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EQUITA’ SIGNIFICA GIUSTIZIA SOCIALE

par Adalberto de’ Bartolomeis

Publie le martedì 10 gennaio 2012 par Adalberto de’ Bartolomeis - Open-Publishing
1 commento

Mi riferisco alla tassa sugli stranieri. Mi rendo conto che sia assai complessa problematica, ma per prima cosa si devono distinguere i clandestini da chi è integrato. Il clandestino non deve "dimorare" in Italia, deve essere espulso, oppure fare in modo che, con il suo arrivo, non complichi le cose che già di per se’ presentano una moltitudine di problemi, pare difficilmente risolvibili. Quindi il clandestino non può certo contribuire al fabbisogno economico che questo Stato ora ha bisogno con grande urgenza. Lo straniero, invece, che desidera dimorare nel territorio nazionale italiano per l’unico scopo di lavorare, preventivamente si deve attrezzare perchè trovi una collocazione remunerativa, qualsiasi sia, purchè questa dichiarata allo Stato, mediante segnalazione alla questura di territorio e mediante regolare versamento dei contributi obbligatori e/o volontari agli specifici istituti di previdenza sociale. Pertanto, di questa fascia di persone, tale posizione necessita di regolari permessi di soggiorno a tempo, per cui ritengo doveroso che, al pari dei cittadini italiani, contribuiscano al sostegno economico dello Stato, con tasse distinte di cui, di recente, sembra esserci una controvertenza di applicazione. L’equità non si misura, in questo caso, nella distinzione di reddito tra, che so, una badante ed un operaio o un impiegato, ma si misura nel corretto concorrere al sostegno economico di uno Stato, dove si intende lavorare. Sarebbe una grave forma d’ ingiustizia sociale e di discriminazione verso cittadini che, per legge, sono obbligati a pagare le tasse che lo Stato chiede. Questo strumento, peraltro, di controllo, serve a monitorare, attraverso le questure, l’afflusso di coloro che, ben intenzionati a contribuire nell’ economia di una Nazione, desiderano integrarsi con gli italiani e, forse, nel tempo, acquisire anche la cittadinanza. ma nel tempo pero’, non immediatamente!
Monselice, 10 gennaio 2012
Adalberto de’ Bartolomeis

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