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Dodici nomi, rete internazionale

Publie le mercoledì 31 marzo 2004 par Open-Publishing

L’INCHIESTA Perquisizioni a tappeto a Genova e in altre città del Nord,
confronti fra gli attentati di Sturla e della questura
Collegamenti fra gli "antagonisti" italiani, greci e spagnoli
Genova Una rivendicazione, una dozzina di nomi, una rete di contatti
internazionali, soprattutto con Barcellona e la provincia catalana. E
Bologna, Milano, Genova. Sono i tre vertici del triangolo investigativo
all’interno del quale si muovono le indagini sull’attentato dell’altro
ieri. Dentro questo triangolo sta il volantino sequestrato ieri alla posta
centrale di Genova (una pagina e mezzo scritta con il normografo, due
sigle anarchiche unite per rivendicare l’attentato) contenente la
rivendicazione dell’attentato alla caserma della polizia ’Ilardi’ di
Genova Sturla.

Ma dentro quest’area ci sono anche la dozzina di persone sotto
osservazione da mesi, quantomeno dall’attentato alla questura di Genova
del dicembre 2002. Su di loro - una decina i genovesi o residenti da tempo
nel capoluogo ligure - e su un bolognese e un milanese (tutti considerati
appartenenti all’area anarco insurrezionalista) puntano molte delle
attenzioni investigative. Perché tutti hanno o avrebbero avuto contatti
con l’area dell’ala antagonista più radicale a livello europeo
(soprattutto spagnola e greca) con particolare riferimento al gruppo ’17
Novembre.

Con alcuni particolari: tra Milano e Bologna vivrebbero il "fuochino" e il
"tecnico", cioè le persone che hanno fornito l’assistenza tecnica per il
confezionamento dei due ordigni collocati a Sturla. E potrebbero essere
gli stessi che hanno seguito direttamente la costruzione delle bombe alla
Questura del 2002, attentato per il quale è indagato un universitario
spagnolo, perquisito dalla Digos, ma poi rientrato in Spagna prima di
ulteriori sviluppi investigativi.

A Genova l’altra decina di persone sotto osservazione avrebbe un ruolo
logistico: un paio di loro sarebbero anche in grado di costruire le "mine"
utilizzate alla questura e a Genova Sturla. Così chiamate perché
assomigliano agli ordigni galleggianti della seconda guerra mondiale. Ma i
due potenziali "fuochini" liguri non sarebbero stati ritenuti ancora
sufficientemente affidabili a livello operativo. Per ora sarebbero
sospetti, ma senza certezze tali da consentire la mossa dell’iscrizione
nel registro degli indagati. O qualcosa di più concreto.

Le perquisizioni operate nelle ore successive all’attentato - cinque con
relativi interrogatori - e quelle delle ultime ore - un’altra mezza
dozzina - non hanno portato esiti concreti. L’impressione è che gli
inquirenti abbiano (in questa fase) fatto il "solito" giro, tra gli
esponenti dell’anarchismo storico - a sua volta da tempo nel mirino delle
contestazioni degli insurrezionalisti - e l’area che fa riferimento al
circolo genovese Pinelli. Un po’ l’ultimo baluardo della componente più
radicale dopo la chiusura, mesi fa, dell’Inmensa, con tanto di veto al
riutilizzo del nome.

In realtà qualcosa di più c’è, parte dall’iscrizione del giovane studente
spagnolo per l’attentato alla questura del 2002, e si sviluppa sul nucleo
dei fuochini e dei logistici. Una dozzina di nomi dai quali potrebbe
uscire una svolta: qualcuno dei dodici comparirebbe nelle immagini degli
incidenti più violenti del G8. Accanto ai greci e agli spagnoli. Vicino al
mai identificato "blocco nero".

Dal Secolo XIX