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Drago Draghi - Un messaggio felice o una mossa fatale ?

par Radisol

Publie le sabato 28 luglio 2012 par Radisol - Open-Publishing

DRAGO DRAGHI: UN MESSAGGIO FELICE OPPURE UNA MOSSA FATALE? NE SAPREMO DI PIÙ IL 2 AGOSTO

Mentre Mario Monti fornisce un grande contributo al culto della sua personalità con un’intervista "casareccia" di sette pagine che appare oggi su "Sette" del "Corriere della Sera", l’altro Mario della BCE ha sparato ieri la sua cannonata facendo godere i mercati di tutto il mondo.

Nell’amarcord familiare il premier italiano si pone la domanda un po’ ipocrita "Che ci faccio qui?", la stessa che ha fatto la fortuna del famoso libro di Bruce Chatwin, lo scrittore inglese che attraversava il mondo per cercare risposte alle sue inquietudini. Non è questo l’interrogativo che sembra affannare Mario Draghi che dall’alto della presidenza della BCE ieri a Londra ha fatto sentire il rintocco del Big Bang poche ore prima che le campane di Westminster annunciassero con 40 colpi di martello l’apertura delle Olimpiadi.

Mentre i listini di tutte le borse schizzavano verso l’alto le parole di Draghi venivano sottoposte alla lente degli analisti e dei politici dei governi europei per capire la ragione di questo colpo di reni che SuperMario ha fatto rompendo quella flemma italiana di cui parla oggi Giuseppe De Rita sul "Corriere della Sera", che lo ha fatto sempre apparire un monumento di prudenza.

Qualcosa in difesa dell’euro Draghi l’aveva già detta domenica scorsa durante l’intervista al quotidiano "Le Monde" dove la frase più interessante a proposito del ruolo della BCE suonava in questo modo: "noi siamo molto aperti e non abbiamo tabù". Era il preannuncio di ciò che ha detto ieri con toni insolitamente fermi e perfino accorati quando si è rivolto ai banchieri presenti nella sala londinese esclamando: "la BCE è pronta a fare tutto il necessario per salvaguardare l’euro, nell’ambito del suo mandato. E credetemi, è abbastanza".

Pare che nella City dove i trader hanno subito guadagnato milioni dopo l’intervento del Governatore, qualche banchiere furbastro abbia sfottuto Draghi dicendo che si trattava soltanto di parole dopo le quali bisogna vedere i fatti. E questo è probabilmente l’atteggiamento di alcuni degli imprenditori italiani che ieri sera (come rivela il "Corriere della Sera") Luigino Abete ha riunito a cena nella foresteria romana della BNL in via Veneto.

Anche loro, i vari De Benedetti, Tronchetti Provera, Luchino, Paolo Scaroni, Fulvio Conti, Bernabè, la Marcegaglia e il sedato Dieguito Della Valle, si sono chiesti se quella di Draghi è una svolta, una sfida o semplicemente una sveglia.

Probabilmente sono valide tutte e tre le risposte, ma su tutto prevale la sensazione che il romano di Francoforte abbia giocato la sua partita all’insegna dell’astuzia. Con la freddezza che lo ha sempre distinto ha aspettato che la tela dell’Europa finanziaria e politica si sfrangiasse fino al punto di lacerarsi in maniera irrimediabile, poi ha sparato la sua cannonata. E lo ha fatto all’indomani della bocciatura di Moody’s sulle banche tedesche e sul Fondo Salvastati, due downgrading che hanno rovinato il sonno alla massaia di Berlino Angela Merkel.

Da qui l’atteggiamento apparentemente più morbido dei due rappresentanti tedeschi che siedono nel Comitato Esecutivo della BCE. Il primo è il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, un 44enne che nel 2011 ha preso il posto di Axel Weber; il secondo è un uomo pelato di 46 anni che si chiama Jorg Asmussen e per un curioso paradosso ha preso il master alla Bocconi, la madre di tutti i sapientoni.

Rispetto a questi personaggi, che non hanno mai smesso di manifestare la superiorità dell’economia tedesca, Draghi ha voluto dimostrare di essere non soltanto un abile mediatore, ma anche un uomo dotato di un grande senso politico. Come diceva ieri sera a "SkyTg Economia" l’economista fighetto Tito Boeri l’intervento di Londra ha un valore sul piano della comunicazione perché rilancia il fattore fiducia, ma soprattutto colloca la BCE e il suo presidente al centro della scena "come garanti dell’euro contro i rischi di deragliamento".

Rispetto a questo compito che Draghi persegue cercando di affrancarsi dalla Bundesbank per non essere ostaggio della Germania, c’è chi dice che il suo intervento non ci porterà fuori dalla notte e che la guerra durerà a lungo. Sono queste le tesi emerse ieri sera nel programma di Enrichetto Mentana che ha strappato dalle montagne di Courmayeur il liberista critico Alesina e Gad Lerner (bruciato dal sole della vacanza), Paolino Mieli (impeccabile nel suo vestitino nero da cerimonia) e Giuliano Ferrara al quale saltano i nervi ogni volta che si pronuncia il nome di Berlusconi.

Adesso poco importa il punto di vista di questi commentatori; ciò che interessa è capire davvero di quali armi disponga Draghi per contenere una crisi planetaria nella quale la politica dei governi europei si sta dimostrando priva di strumenti credibili.

Il fatto certo è che SuperMario si è esposto molto fino al punto di rischiare l’osso del collo. Ha sottratto per un momento l’euro alla speculazione selvaggia dei mercati, ha voluto dimostrare che la BCE può marciare da sola spezzando i legami tra i sistemi bancari e i governi nazionali, ha sfidato addirittura il "suo" mito americano accusando (in sintonia con la nobildonna Lagarde del Fondo Monetario) quel Paese di essere protagonisti della crisi.

Il 2 agosto quando si riuniranno i 21 consiglieri della BCE ne sapremo di più e si capirà se la cannonata all’ombra del Big Bang è stato un messaggio felice oppure una mossa fatale. Di sicuro il percorso sarà per lui che ama la montagna sempre più in salita. Come dimostra la bocciatura che è arrivata stamattina dalla Bundesbank sulla possibilità che la BCE acquisti direttamente titoli di stato.

http://www.notizie23e59.it/2012/07/27/drago-draghi-un-messaggio-felice-oppure-una-mossa-fatale-ne-sapremo-di-piu-il-2-agosto/

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