Home > E’ ricominciata la caccia alle streghe
Giovedì 1 aprile, con decine di arresti e perquisizioni in Italia, Belgio, Olanda e Turchia, è iniziata anche in Europa la caccia alle streghe che già da anni era stata avviata negli USA.
La campagna di criminalizzazione ha dato i suoi frutti, così i primi ad essere colpiti dalla repressione sono stati i compagni del DHKP-C (Partito-Fronte di Liberazione del Popolo della Turchia) e contemporaneamente è stato colpito il Campo Antimperialista, di cui sono stati arrestati 3 compagni (Moreno Pasquinelli, Maria Grazia Ardizzone e Alessia Monteverdi)con l’accusa di avere aiutato militanti rivoluzionari turchi costretti all’esilio dal regime fascista di Ankara.
L’accusa, ovviamente, è quella di "terrorismo" perché ormai chiunque cerchi di lottare contro l’imperialismo è catalogato come terrorista. Questa mistificante equazione, “resistenza uguale terrorismo”, che ricorda l’Achtung banditen! dei nazisti, è l’arma che viene usata sia per giustificare ogni porcheria dell’impero nordamericano e dei suoi alleati, sia per colpire gli antimperialisti ed i resistenti in ogni luogo del pianeta, con l’esplicita intenzione di criminalizzare chiunque sostenga il diritto alla resistenza armata in Medio Oriente - e particolarmente in Iraq - contro l’imperialismo ed il sionismo.
Ricordiamo che il DHKP-C è stato protagonista di legittime lotte per la libertà contro i regimi fascisti e militari succedutisi in Turchia, contro i poteri occulti e le strutture di repressione della NATO su quel territorio, contro l’attuale regime islamista-filooccidentale, nonché contro la Alleanza Atlantica e le sue politiche terroristiche, ivi inclusa la più recente aggressione all’Iraq e la conseguente occupazione coloniale di quel paese. Negli ultimi anni il DHKP-C e le strutture ad esso collegate si sono concentrati soprattutto sulle campagne in sostegno ai prigionieri politici in Turchia - vittime, tra l’altro, di torture, maltrattamenti ed uccisioni in carcere - ed ai loro familiari: campagne condotte anche con azioni clamorose, quali gli scioperi della fame, e pagate spesso con la vita (proprio in questi giorni i compagni turchi piangono la morte di Ümit Gönger, il 110° martire dello sciopero della fame iniziato nel 2000).
Il Campo Antimperialista è, dal canto suo, molto impegnato nel sostegno alla resistenza irachena e per questa ragione ha subito una campagna di attacco da parte dei più importanti mass media italiani e in particolare dell’agente Magdi Allam sulle pagine del Corriere della Sera,
Da questa operazione su larga scala, emerge il nuovo asse di collaborazione controrivoluzionaria e antipopolare tra la "democratica" Unione Europea e la Turchia (paese denunciato da Amnesty Internacional e dalle principali organizzazioni per la reiterata e ferocemente oppressiva violazione dei diritti umani, sindacali e politici, e per il genocidio del popolo curdo. Non è un caso, infatti, che questa operazione si sviluppi contestualmente all’annuncio del referendum per la riunificazione di Cipro, che rappresenta un tassello nello "sblocco" degli ostacoli per l’ingresso dello stato fascista turco nella Unione Europea.
Consideriamo questa manovra oppressiva, il cui carattere manifestamente grottesco dell’accusa rivela ancora una volta il profilo arbitrario e reazionario del nuovo articolo 270 bis; pienamente inserita in una logica di strategia della tensione, come dimostra la campagna stampa scatenata contestualmente agli arresti e tesa a creare nell’opinione pubblica allarme e ostilità contro tutte quelle realtà politiche, che sono impegnate sui versanti della controinformazione, solidarietà internazionalista e della lotta contro l’imperialismo, il colonialismo e la guerra.
Nella piena convinzione che la solidarietà sia un’arma di classe contro l’imperialismo, riteniamo sia dovere di ogni compagno e comunista superare qualsiasi divergenza politica e promuovere una forte ed ampia iniziativa unitaria in risposta alla repressione che sta configurando l’Europa come Polo Imperialista oppressore degli altri popoli e come struttura coercitiva contro ogni forma di opposizione politica e sociale all’interno.
Chiediamo il pieno rispetto dei diritti dei compagni arrestati e la loro immediata scarcerazione.
Chiediamo all’intero movimento contro la guerra all’Irak e a tutte le sue espressioni di attivare una campagna di controinformazione e di verità sull’operazione compiuta e per la libertà degli arrestati. Ogni silenzio o defilamento sarebbe ingiustificato e inaccettabile