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SI E’ SVOLTA IERI UN’ALTRA UDIENZA DEL PROCESSO CONTRO I RESPONSABILI DELLA RADIO VATICANA ACCUSATI DI "GETTO PERICOLOSO DI COSE" DALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI ROMA. SMANTELLATI PEZZO PER PEZZO I RISULTATI DELLE MISURE DEL CAMPO ELETTROMAGNETICO ESEGUITE NEL 2002 E NEL 2003 DAI MINISTERI DELL’AMBIENTE E DELLE COMUNICAZIONI E DALL’ARPA DELLA REGIONE LAZIO NELL’AMBITO DELLA COMMISSIONE BILATERALE ITALIA–SANTA SEDE. "L’AVEVAMO DETTO TRE ANNI FA" - DICHIARANO I RESPONSABILI DEL COORDINAMENTO DEI COMITATI DI ROMA NORD - QUELLE MISURE SONO FORTEMENTE CRITICABILI, SONO INCOMPLETE E RAPPRESENTANO UN ECLATANTE SPERPERO DI DENARO PUBBLICO".
Ieri si è svolta un’ulteriore udienza del processo contro i responsabili della Radio Vaticana di Santa Maria di Galeria, accusati di "getto pericoloso di cose" a causa dell’inquinamento elettromagnetico generato dall’emittente della Santa Sede nel territorio limitrofo agli impianti radiofonici. Il consulente tecnico di alcune parti civili, il prof. Livio Giuliani, direttore della sede di Venezia del Dipartimento Radiazioni dell’ISPESL, organo del Ministero della Sanità, ha demolito pezzo per pezzo i risultati delle misurazioni del campo elettromagnetico effettuate dal Ministero dell’Ambiente, dal Ministero delle Comunicazioni e dall’ARPA-Lazio, in contraddittorio con i tecnici della Radio Vaticana, nell’ambito dei lavori disposti a giugno del 2001 dalla Commissione bilaterale Italia-Santa Sede:
misure effettuate nel 2002 e nel 2003 senza l’applicazione delle modalità stabilite dal decreto emanato dallo stesso Ministero dell’Ambiente nel 1998 (D. M. 381/98) e non conformi alle linee guide applicative dello stesso decreto;
misure effettuate nel sito di via Braccianense 635 nonostante che l’antenna rotante ad onde corte lì situata fosse stata dichiarata spenta dalla Radio Vaticana; per quello stesso sito il Coordinamento aveva denunciato, già a novembre del 2002, che la centralina di monitoraggio 24 ore su 24 del Ministero dell’Ambiente fosse lì mantenuta inutilmente perché quell’antenna non veniva più ruotata nella direzione del sito;
misure del campo elettrico eseguite in maniera non omogenea e non contestuale con le misure del campo magnetico;
misure effettuate senza utilizzare strumentazione più evoluta ormai disponibile da tempo presso l’ISPESL ma non a disposizione dei tecnici dei due Ministeri e dell’ARPA-Lazio.
In base a tutto questo, il consulente delle parti civili ha dichiarato ieri al Giudice monocratico dott.ssa Martone che, sulla base delle modalità di esecuzione di quelle misure e dei risultati conseguiti, non è possibile dedurre che le emissioni generate nel 2002 e del 2003 dall’emittente della Santa Sede siano state di minore intensità di quelle riscontrate nel 2001, né che esse oggi rispettino il limite di legge in tutti i siti ove sono stati eseguiti i rilevamenti.
Tutto ciò trova completo riscontro nelle misurazioni effettuate in questi ultimi tre anni dal Coordinamento dei Comitati di Roma Nord che, utilizzando strumentazione certificata identica a quelle ministeriali e dell’ARPA-Lazio, ed adottando le norme di buona tecnica e quanto disposto dal D. M. 381/98, dalle sue linee guida applicative e dalle norme di misura stabilite dal Comitato Elettrotecnico Italiano, ha dimostrato che la Radio Vaticana continua a violare la legge in molti siti del territorio italiano.
Se a questo si aggiunge che la Radio Vaticana continua ad effettuare trasmissioni in onde medie quando queste, in base agli accordi fra Santa Sede e Stato Italiano, dovevano essere trasferite completamente al di fuori del territorio italiano, costituiscono un’eclatante conferma delle tesi del Coordinamento dei Comitati di Roma Nord: gli accordi della Commissione bilaterale sono completamente disattesi e la Radio Vaticana, per il tipo di radiodiffusione che effettua, non è in grado di essere compatibile col territorio circostante e con la legge italiana.
Coordinamento dei Comitati di Roma Nord
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