed aggredito per 45 anni, vittima di tutte le fellonie che è capace l’impero che dirige i destini del mondo, costituito per lo stato più poderoso che è esistito mai nella storia, non vacillò in affrontarlo risolutamente a lui ed i suoi alleati dell’Unione Europea che tanto indegno e vergognoso ruolo ha giocato anno dopo anno assecondando le bugie, le calunnie e le perfide risoluzioni a Ginevra, con le quali gli USA giustificano il blocco ed i suoi piani per di distruggere quello che non potrà mai essere distrutto: la nostra Rivoluzione.

Forse sia giusto esprimere che non tutti gli stati che oggi costituiscono quell’Unione sono uguali. Ci sono paesi che possiedono lunga storia ed influenza, come Francia e Germania, ed altri più piccoli come Belgio, Lussemburgo che furono motori di un’idea ragionevole che gode di simpatie nel mondo: quella di promuovere l’unità dei paesi europei a partire dalla terribile esperienza sofferta dopo l’assalto fascista contro l’umanità in 1939, utilizzando metodi e concezioni che differiscono molto dei conclamati nella dottrina di essere pronti per l’attacco preventivo e a sorpresa di 60 o più paesi.
Niente ha di strano la maniaca opposizione a qualunque tribunale internazionale con facoltà per giudicare crimini di guerra, neanche le immagini spaventose e sadiche di torture che in giorni recenti hanno scosso l’umanità.

Il Regno Unito fu sempre riluttante a quell’unione, e non condivide ancora la moneta comune; cerca tutti i vantaggi e sfugge tutti gli inconvenienti. Oggi è alleato fervoroso dell’attuale amministrazione degli Stati Uniti e partecipa alle sue avventure e guerre di conquista.

Altri, come i governi dell’Italia e fino a poche settimane fa quello della Spagna, assecondarono servilmente i suoi piani di fronte ai veri interessi del resto dell’Europa. Attualmente, gli alleati degli Stati Uniti che si oppongono al gruppo dei sostenitori di una maggiore indipendenza, ricevono il rinforzo di nuovi membri come Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Estonia e Slovenia, che sono oggi i complici più incondizionati dell’impero che sovrasta al mondo e pretende di subordinare totalmente l’Europa ai suoi interessi politici ed economici.

La comunità europea in realtà è molto divisa e Stati Uniti contano nel suo seno con ampia maggioranza. L’Unione non è ancora unione. Senza comprendere questo sarebbe difficile spiegarsi che un insieme di 25 nazioni, molte di esse con lunghe tradizioni storiche e culturali, agiscano a Guadalajara come un gregge di pecore. subordinati a Washington.

Sinceramente desideriamo a tutti i suoi popoli migliore fortuna. In realtà, i paesi come Cuba ed altri popoli rivoluzionari del Terzo Mondo che siamo disposti a morire difendendo la nostra sovranità, la nostra dignità e la nostra libertà, stiamo lottando anche per l’unione e l’indipendenza dell’Europa.

Il futuro dirà l’ultima parola.

Maggio 28 del 2004